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Ex Verrocchio, l’ostello cancellato
per vincere il Bando Periferie

ANCONA - Movimento 5 stelle all'attacco: «ora ci ritroviamo con i fondi evaporati e una spianata per auto che costa di 4,2 milioni di euro». L'architetto Petti: «la Giunta si è rimangiata la parola»

Sopra, l’ultimo progetto dello studio Sardellini per la nuova autostazione all’ex Fornace Verrocchio, sotto lo stato attuale

L’ostello all’ex Verrocchio fatto fuori dal progetto di riqualificazione dell’ex fornace per partecipare al Bando Periferie. Peccato che ora i finanziamenti sono di nuovo tutti in bilico, mentre la città di certo è rimasta senza foresteria. Chiuso l’ostello della gioventù di via Lamaticci perché inagibile, anche il nuovo albergo disegnato dall’architetto Erskine è stato cassato, per riuscire a vincere i 4 milioni di euro necessari a mettere fine all’incompiuta ultra decennale. E’ questa la spiegazione data dal Comune ai commissari della commissione lavori pubblici, ripercorrendo la storia dello scheletro di via Flaminia. Una beffa, visto le giravolte del governo: i fondi periferia prima sono stati eliminati con il decreto Milleproroghe, poi solo nel tardo pomeriggio di oggi giovedì 18 ottobre è arrivato il parziale dietro front che lascia sperare in un ripristino dei finanziamenti.  Un futuro a dir poco incerto, ma è il passato che continua a far discutere. Prima del progetto da 4,2 milioni di euro presentato per il Bando Periferie, infatti, l’Amministrazione comunale aveva puntato su un’altra ipotesi – inserita addirittura nel programma di governo 2013/2018 – ovvero quella di realizzare all’ex Verrocchio, oltre ad un’autostazione, anche un ostello firmato dal famoso architetto svedese Ralph Erskine. Progetto per cui era stata anche approvata una variante urbanistica dal Consiglio comunale. «Non capivamo perché, di punto in bianco, l’ostello fosse sparito dal progetto – ricostruisce le tappe la capogruppo del Movimento 5 stelle Daniela Diomedi – ma finalmente l’abbiamo scoperto». A far luce su un punto rimasto finora oscuro è stata un’audizione dello scorso martedì in Commissione Lavori Pubblici e Porto ai tecnici del Comune Claudio Centanni e Stefano Perilli: «è emerso che l’ostello è dovuto sparire perché non coerente con le direttrici che vincolavano la progettazione del Bando Periferie e che contemplavano solo luogo (periferie), sicurezza e mobilità sostenibile – prosegue Diomedi -. In sostanza, al posto del manufatto di Erskine, che sarebbe stato l’unico in Italia firmato dal celebre architetto, ci dovremo accontentare di una spianata per 260 auto, uno stallo dei bus ed un frontalino che dovrebbe ospitare funzioni a servizio. Il tutto, al modico costo di 4,2 milioni di euro. Un affare davvero. Per poter concorrere al Bando Periferie, gli uffici comunali hanno allestito un progetto scarso in fretta e furia (appena 60 giorni) e l’Amministrazione si è rimangiata la parola data non solo ai progettisti, ma anche agli anconetani». Una linea, quella di Diomedi condivisa anche dagli architetti ed ingegneri che avevano collaborato alla stesura del progetto «pre-bando periferie», tra cui Giulio Petti, che conferma «l’intenzione di salvaguardare il progetto Erskine. C’eè un contratto firmato che va rispettato e i nostri avvocati ci stanno lavorando. All’ultimo momento, quando i soldi erano in procinto di arrivo, l’Amministrazione ha cambiato le carte in tavola e non ci ha più contattati. Siamo venuti a sapere che il progetto era cambiato dalla stampa e per il sindaco Valeria Mancinelli non esistiamo più». Oltre al dietrofront, l’architetto punta l’accento anche sull’impoverimento di Ancona: «siamo una città universitaria senza un ostello perché l’unico che c’era l’hanno fatto chiudere e quello in progetto si è preferito accantonarlo».

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