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«Mio fratello morto tra l’indifferenza
di chi non doveva dimostrare umanità,
ma fare il proprio dovere»

ANCONA - Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, il 31enne romano morto dopo una settimana di agonia in un calvario tra il carcere e l'ospedale penitenziario, è intervenuta al Nuovo Cinema Azzurro al termine della proiezione di "Sulla mia pelle", il film di Alessio Cremonini che ripercorre le ultime ore di Cucchi. Intervistata da Cronache Ancona, Ilaria Cucchi non ha trattenuto la commozione

L’intervista telefonica ad Ilaria Cucchi al termine della proiezione “Sulla mia pelle” al Nuovo Cinema Azzurro

 

 

«Scusate la commozione, ma tra pochi giorni ricorrono i nove anni dalla morte di mio fratello». In sala si sono appena riaccese le luci in un silenzio di piombo che ha accompagnato i titoli di coda dell’ultima proiezione di “Sulla mia pelle”. Al telefono ieri (7 ottobre), collegata con il “Nuovo Cinema Azzurro” di Ancona, saluta il pubblico con la voce rotta, Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, il 31enne romano morto dopo sette giorni di agonia trascorsi tra il carcere di Regina Coeli e l’ospedale penitenziario Sandro Pertini, dopo l’arresto per droga da parte dei carabinieri, vicenda raccontata dalla pellicola di Alessio Cremonini, presentato all’ultima Mostra del Cinema di Venezia. Trattenuta a Roma per il “Quarto memorial Corri con Stefano”, Ilaria Cucchi ha voluto comunque condividere con il pubblico dell’Azzurro alcune parole, intervistata da Cronache Ancona. La sorella del 31enne sta accompagnando il che ripercorre le ultime ore di Stefano in tutta Italia.

Dopo l’assoluzione dei medici e degli agenti della polizia penitenziaria, si è aperta una seconda inchiesta che vede rinviati a giudizi i carabinieri, che arrestarono Stefano la notte tra il 15 ed il 16 ottobre 2009, per omicidio preterintenzionale e abuso di autorità nei confronti dei militari dell’Arma, accusati di aver colpito Cucchi con schiaffi, pugni e calci, facendolo cadere e procurandogli lesioni divenute mortali per una successiva condotta omissiva da parte dei medici curanti.

Ilaria a che punto è l’iter di questa seconda inchiesta?

«Purtroppo siamo ancora in attesa, dopo nove anni di far luce su ciò che è avvenuto e di avere giustizia. Mio fratello è morto così, come avete appena visto, isolato, solo come un cane, tra mille dolori e l’indifferenza più assoluta di persone alle quali non si chiedeva un atto di pietà o di umanità, ma solo di fare il loro dovere». La voce trema: «Scusate sono giorni molto difficili, tra poco ricorreranno i nove anni dalla morte di Stefano».

In Italia in questo momento si sta discutendo della modifica della legge sul reato di tortura, cosa ne pensa?

«Non so dire se tutto quello che è capitato a Stefano non sarebbe successo se fosse stata in vigore la legge e se la possibilità che essa venga modificata possa rendere più frequenti questi episodi. L’Italia è il Paese delle leggi, ma si è visto anche nel film le storture con cui spesso vengono applicate».

Al pubblico gli interrogativi restano incastrati in gola. Per Ilaria Cucchi non ci sono domande. Il lungo applauso con cui la sala gremita saluta la sorella del giovane morto durante la sua custodia cautelare dicono più di qualsiasi parola.

da sinistra Agnese Carnevali per Cronache Ancona e Chiara Malerba, gestore del Nuovo Cinema Azzurro

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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