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Sos Goletta Verde
per la spiaggia alla foce del Musone

ANALISI - Il punto, monitorato dal programma di Legambiente sulla salute delle coste e delle acque, ha registrato valori di carica batterica superiori al doppio di quelli consentiti per legge. «Sulla spiaggia tra Numana e Porto Recanati manca la dovuta segnaletica che avvisa i bagnanti della qualità delle acque», denuncia Pulcini, presidente della onlus ambientalista

La presentazione dei dati di Goletta Verde 2018

 

 

La spiaggia a sud della foce del Musone tra Numana e Porto Recanati e foce del Tronto, a San Benedetto del Tronto, nella Riserva naturale regionale Sentina i due bollini rossi di Goletta Verde nelle Marche, il monitoraggio di Legambiente sull’inquinamento delle coste e delle acque. Dodici i punti in cui sono avvenute le rilevazioni nelle Marche, due quelli che sono risultati molto inquinati, vale a dire con valori di carica batterica oltre il doppio dei valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010).

A parte l’allarme per le due località, la situazione delle acque marchigiane appare generalmente migliorata, fatto determinato però, sottolineano da Legambiente, anche dall’assenza di piogge, nei confronti dei cosiddetti “malati cronici”, ovvero i casi dove la mancata depurazione resta un problema irrisolto da troppi anni, come il caso della foce del Tronto. E sul tema la onlus ambientalista è decisa a presentare degli esposti alle autorità competenti nel tentativo di porre fine alle criticità che attanagliano il territorio marchigiano.

La Goletta Verde di Legambiente

I luoghi sotto osservazione sono stati: in provincia di Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto – Riserva naturale regionale Sentina – foce del Tronto, risultato fortemente inquinato, poi Porto d’Ascoli – foce torrente Ragnola, risultato entro i limiti e ancora Grottammare – spiaggia 20m sud foce torrente Tesino (entro i limiti). Nella provincia di Fermo sorvegliati: Porto San Giorgio/Fermo – foce Ete Vivo (entro i limiti) e Porto Sant’Elpidio – spiaggia presso foce fosso dell’Albero (entro i limiti). Nella provincia di Macerata i monitoraggi sono stati effettuati a Civitanova Marche/Potenza Picena – spiaggia presso foce fosso Asola (entro i limiti) e la zona a cavallo con la provincia di Ancona Porto Recanati/Numana – spiaggia 20m sud foce fiume Musone, risultata fortemente inquinata). Ad Ancona poi sotto controllo la spiaggia di Marcelli (entro i limiti) e Senigallia con la spiaggia di Ponte Rosso – lungomare Dante Alighieri ed il punto spiaggia 30m sud foce fiume Misa( entrambe risultate entro i limiti). Infine per la provincia di Pesaro-Urbino, monitorate la foce del fiume Foglia a Pesaro e quella del fiume Tavollo a Gabicce Mare, entrambe risultate entro i limiti.

I dati sono stati presentati questa mattina nella Sala Rossa del Comune di Pesaro, dove sono intervenuti Enzo Frulla, presidente del circolo Legambiente di Pesaro, Katiuscia Eroe, portavoce di Goletta Verde, Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche, Franca Foronchi, assessore all’Ambiente del Comune di Pesaro, Andrea Biancani, consigliere regionale e presidente della commissione Ambiente Regione Marche, e Mauro Tiviroli, Marche Multiservizi Spa.

«Premesso che il nostro monitoraggio non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi per porre rimedio all’inquinamento dei nostri mari − dichiara Katiuscia Eroe, portavoce di Goletta Verde − spiace constatare come la mancata depurazione affligga ancora in maniera drammatica il nostro Paese. È ora di dire basta ad ogni forma di alibi, l’Italia intervenga immediatamente per contrastare questa emergenza affinché la gestione delle acque reflue e l’adeguamento del nostro sistema depurativo, insieme a progetti di qualità e innovativi, diventi una delle priorità dell’agenda politica. Non sono più ammessi ritardi e multe a carico della collettività, come quella che siamo stati condannati a pagare all’Ue da 25 milioni, pari a più 30 milioni ogni sei mesi finché il nostro Paese non si metterà in regola».

