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«Ripartiamo con meno preoccupazioni
Oggi il Pd è in sintonia con me,
ma non siamo roccaforte rossa»

ANCONA - Parte il Mancinelli bis, Il sindaco traccia le priorità dei prossimi cinque anni di una città che definisce «uscita dal pronto soccorso e dalla terapia intensiva». Il rapporto controverso con il Pd, la rivisitazione delle deleghe, la giunta pronta ad essere confermata quasi in toto

 

 

 

Uscita dal «pronto soccorso e dalla terapia intensiva» ora l’amministrazione può andare avanti spedita per i prossimi cinque anni «con qualche ansia in meno ed il respiro meno sincopato». All’indomani della notte elettorale che ha decretato la sua conferma alla guida di Palazzo del Popolo, Valeria Mancinelli, ribadisce gli impegni ripetuti come un mantra durante la campagna elettorale. Nel prossimo quinquennio, sul lungo periodo, assicura, saranno più visibili i risultati dopo «che si è dovuto far fronte ad un arretrato negativo straordinario. Ora siamo fuori dal pronto soccorso e dalla terapia intensiva ed anche dalla sala operatoria. Per  i progetti strategici abbiamo già i soldi e dunque qualche preoccupazione in meno». Per le manutenzioni ordinarie (altro elemento con il quale vuole caratterizzarsi il Mancinelli bis) «i soldi sono da trovare, ma abbiamo già idee».

Nessun caso Ancona. «Ancona non è la roccaforte del centrosinistra» – che capitolata un po’ ovunque in tutta Italia nei ballottaggi di ieri, ndr – «c’è stata una valutazione dell’esperienza di governo della città, della coerenza tra quanto detto e quanto fatto. Non esiste più il voto di appartenenza. Le sigle non contano più nulla, conta il prodotto». Il suo, e quello della sua squadra, è contato. È certa Mancinelli ed il risultato delle urne lo conferma. E a chi le fa notare che cinque anni fa, di fronte ad un astensionismo di oltre il 50% al secondo turno disse: «il successo di un’amministrazione si vede anche da quante persone riesce a portare a votare cinque anni dopo», cosa che ieri non è avvenuta, con un’affluenza di poco sopra il 42%, risponde: «Qualche migliaia di voti in più in termini assoluti li abbiamo portati a casa. Detto questo, credo che la mancanza di una proposta alternativa forte abbia determinato l’astensionismo di molti. Non possiamo fare tutto da soli».

Il rapporto con il Pd. Sempre cinque anni fa, all’indomani della sua elezione, dopo due sindaci Pd costretti alle dimissioni anzitempo, un’altra dichiarazione rimasta negli annali. «Se non ci fossi stata io candidata non avrei mai votato il centrosinistra». Poi, dopo l’exploit del Pd cittadino, al 30% al primo turno, la proposta di Giovanni Cardoni segretario nazionale. Un’inversione a U? «No − afferma Mancinelli −, ma dichiarazioni coerenti con il cambiamento radicale vissuto dal Pd di Ancona, che in questi cinque anni ha condiviso la mia esperienza amministrativa ed il metodo con cui ho fatto il sindaco. Possiamo dire che il Pd è migliorato rispetto a cinque anni fa e che ora siamo in sintonia». Un Pd di fatto assente, non solo dalla campagna elettorale, ma dal dibattito politico degli ultimi anni e che è parso demandare il suo ruolo alla Giunta fatta per buona parte da outsider del partito. Copione destinato a ripetersi, come precisa subito il sindaco, senza giri di parole come nel suo stile. «Ho esercitato il mio ruolo di sindaco come prevede la legge nei primi 5 anni, figurarsi se non lo farò in questi altri 5». A dire, nessun interferenza con le mie decisioni. In primis quelle della squadra per la quale, come più volte ripetuto, non si annunciano sorprese, solo eventuali rimodulazioni di deleghe. «Ho già qualche idea, maturata sulla base dell’esperienza amministrativa trascorsa − sottolinea il sindaco −. La diversa distribuzione delle competenze sarà comunque motivata solo dall’efficacia organizzativa e non certo da ragioni politiche. Non escludo che possano esserci degli aggiustamenti in corsa».

Gli obiettivi. L’efficienza organizzativa, la stella polare di questi primi 5 anni, quella che ha consentito, ricorda Mancinelli, di produrre risparmi «i cui frutti si sono già visti e si vedranno ancora di più sul lungo periodo». Queste le risorse che il sindaco pensa di utilizzare per  «intensificare la manutenzione ordinaria della città. Strade, verde, parchi». Queste le priorità insieme, naturalmente, ai progetti strategici Waterfront 3.0, Lungomare Nord, riqualificazione delle periferie, riqualificazione zona Archi Palombella, finanziati dal tesoretto di 70 milioni racimolato tra bandi europei e statali. Contratti firmati e soldi già nei cassetti. Unica incognita, l’uscita dal porto con cui occorre sedersi al tavolo con il nuovo Governo, stavolta non proprio amico. «Mentre per Lungomare Nord e raddoppio della variante alla statale 16 ci sono i contratti firmati, non è così per il così detto ultimo miglio − spiega −, ma come dicevo non mi preoccupa il diverso colore politico, anche rispetto al Governo la sua valutazione da parte nostra e da parte dei cittadini dipenderà dal suo operato». Intanto dal nazionale al locale fanno breccia i temi della sicurezza e dell’immigrazione, parole chiave del linguaggio di Governo in queste sue prime settimane di lavoro a cui sembrano sensibili anche gli elettori anconetani, come dimostra la crescita della Lega che farà il suo primo debutto in Consiglio regionale. «Migliorare il decoro della città renderà Ancona anche più sicura − sostiene il sindaco −, ma è chiaro che servono anche misure specifiche, per questo aumenteremo la presenza sul territorio della polizia municipale con l’assunzione di nuovi vigili, ma è altrettanto chiaro che non abbiamo la bacchetta magica per risolvere tutti i problemi, come nel caso dell’immigrazione, in particolare quella irregolare che è quella rispetto alla quale la gente ha una percezione di maggiore timore. Rispetto ai residenti regolari, inseriti nel contesto cittadino, parliamo di oltre il 10% della popolazione anconetana, non abbiamo riscontrato né prima né ora problemi di tolleranza o convivenza». Tra le prime operazioni per migliorare sicurezza e decoro, il sindaco annuncia lo sgombero della “baraccopoli” di Vallemiano, sotto al cavalcavia dell’asse, mentre è già tornato in libertà il 35enne arrestato ieri. «Provvederemo nelle prossime settimane, ma è chiaro che il rischio è che rimossa una baraccopoli ne spunti un’altra in un altro luogo».

Ancora presto per le vacanze, i prossimi 20 giorni saranno scanditi dagli adempimenti formali, la nomina ufficiale a sindaco, come quella dei consiglieri eletti, verificate le eventuali cause di ineleggibilità o incompatibilità, poi l’insediamento di Giunta e Consiglio. Tra tutto altri 2o/22 giorni. «Poi una nuotata al Passetto non me la toglie nessuno».

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