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Ex Angelini, sei mesi per completare
la bonifica dall’amianto

ANCONA – A novembre la conclusione della rimozione delle fibre di eternint. Si tratta con la Soprintendenza per la demolizione parziale del complesso di via Flaminia acquistato dal Comune nel 2005 in due tranche al costo di 4,5 milioni di euro

 

Prosegue l’opera di messa in sicurezza dell’area Ex Angelini alla Palombella. L’ultima consegna lo scorso 9 maggio, tempo 6 mesi per l’ultimazione dei lavori, con il traguardo fissato per il 4 novembre 2018. Dallo sfalcio, potatura e sgombero della vegetazione infestante le aree a cielo aperto, alla bonifica delle strutture contenenti amianto, si prosegue con il piano di lavoro avviato nel 2016. La prima consegna parziale delle aree di cantiere a novembre dell’anno scorso, per l’accesso in sicurezza di mezzi e uomini nell’intera area. A marzo di quest’anno sono stati consegnati esclusivamente gli edifici “B” e “C”, per intenderci quelli posti alle spalle dell’edificio “A” situato lungo la Flaminia, e le aree a cielo aperto relative agli stessi. Una volta ottenute tutte le autorizzazioni, in particolare quelle relative al piano di lavoro per la rimozione dell’amianto (dall’ASUR), è stato consegnato il 9 maggio di quest’anno l’edificio “A” dove sono previste le lavorazioni di rimozione dei materiali contenenti amianto (lastre di copertura e controsoffitto, comignoli, tubi discendenti e vasche). «Continuiamo con le attività e i lavori di bonifica come previsto dal piano lavori – afferma il candidato sindaco Valeria Mancinelli – e oggi maturano concretamente gli impegni che abbiamo assunto circa due anni fa, all’avvio dell’iter amministrativo che porta alla messa in sicurezza dell’area Ex Angelini». Inoltre l’amministrazione ha aperto, a suo tempo, un dialogo con la Sovrintendenza riguardo il vincolo che insiste sull’intero complesso. Attualmente il vincolo architettonico prevede che lo stabile non possa essere demolito. Il percorso avviato con la Sovrintendenza è mirato ad individuare quelle aree effettivamente meritevoli di tutela, così da svincolarne altre consentendone la demolizione del complesso acquistato in due tranche dalla giunta Sturani tra il 2005 e il 2008 per un costo di 4,5 milioni di euro.

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