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Varato il Mancinelli bis,
maggioranza pigliatutto
Ma la testa è già a settembre

ANCONA - Si è insediato il nuovo Consiglio comunale, eletta a maggioranza la presidente dell'aula, la consigliera Pd Susanna Dini, l'opposizione non incassa nemmeno la vice presidenza che va al Verde Diego Urbisaglia. Ma per assistere al primo dibattito bisognerà aspettare il ritorno dalle ferie, quando Mancinelli porterà al voto il documento programmatico del suo secondo mandato

 

 

Debutta a Palazzo degli Anziani la seconda consiliatura Mancinelli, ma le prime vere decisioni dell’aula non arriveranno prima di settembre. Si è insediato stamane il nuovo Consiglio comunale, subito l’elezione di presidente e vice presidente del Consiglio comunale e le prime proteste dell’opposizione, che non trova spazi tra gli incarichi decisi a maggioranza. Quindi il giuramento, secondo cerimoniale, del sindaco e poche altra formalità tra applausi, selfie dei consiglieri in clima da primo giorno di scuola e poi lo sciogliete le righe. Saranno altre due le sedute prima dello stop estivo ufficiale, una per la formazione delle commissioni consiliari, poi l’assestamento di bilancio lasciato praticamente nel cassetto dall’assessore Fiorillo, probabilmente il 31 luglio, ma il pensiero corre già alle vacanze ed all’arrivederci a settembre, anche per la relazione programmatica del sindaco. La discussione sull’agenda di mandato che Mancinelli dovrà portare al voto del Consiglio comunale, una sorta di voto di fiducia della maggioranza, è rinviata a dopo l’estate.

Il presidente del Consiglio, Susanna Dini

L’elezione di presidente del Consiglio e vice. Si inizia con una maggioranza che con concede spazi alle opposizioni e, forte dei numeri ed indifferente ad una prassi consolidata, seppure mai scritta, sceglie presidente e vice presidente del Consiglio. Il ruolo di garante dell’aula va a Susanna Dini, già consigliere comunale nella passata legislatura ed ex presidente della I circoscrizione, che alle elezioni ha fatto incetta di preferenze. Dini già nel ruolo come presidente dell’assemblea in qualità di consigliere anziano. Viene eletta con 19 voti favorevoli (tutta la maggioranza, eccetto gli assenti: la dem Federica Fiordelmondo, in vacanza in Grecia, e Matteo Vichi di Ancona popolare), 11 le schede bianche (tutta l’opposizione tranne il consigliere di Forza Italia, Daniele Berardinelli che non ha partecipato al voto). «Svolgerò questo ruolo con onestà intellettuale e spirito di servizio amministrativo e politico. Credo nel lavoro di squadra al di là dell’appartenenza politica − le parole di Dini appena eletta −. Da parte di tutti mi auguro rispetto dei colleghi e dei luoghi dove esercitiamo il nostro mandato. Un benvenuto a tutti, soprattutto a quelli che siedono per la prima volta su questi scranni». Al debutto assoluto la Lega, con i consiglieri Marco Ausili, Antonella Andreoli e Maria Grazia De Angelis. Per il Pd new entry Chiara Censi, Sandra Gambini, Mirella Giangiacomi e Silvia Valenza, per Ancora x Ancona Giuseppe Mascino e Lucia Trenta, per il Movimento 5 Stelle Lorella Schiavoni, Annarita Sordoni, ed Andrea Vecchietti. Ritornano tra i banchi anche i consiglieri comunali stranieri aggiunti: Mrida Kamrul e Ahmed Shohel. Per loro, da regolamento, nessuna indennità e solo ruolo consultivo, non potranno votare le delibere.

