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Addio ai silos del porto:
scadute le concessioni saranno demoliti,
cambiano skyline ed assetti dello scalo

ANCONA - Strutture ormai inadeguate e costose da mettere a norma e traffici cerealicoli colati a picco, l'Authority punta a migliorare il settore commerciale del golfo, magari spostando al molo sud i traghetti. Il presidente Giampieri assicura massima attenzione all'aspetto occupazionale e garanzie per i dipendenti delle ditte che a dicembre lasceranno Ancona. Contatti con Blu ed Ericalcane per nuove proposte di street art. Infrastrutture work in progress: prossima settimana appuntamento al Mit per le grandi opere e firma della compravendita con Rfi dello scalo Marotti. Si sblocca la vicenda ex stabilimento Bunge

 

da sinistra il dirigente dell’Adsp, Gianluca Pellegrini, il dirigente della Regione Marche, Giulio Piergallini, il segretario generale dell’Adsp, Matteo Paroli, il presidente dell’Authority, Rodolfo Giampieri, il capo del porto, l’ammiraglio Enrico Moretti, il componente per il Comune di Ancona del Comitato di gestione del porto, Alessio Piancone

 

 

di Agnese Carnevali

Andranno giù i silos del porto dorico, al molo sud. Tutti e 46. Scadute le concessioni alla Silos Granari della Sicilia srl, che gestisce 34 depositi, ed alla Sai, che ne gestisce 12, il 31 dicembre 2019, queste non saranno rinnovate. Pronto a ridisegnarsi lo skyline dello scalo e si apre la partita sulla destinazione dell’area da 33mila metri quadrati su una lunghezza di oltre 435 metri, una volta libera dalle strutture in cemento armato. Nel 2012 già l’addio ai silos Bunge, la multinazionale che nel 2010 aveva stoppato l’attività ad Ancona. Il piano del porto in vigore del 2005, che prevede la demolizione, dà ampie possibilità, tra le quali anche lo spostamento dei traghetti passeggeri. Così ha deciso il Comitato di gestione del porto nella riunione di ieri (27 giugno). Così è stato comunicato questa mattina dal presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale, Rodolfo Giampieri. «Una decisione presa non a cuor leggero − afferma − e valutando attentamente tutti i dati in nostro possesso, in un’ottica di sviluppo del porto e sempre avendo ben presente l’esigenza di tutelare l’occupazione».

L’area oggetto di ridefinizione, in rosso le banchine ora occupate dai silos, in giallo lo stabilimento industriale ex Bunge da bonificare

I dati a supporto della decisione. I dati presentati oggi, oggettivamente, danno poche speranze al mantenimento delle strutture in cemento armato, destinate allo stoccaggio dei cereali, in un’area da 33mila metri quadrati, e che ormai contano più di mezzo secolo di età. Inevitabile una messa a norma degli impianti, che sarebbe costata alle ditte circa 7,5 milioni, non migliore l’ipotesi di una demolizione e ricostruzione più moderna delle strutture in acciaio e non più in cemento armato, si viaggia sui 6,5 milioni. In caduta libera i traffici cerialicoli, nell’Adriatico ed in particolare ad Ancona che nei primi 6 mesi del 2018 ha registrato una movimentazione di 18mila quintali (il 2017 ha chiuso con 190mila tonnellate contro i 1,9 milioni di Ravenna e i 1,65 di Bari). Dall’inizio dell’anno sono stati 3 gli accosti delle navi sulla banchine 19, 21 e 21 prospicienti i silos contro i 172 delle navi container alla banchina 26. E poi il nuovo ruolo della Mole ed il piano di riqualificazione degli Archi, pronto a ridefinire l’intero paesaggio anche in senso turistico. Dunque nessun appiglio per giustificare il rinnovo delle concessioni, se non uno, importante. I 12 lavoratori delle due aziende che dal 31 dicembre 2019 si ritroveranno senza lavoro. Nonostante gli anni trascorsi è ancora vivo il ricordo del dramma degli ex dipendenti Bunge, tra cui il più doloroso del giovane che si tolse la vita. «L’attenzione sarà massima − assicura Giampieri −. È già pronto un piano di riconversione dei lavoratori da impiegare con processi specifici all’interno delle attività dello scalo, così come per gli autotrasportatori legati a questo tipo di commercio». E non solo, nelle convinzioni del presidente dell’Adsp anche quella che il nuovo assetto commerciale dell’area possa portare nuovo sviluppo al porto. E qui entra in gioco il tema della destinazione dell’area, della quale se ne parlerà il prossimo anno. Il piano del porto del 2005 assicura ampia agibilità, come ricorda anche Alessio Piancone, rappresentante del Comune in seno al Comitato di gestione. «Destinazione commerciale sarà il futuro di quegli spazi − non si sbilancia oltre Giampieri − ma è chiaro che non andremo a metterci container alti 20 metri». Affermazione che potrebbe far pensare all’ipotesi di spostamento dei traghetti passeggeri in quell’area, il che, a guardare ancora in prospettiva, potrebbe significare anche la prosecuzione del piano di abbattimento delle reti di sicurezza nel porto antico, continuando nel recupero del rapporto mare-città.

