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Candidati a sindaco
a confronto con l’Inrca,
«Difendete questa eccellenza»

ANCONA - Il dibattito promosso ed organizzato dall'associazione "Amici del Geriatrico - Inrca", presieduta da Aldo Tesei. «Chiediamo alla futura amministrazione di avere a cuore le sorti di questa struttura, anche facendosi interlocutore privilegiato con la Regione, nella consapevolezza che non è un ospedale per gli anziani, ma un istituto unico nel suo genere in Italia. A rischio la ricerca per la terza età»

L’arrivo dei candidati a sindaco allìInrca della Montagnola, da sx: Stefano Tombolini, Daniela Diomesi, Francesco Rubini

 

Il presidente dell’associazione “Amici del Geriatrico – Inrca”, Aldo Tesei

 

È tra i 50 Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) d’Italia, l’unico per quanto riguarda il campo della Geriatria. Nel solo 2017 la produzione scientifica è stata di 468 studi. Centotrentadue i progetti portati avanti negli ultimi 10 anni, 36 quelli attualmente gestiti, 45 i milioni intercettati con l’attività di studio ed un pool di ricercatori per il 30% sotto i 45 anni di età. È l’altra faccia dell’Inrca, forse la meno nota, che oggi la dottoressa Fabrizia Lattanzio, della direzione scientifica dell’ospedale ed istituto nazionale di ricerca, ed il dottor Alberto Deales, direttore sanitario della struttura, hanno illustrato ai candidati a sindaco nell’incontro promosso dall’associazione “Amici dell’Inrca”, presieduta da Aldo Tesei.

Presenti al confronto, Daniela Diomedi, candidata del Movimento 5 Stelle, Francesco Rubini, Altra Idea di Città, e Stefano Tombolini (60100 e Centrodestra). Assente al dibattito il sindaco e candidata del Centrosinistra, Valeria Mancinelli, impegnata in un altro confronto, che ha però incontrato i vertici dell’Inrca e dell’associazione a margine dell’iniziativa.
«Siamo qui perché per noi dell’associazione è indispensabile che si diffonda nella percezione cittadina la consapevolezza dell’eccellenza dell’Inrca, anche e soprattutto in qualità di Istituto di ricerca a carattere nazionale, unico nel suo genere – le parole del presidente Tesei –. Vorremmo che questa fosse una convinzione anche del futuro sindaco al quale chiediamo un impegno per garantire la valorizzazione e la crescita di questa struttura, che non è solo, come pensano alcuni, l’ospedale degli anziani. Quest’azione – continua – deve essere svolta anche nei confronti della Regione, che in questi anni non sembra aver prestato particolare attenzione all’Inrca. Qui non si fornisce solo assistenza, ma si studia come migliorare la vita ed il benessere della popolazione più anziana, sempre più numerosa in città e nel nostro Paese. Non basta vivere più a lungo, bisogna vivere meglio».

Il sindaco uscente e ricandidato, Valeria Mancinelli, nel colloquio con il presidente dell’associazione, “Amici dell’Inrca” Aldo Tesei

Si dichiara consapevole della risorsa Inrca, il sindaco uscente e candidato alle prossime elezioni amministrative, Valeria Mancinelli, nell’incontro con Tesei. «Io e la mia coalizione siamo stati convinti di questo nei 5 anni passati e continuiamo ad esserne convinti. L’Inrca è un asset di sviluppo e crescita della città, così come l’Università e gli altri presidi di alta specializzazione. Così come facciamo e abbiamo fatto con tutti questi soggetti saremo attenti ed attivi nel mettere in atto tutto quanto può fare l’amministrazione comunale per garantire la prosecuzione e la qualificazione di queste realtà, che sono anche formidabili fonti di lavoro». Mancinelli ha poi ricordato il finanziamento accordato dalla Fondazione Cariverona, pari a 700mila euro, al progetto per il centro diurno per l’assistenza alle famiglie con componenti affetti da Alzheimer, a cui il Comune ha collaborato insieme ad Inrca e cooperativa il Samaritano.
Più critica rispetto alle attuale condizioni della struttura, la candidata a sindaco, Daniela Diomedi. «L’Inrca deve tornare ad occuparsi dei cittadini. La ricerca è fondamentale quanto il piano di assistenza. La descrizione fatta oggi mi è parsa quella di un posto che non c’è, che sul territorio non posso riconoscere. Manca completamente una rete con l’assistenza domiciliare o con le altre strutture di residenza degli anziani. Una volta dimesso, se dimesso, il paziente è abbandonato a se stesso e le famiglie sono lasciate sole. Non c’è un percorso virtuoso, non c’è dialogo fra le varie istituzioni e tra i vari uffici preposti. La domanda è altissima e la risposta scarsissima, qualcosa non funziona nei piani sanitari. La percezione che ha il territorio di questo ospedale è terribile».

Il dibattito dei candidati a sindaco all’Inrca, da sx: Francesco Rubini, Daniela Diomedi, Stefano Tombolini

Punta sull’importanza della prevenzione, per assicurare una vita dignitosa all’anziano, il candidato Francesco Rubini, che critica l’impostazione dell’accentramento dei servizi sanitari in poche, grandi strutture fuori dal centro della città ed invita a guardare alle responsabilità politiche di chi «a vari livelli, Comune e Regione, abita nello stesso partito e governa da anni le politiche sanitarie del territorio e nonostante questo non è riuscito a creare dinamiche collettive. Una politica che ha dato prova di non saper dare risposte alle necessità dei cittadini». «La strategia deve essere quella della prevenzione – prosegue Rubini–. Il tema è costruire città a misura di uomo e di donna, anche anziani. Per un anziano anche autosufficiente è difficile se non impossibile spostarsi in città, perché manca un trasporto pubblico adeguato ed efficiente e manca un piano serio di abbattimento delle barriere architettoniche. Anche l’utilizzo del patrimonio pubblico in disuso può essere un tema per combattere l’isolamento, la prima patologia che affligge le persone anziane, soprattutto coloro che vivono nelle periferie e nelle frazione, ormai prive di qualsiasi servizio, compresi il mercato rionale o la bottega».
Il candidato Stefano Tombolini ha ricordato l’incontro organizzato dalla sua coalizione tra i parlamentari eletti del Centrodestra ed il direttore generale dell’Inrca Gianni Genga. «Nel quale è emerso il plus valore per la città e per la ricerca ricoperto da questo istituto. Abbiamo detto che la città è intenzionata a far mantenere alla struttura questa peculiarità. Questo istituto è un unicum a livello nazionale. Noi vorremmo continuare a vedere svolte le funzioni che oggi vengono svolte qui alla Montagnola anche nella nuova sede dell’ospedale e dell’istituto di ricerca e svolgeremo la nostra azione anche nei confronti della Regione anche rispetto alla sua forza economica ed alla capacità di spesa nei confronti del Tambroni, costato 10 milioni, che rappresenta un brutto esempio di gestione dei soldi pubblici. Vogliamo chiedere alla Regione di investire nella struttura della Montagnola perché vi rimanga un punto di primo soccorso e assistenza e per il Tambroni la possibilità di darlo in mano a privati in grado di gestirlo».

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