Il capogruppo del Pd, Michele Fanesi

A presentare la candidatura di Dini, il capogruppo del Pd, Michele Fanesi, che ha raccolto l’eredità di Loredana Pistelli, seduta tra gli spalti del pubblico, e già consigliere nei scorsi 5 anni. «So che Susanna saprà garantire l’imparzialità dell’assemblea, già da presidente di circoscrizione è stata il presidente di tutti. Conosce l’aula ed il funzionamento politico che c’è dietro ed ha esperienze professionali adeguate. Sarà un presidente a termine − aggiunge Fanesi −, tra 30 mesi passerà il testimone». Dall’opposizione nessuna contestazione al nome di Dini, ma la richiesta, che arriva tanto dal centrodestra quanto da Rubini (Aic) della vice presidenza. «Un segnale anche per ridare al Consiglio il suo ruolo di luogo autonomo rispetto alla Giunta e di rappresentanza politica e non solo di ratifica delle scelte dell’esecutivo», sottolinea Rubini. Stessa richiesta arriva da Daniele Berardinelli (Fi), Carlo Ciccioli (FdI), Marco Ausili (Lega). In risposta, toni pacati, ma un’antifona chiara: nessuna preclusione alla presentazione di nomi alternativi per la vice presidenza, ma poi è la maggioranza che decide. E così fa, dopo qualche minuto di sospensione la maggioranza propone il Verde Diego Urbisaglia, il più votato del partito ecologista, dopo l’addio per espulsione dal Pd. Le opposizioni puntano invece su Arnaldo Ippoliti di 60100. A presentare il neo collega di partito, Michele Polenta, consigliere “ripescato” dal riconteggio delle schede a scapito del Pd che ha perso il 14 elemento, Jessica Amicucci.

Il consigliere del Verdi, Michele Polenta

Il ricorso del Pd ai Verdi. E traballa già lo scranno di Polenta. Se la maggioranza resta compatta, il Pd non fa sconti e presenta ricorso sull’attribuzione del seggio ai Verdi, chiedendo ancora il riconteggio per recuperare il 14 consigliere. Il verdetto atteso tra tre mesi. Intanto l’endorsment ad Urbisaglia ex Pd: «Ha esperienza amministrativa − spiega Polenta − è al suo terzo mandato da consigliere è consigliere provinciale». Stefano Tombolini (60100) è lo sponsor di Ippoliti: «Persona in grado di garantire quella funzione di controllo, equità e monitoraggio che spetta ad un vice presidente dell’aula ed all’opposizione». «Una persona adeguata che non ci risulta essere stata espulsa da nessun partito per motivi poco ortodossi e con un temperamento adeguato al ruolo», il sostegno ad Ippoliti di Daniela Diomedi (5Stelle) che è più una frecciata ad Urbisaglia (espulso dal Pd per un suo post sulla morte di Carlo Giuliani, ndr). Non c’è storia per Ippoliti che si ferma a 12 (tutta l’opposizione). Eletto Urbisaglia con 18 voti. Un voto Vichi. Il giallo sul diciannovesimo voto mancato, svelato subito. «Scusate ho sbagliato io, non era mia intenzione, massima

Il vice presidente del Consiglio comunale, Diego Urbisaglia

fiducia a Urbisaglia». È Valeria Mancinelli che parla. «Pensavo fosse in corso un’altra votazione e ho scritto Vichi». L’altra votazione, quella per i componenti della commissione elettorale, Matteo Vichi, appunto, e Massimo Mandarano, quelli candidati dalla maggioranza.

Il giuramento del sindaco. Alle 12:13 il giuramento solenne del sindaco, Valeria Mancinelli. La formula di rito, con indosso la fascia tricolore, poi il lungo applauso. La maggioranza in piedi e dai banchi di rimpetto si alzano subito anche Rubini e De Angelis. Gli altri, seduti. Solo all’ultimo si convincono e si alzano anch’essi.

Il sindaco Valeria Mancinelli

«Il giuramento ha una formula di rito, ma non è un mero rituale − apre l’intervento il sindaco −. Come sempre le opinioni potranno essere diverse e su queste ci confronteremo. Il confronto non è la patologia della democrazia, ma il suo funzionamento stesso. Ci aspetta un lavoro importante e continueremo a lavorare come sempre fatto ognuno nel suo ruolo. Sarò il sindaco di tutti i cittadini, ma non sono ipocrita, non difenderò tutte le posizioni, ma perseguirò gli obiettivi secondo un punto di vista che è quello della maggioranza indicata dai nostri concittadini. Questo non significa che non sarò aperta al contributo degli altri. La democrazia non si difende urlando, ma esercitandola. Il che significa discutere e prendere decisioni che possano cambiare la vita reale». Poi la comunicazione delle nomine degli assessori − tutti presenti tranne Andrea Guidotti (Sport) ed Emma Capogrossi (Welfare) arrivata in corso di seduta, con le attribuzioni delle deleghe. Ciccioli chiede la parola ma sulle comunicazioni del sindaco non è previsto dibattito. «Chiedo solo l’impegno alla discussione delle linee programmatiche di Governo nel prossimo Consiglio o comunque prima di settembre». Eppure proprio a settembre potrebbe slittare, dopo il Consiglio sulle commissioni e quello sull’assestamento. Un’ultima foto di gruppo, poi i saluti.

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