I silos con le opere di Blu ed Ericalcane

Addio anche alle opere di Blu e Ericalcane. Insieme ai silos Ancona però si prepara a dire a addio anche alle opere di Blu e Ericalcane. È il destino della street art, lo stesso Blu demolì di sua mano a Bologna le opere che l’amministrazione avrebbe voluto trasferire in un museo per non lasciarle al destino urbanistico della città. «Contatteremo gli artisti − premette Giampieri − per trovare una soluzione». La più probabile, quella di realizzare dipinti ex novo in un’altra area del porto.  Sopravviverà, invece, ancora qualche anno, il ritratto di Monica Vitti firmato Ics al molo della Lanterna Rossa. Opera nata già con la consapevolezza di essere distrutta. Ma l’accorciamento del molo non avverrà per il 2019 come previsto, annuncia lo stesso Giampieri.

Lo stabilimento industriale ex Bunge dove sono iniziate le operazioni di demolizione di alcuni manufatti

Stabilimento industriale ex Bunge. Demoliti i suoi silos nel 2012, con la Bunge resta ancora aperto il capitolo stabilimento industriale in zona Zipa. Bonifica ancora da effettuare e senza la quale è bloccata l’acquisizione da parte dell’Adsp dell’area da 49mila metri quadrati retrostante le banchine silos e per la quale l’Adsp ha accantonato 5 milioni. «Novità ci sono anche su questo fronte − afferma il segretario generale dell’Adsp, Matteo Paroli −. A seguito di atti formali da parte nostra e del Comune di Ancona, la proprietà ha iniziato i lavori di demolizione di alcuni manufatti, propedeutici al progetto di caratterizzazione che porterà poi alla bonifica dell’area e successiva acquisizione». I costi di bonifica saranno sottratti dall’operazione di compravendita.

Scalo Marotti. Si avvicina invece l’acquisto da parte dell’Authority dell’ex scalo Marotti, dove sono già stati trasferiti in via sperimentale i tir in sosta dal molo Rizzo. Il 3 luglio Rfi e Ferservizi firmeranno l’ultimo atto notarile per procedere poi al rogito di compravendita.

Grandi opere. Una settimana, la prossima che si aprirà con l’incontro al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con il dirigente generale Mauro Coletta, per discutere, innanzitutto, dell’ampliamento Fincantieri. Ma sul tavolo ci sono anche le questioni rimaste in sospeso con la precedente legislatura e sulle quali l’ex ministro Delrio aveva assunto impegni, seppure informali: il nuovo terminal crociere e poi il collegamento porto-autostrada dopo l’abbandono dell’Uscita Ovest. «Il ministero dai primi contatti che abbiamo avuto non sembra insensibile a trovare rapidamente delle soluzioni − sostiene Giampieri − l’incontro di lunedì sarà propedeutico all’incontro poi successivo con il ministro Toninelli».

Frenano invece i lavori per il secondo stralcio della banchina lineare nella nuova darsena, gli altri 300 metri che si aggiungerebbero alla 26. Beghe burocratiche ed il fallimento di una delle quattro ditte che hanno costituito l’Ati che si è aggiudicata la gara, che solleva dubbi sulla validità dell’appalto. Sui ricorsi c’è il via libera anche del Consiglio di Stato, mentre si attende il parere dell’Anticorruzione sulla validità della gara nonostante il default di una delle quattro ditte.

L’interno del Mercato ittico

Mandracchio. Nel porto work in progress, anche la riqualificazione del Mercato ittico. È stata costituita la commissione per la valutazione dei 17 progetti presentati nei termini di gara «tra i quali importanti studi di ingegneria ed architettura a livello nazionale ed internazionale, per cui anche la commissione doveva essere adeguata all’alto livello dei progetti» precisa Giampieri, Nell’area del Mandracchio, destinata a diventare anche centro della vita cittadina, con l’utilizzo del mercato anche per fini ricreativi, chiuse le operazioni d’asta, frena però il progetto di trasformazione dell’ex Fiera in nuovo terminal passeggeri. «Stiamo ragionando − afferma Giampieri −, è chiaro che oltre un milione di passeggeri, che io reputo clienti dello scalo, impone di pensare soluzioni più adeguate rispetto all’attuale biglietteria in zona Zipa, ma dobbiamo anche valutare attentamente esigenze ed andamenti di mercato, con l’incedere sempre più importante dei voli low cost e soprattutto con l’avanzare delle tecnologie che presto vedrà l’incremento dei check-in online anche per le compagnie di navigazione e non solo per quelle aeree. Sono variabili di cui dobbiamo tenere conto ed è per questo che abbiamo commissionato uno studio scientifico rispetto al settore, che ci possa orientare nel prendere le decisioni».

I 46 silos che saranno abbattuti

 

Lo stabilimento industriale ex Bunge da bonificare

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