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‘Progetto Archeotouch’, l’arte
e i pazienti con demenza

ANCONA - Il progetto, articolato su percorsi tattili, durerà due anni al Museo Archeologico Nazionale delle Marche e prevede la partecipazione delle persone con malattia di Alzheimer in fase lieve seguite dal centro diurno dell'Inrca

Il Museo Archeologico Nazionale delle Marche

Il Museo Archeologico Nazionale delle Marche, nella persona della direttrice, Nicoletta Frapiccini, in collaborazione con il Centro diurno Alzheimer Inrca in particolare con Patrizia Civerchia, hanno promosso il progetto: “Le persone con demenza e l’arte: il progetto Archeotouch”. Esso ha l’obiettivo di sviluppare il rapporto tra il mondo della cultura e il sistema dei servizi dedicati all’assistenza di persone con demenza fornendo percorsi di stimolazione con l’utilizzo di tecniche che facilitano la relazione. Esso prevede una serie di visite guidate e percorsi tattili presso il Museo Archeologico Nazionale delle Marche, arricchite da laboratori. All’interno del museo è presente uno spazio Archeotouch, per ospitare sia i percorsi tattili sia le esperienze di laboratorio con materiali originali e calchi e sono comunque incluse le visite nelle sale del Museo.

“Il progetto – spiega una nota dell’Inrca di Ancona –  prevede la partecipazione delle persone con malattia di Alzheimer in fase lieve-moderata, che frequentano il Centro Diurno Alzheimer (Cda) dell’Inrca, degli operatori del Centro e degli operatori museali. Il primo ciclo di incontri ha avuto come principali finalità avvicinare le persone con demenza in fase lieve-moderata all’arte, facilitare la loro partecipazione e valutare qualitativamente il loro grado di interesse, di soddisfazione e l’eventuale ricaduta sulle abilità cognitive.  Ogni incontro prevedeva la visita ad alcune stanze del museo (preistoria, piceni, terrazzo) e lo svolgimento di attività c/o i laboratori del museo in relazione alle stanze visitate (presentazione di oggetti da poter toccare e manipolare quali utensili preistorici, abbigliamento dei piceni, ecc.) al fine di incentivare la partecipazione attiva”.  Gli incontri sono stati accolti con interesse dagli ospiti del Cda rilevato sia dall’assenza di disturbi comportamentali sia dalle “facies” sorridenti mostrate, oltre che dal luogo in cui è ubicato il Museo Archeologico.

“Palazzo Ferretti, sede del Museo, trovandosi nella parte ‘vecchia’ della città, sotto il colle Guasco, ha fatto riaffiorare in alcuni partecipanti piacevoli ricordi autobiografici legati al luogo riguardanti il periodo della loro giovinezza, stimolando indirettamente anche gli altri componenti del gruppo a parlare dei propri ricordi infantili. – chiude il comunicato stampa –  Le visite, la visione degli oggetti storici, l’ubicazione del museo, hanno quindi avuto un impatto positivo sulla memoria autobiografica, sull’abilità attentiva e hanno indirettamente favorito la comunicazione e la conversazione spontanea. Il progetto continuerà per i prossimi due anni”.

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