
a sinistra: il preside di Architettura Saad Din Zeytun dell’Università di Aleppo, al centro il professore Gabriele Fangi, alla sua sinistra il rettore dell’Università di Aleppo, Mohamed Afuni, e alla sinistra Reme Ackr, la responsabile del Syrian Trust per la ricostruzione dei monumenti
Siglato l’accordo tra l’Università Politecnica delle Marche ed Università di Aleppo per la ricostruzione del minareto della moschea degli Omayyadi di Aleppo. Un’intesa che arriva a poco più di un anno dalla mostra “La Siria Perduta. La Geomatica documenta”, curata dal professore Gabriele Fangi e dal gruppo di Geomatica dell’Univpm ed a poco più di un mese dall’ultimo viaggio in Siria del docente, compiuto dall’1 al 15 ottobre scorso, invitato dal Syrian Trust for Development. Un viaggio durante il quale Fangi ha incontrato autorità accademiche e governative di Aleppo con l’obiettivo di avviare il progetto di ricostruzione del Minareto. Oggi, al Faculty Lab della Politecnica, a Monte Dago, ad Ancona, il racconto dalla viva voce del docente, di questi ultimi 15 giorni, nella così detta capitale del Nord della Siria. Due settimane in cui si sono consolidate le basi per rendere operativi gli interventi di recupero del monumento di culto. Un percorso apertosi più di un anno fa, con l’apertura al pubblico in occasione della “Sharper, la notte europea dei ricercatori 2017” ad Ancona, della mostra “La Siria Perduta. La Geomatica documenta”. L’esposizione presentava la documentazione metrica di alcuni dei più significativi monumenti della Siria, eseguita dagli studenti della Università Politecnica delle Marche, durante il corso di Fotogrammetria, grazie a una tecnica innovativa, la Fotogrammetria Sferica, messa a punto proprio dal professor Fangi. La grande moschea di Damasco, il teatro romano di Bosra, quello di Palmira, il tempio di Bel, l’arco trionfale di Palmira, le mura della Cittadella di Aleppo e infine il minareto della moschea degli Omayyadi di Aleppo sono solamente alcuni dei 28 monumenti documentati, con fotografie panoramiche, rilievi 3D e video animati. Molti monumenti sono stati distrutti, di altri non se ne conosce lo stato. Il video sulla mostra, pubblicato online in lingua inglese, ha fatto il giro del mondo ed è arrivato direttamente in Siria da chi sta lavorando per il recupero dei monumenti. E in un anno le relazioni con la Siria si sono intensificate, tanto da arrivare all’accordo tra Univpm e Università di Aleppo per il progetto di ricostruzione del Minareto. I due atenei stanno concordando un’intesa per la formazione e la ricerca internazionale con l’opportunità di interscambio di studenti.
Nel corso del suo ultimo viaggio in Siria, Fangi ha incontrato il governatore di Aleppo Hussein Diap, Reme Ackr la responsabile del Syrian Trust per la ricostruzione dei monumenti, il rettore dell’università Mohamed Afuni e il preside di Architettura Saad Din Zeytun dell’Università di Aleppo. Ora la facoltà di architettura siriana è concentrata su un grande progetto di ricostruzione di Aleppo e chiede l’aiuto della Politecnica per il rilievo, restauro dei suoi monumenti e per la loro ricostruzione. Probabilmente diventerà uno dei più importanti e grandi cantieri del mondo.
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