I cacciatori alla Regione:
«Aprire alla caccia le zone
non più produttive per gli animali»

FABRIANO - Arcicaccia, Confavi, Enalcaccia, Federcaccia, Italcaccia e Liberacaccia hanno incontrato nella sala Ubaldi dell’Istituto Agrario di Fabriano l'Assessore Regionale Moreno Pieroni e il dirigente Regionale Davide Anastasi

 

L’intevento dell’assessore regionale Pieroni

 

Sala Ubaldi gremita per l’incontro che si è tenuto il 17 aprile, su invito di un gruppo di cacciatori, per affrontare il tema della situazione faunistica fabrianese. A promuovere l’iniziativa Arcicaccia, Confavi, Enalcaccia, Federcaccia, Italcaccia e Liberacaccia. L’Assessore Regionale con delega alla Caccia Moreno Pieroni e il dirigente Regionale Davide Anastasi erano presenti per fornire informazioni sulla tematica applicata al territorio locale. All’assessore è stata illustrata la situazione estremamente deficitaria delle popolazioni selvatiche oggetto di caccia, principalmente riferite a fagiani, starne e lepri per la mancata produttività delle zone di ripopolamento e cattura, a dire degli organizzatori. Nel fabrianese vi sono circa 4.000 ettari di terreno chiusa alla caccia tra zone di Ripopolamento e cattura, zone di rispetto e zone di produzione di fauna selvatica. L’assessore Pieroni ha evidenziato che è interesse della Regione che un territorio sia produttivo e che la selvaggina sia in equilibrio con l’ambiente, di conseguenza si è impegnato ha convocare a breve in Regione una riunione con le Associazioni Venatorie. Alcune proposte degli organizzatori: l’apertura della caccia le zone non più produttive  e la chiusura alla caccia altre zone di pari ampiezza; un comitato di gestione formato da rappresentanti locali delle associazioni venatorie per queste zone. Infine la proposta di far seguire per queste zone i confini naturali, quali strade, fossi, canali ecc, per far in modo da non intralciare il lavoro dei campi e a non mettere in difficoltà i cacciatori.

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