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Un ballo in maschera torna alle Muse
dopo 15, con l’ambientazione originale della vicenda

ANCONA - L'opera verdiana apre la stagione di lirica del Massimo cittadino il 21 settembre (replica pomeridiana il 23). Allestimento dall'intensa tinta nordica, alla corte svedese di re Gustavo III, proprio come Verdi voleva, prima che la censura romana imponesse uno spostamento a Boston. Bacchetta del direttore Guillaume Tourniaire, regia di Pete Brooks e cast d'eccezione tra cui figura anche Anastasia Pirogova, formatasi all’Accademia di Osimo

La presentazione della stagione lirica di Ancona

 

La direttrice di Marche Teatro Velia Papa

 

di Adriana Malandrino

Dallo storico allestimento del 2003, firmato Giancarlo Cobelli, al Teatro delle Muse non si rappresentava Un ballo in maschera, l’opera in tre atti su libretto di Antonio Somma (basato su quello di Eugène Scribe, Gustave III, ou le Bal Masqué) e musica di Giuseppe Verdi. Con questo titolo si aprirà, il 21 settembre alle 20.30 (replica pomeridiana delle 16 il 23 settembre) la Stagione Lirica di Ancona curata dalla Fondazione Teatro delle Muse, presentata questa mattina dal direttore artistico Vincenzo De Vivo e dalla direttrice di Marche Teatro, Velia Papa, con il cast al completo e l’assessore comunale alla cultura Paolo Marasca. Per questo nuovo allestimento della fondazione, la bacchetta sarà del direttore Guillaume Tourniaire (per il terzo anno di seguito in stagione), la regia di Pete Brooks, già autore della Tosca del 2016, e l’orchestra, come da tre anni a questa parte, sarà la G.Rossini di Pesaro. A quindici anni di distanza dalla rappresentazione nel teatro cittadino riaperto, viene dunque riproposta quest’opera con l’ambientazione originale della vicenda, dall’intensa tinta nordica, alla corte svedese di re Gustavo III, proprio come Verdi voleva, prima che la censura romana imponesse uno spostamento a Boston, presso il governatore britannico Riccardo. La storia di un regicidio fu considerata oltraggiosa in clima risorgimentale. La produzione anconetana di quest’opera invece – molto amata in città tanto da essere rappresentata ogni due anni alle Muse dal 1861, a tre anni dalla prima rappresentazione romana, e fino al 1879 – fa riferimento alla versione svedese del libretto e colloca gli eventi nel periodo direttamente precedente alla guerra del 1914-18, momento di transizione tra la vecchia Europa monarchica e i regimi del XX secolo. «Mi ha colpito di quest’opera la grande contraddizione tra i momenti scuri e bui e la musica estremamente vitale, proprio come accade in Shakespeare. La mia regia lavora per flashback, che mi permettono una lettura approfondita della dimensione psicologica dei personaggi. Tutta la storia è vista con gli occhi del re, artefice del suo destino e attraverso gli occhi del paggio, Oscar, alter ego del protagonista. Un meccanismo simile lo ritrovo nel Re Lear tra il fool e il sovrano» ha spiegato il regista Brooks alla stampa. Uno spettacolo la cui scena, composta da elementi che ruotano, è in continua evoluzione, arricchita da video che creano atmosfera e suggestioni. «L’essenzialità di questo allestimento si avvicina molto a uno spettacolo di prosa e le capacità attoriali dei cantanti sono state valorizzate − aggiunge De Vivo, al terzo anno di direzione artistica −. Si è scelta, per quest’opera di straordinario equilibrio, una dimensione onirica che ricorda i film di Bergman».

Un titolo atteso dunque per questa apertura di stagione. «Il miracolo di quest’opera, la ventisettesima di Verdi, è la continua mescolanza di leggerezza e dramma assoluto, dall’inizio alla fine − ha aggiunto il Maestro Tourniaire −. È chiaro che servono un cast e un’orchestra di grande energia e personalità». Nel cast figurano alcuni tra i migliori interpreti emergenti nel repertorio verdiano: il tenore Otar Jorjikia, come Gustavo III, Re Di Svezia (Riccardo), che ha cantato il Ballo a Zurigo con la direzione di Fabio Luisi e Ana Petricevic come Amelia, che recentemente ha cantato Leonora nel Trovatore al Teatro Verdi di Trieste. E ancora Anastasia Pirogova, come Ardvison, indovina (Ulrica), formatasi all’Accademia di Osimo ed emergente nei ruoli verdiani tra il Teatro di Busseto e il San Carlo di Napoli, accanto a cantanti di raffinata esperienza come il baritono Alberto Gazale, che sarà Il Capitano Anckarström (Renato). Completano il cast: Veronica Granatiero come Oscar Paggio del re, Luca Bruno per Christian, un marinaio (Silvano), Enrico Marchesini che sarà il Conte Horn (Samuel), Davide Procaccini per il Conte Ribbïng (Tom), Andrea Ferrant, che impersona il giudice e Alessandro Pucci nelle vesti di un servo. Scene e costumi sono di Laura Hopkins, il video è firmato da Simon Wainwright, l’assistente alla regia è Martina Conti, al video David Callanan. Partecipano alla rappresentazione il Coro Lirico Marchigiano “V. Bellini”– Maestro del Coro Arnaldo Giacomucci – e l’Orchestra Fiati di Ancona.

Come di consueto è prevista la guida all’opera: domenica 16 settembre, ore 11, al Ridotto del Teatro delle Muse, a cura del giornalista e critico Fabio Brisighelli (ingresso gratuito). Informazioni e prenotazioni biglietteria Teatro delle Muse tel. 071 52525 biglietteria@teatrodellemuse.org, www.fondazionemuse.org.

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