Commenta Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche: «Dai monitoraggi effettuati quest’anno la situazione sembra essere migliorata, anche se ad incidere su questo risultato è stata pure l’assenza delle piogge. Bene i lavori di potenziamento dei depuratori che permetteranno a questa regione, in futuro, di avere una qualità delle acque migliori, ma non dimentichiamoci dei casi limite, come la foce del Tronto, a San Benedetto del Tronto, che da anni ormai presenta sempre cariche batteriche elevate. Ecco perché − continua − nei confronti dei cosiddetti malati cronici presenteremo degli esposti per fare in modo che si superino le criticità che da troppo tempo rendono questi luoghi delle fogne a cielo aperto. È sconvolgente, inoltre, riscontrare la presenza dei bagnanti nei luoghi giudicati inquinati, come a Porto Recanati/Numana, alla spiaggia a 20 metri a sud della foce del fiume Musone, dove peraltro è completamente assente la cartellonistica informativa, obbligatoria da anni per i comuni, e che dovrebbe avere la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare, e persino quella col divieto di balneazione, non presente neppure alla foce del Tronto. A compromettere lo stato di salute delle nostre acque, oltre alla cattiva depurazione − aggiunge ancora Pulcini −, vi è anche l’arrivo dei rifiuti solidi in mare, come l’enorme quantità di plastica che sta invadendo i nostri mari. Ecco perché questa sera chiudiamo la tappa marchigiana di Goletta Verde con un convegno dedicato al tema del beach litter e marine litter e alla legge Biancani che, nella nostra regione, punta alla riduzione di rifiuti plastici nelle spiagge e nelle acque marchigiane».

Il dettaglio delle analisi di Goletta Verde. Il monitoraggio di Goletta Verde (eseguito dalla squadra di tecnici di Legambiente il 28 e 29 luglio 2018 prende in considerazione il campionamento dei punti critici che vengono principalmente scelti in base a un “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni non solo dei circoli di Legambiente ma degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. Per questo vengono prese in esame le foci dei fiumi, torrenti, gli scarichi e i piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge: queste situazioni sono i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta all’insufficiente depurazione dei reflui urbani che attraverso i corsi d’acqua arrivano in mare. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli) e abbiamo considerato come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori.

La foce del fiume Musone (foto Legambiente)

Tra i fattori inquinanti, troppo spesso sottovalutati, c’è anche il corretto smaltimento degli olii esausti. Ecco perché anche quest’anno il Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati è main partner della campagna estiva di Legambiente. Attivo dal 1984 anni, il Conou garantisce la raccolta e l’avvio a riciclo degli oli lubrificanti usati su tutto il territorio nazionale: lo scorso anno nelle Marche il Consorzio ha recuperato 5.671 tonnellate di questo rifiuto pericoloso per la salute e per l’ambiente. L’olio usato – che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli – è un rifiuto che deve essere smaltito correttamente: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in acqua inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche. Ma l’olio usato è anche un’importante risorsa perché può essere rigenerato tornando a nuova vita in un’ottica di economia circolare: il 98% dell’olio raccolto viene classificato come idoneo alla rigenerazione per la produzione di nuove basi lubrificanti, un dato che fa dell’Italia il Paese leader in Europa. «La difesa dell’ambiente e in particolare del mare e dei laghi − spiega il presidente del Conou, Paolo Tomasi − rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione. L’operato del Consorzio non solo evita una potenziale dispersione nell’ambiente di un rifiuto pericoloso, ma lo trasforma in una preziosa risorsa per l’economia del Paese».

Il monitoraggio scientifico. I prelievi e le analisi di Goletta Verde vengono eseguiti dai tecnici di Legambiente che anticipano il viaggio dell’imbarcazione a bordo di un laboratorio mobile attrezzato. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene nel laboratorio mobile lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura dell’acqua, ph, conducibilità/salinità). Le analisi chimico-fisiche vengono effettuate direttamente in situ con l’ausilio di strumentazione da campo. Il numero dei campionamenti effettuati viene definito in proporzione ai Km di costa di ogni regione.

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