
Foto d’epoca della posa della prima pietra
di Giampaolo Milzi
Reperti importanti, preziosi, alcuni straordinari perché molto antichi (risalenti al XVII secolo), di cui in pochissimi sono a conoscenza. Che, se valorizzati, raccontano la storia dell’ex ospedale Umberto I di Ancona (oltre a quella delle strutture di ricovero antecedenti) che portarono in tempi record, tra il 1906 e il 1911, alla costruzione del primo ospedale civile laico, per l’epoca davvero all’avanguardia in Italia, del capoluogo marchigiano.
La notizia è che molti di quei reperti, per lo più targhe commemorative, sono ancora nell’edificio centrale del nosocomio, un immobile che assieme a quello adiacente è oggetto di “infiniti” lavori (in forte ritardo) per la realizzazione da parte dell’Asur proprietaria di una residenza protetta per anziani e di una sanitaria assistita oltre che di laboratori di medicina. Altro prezioso ed eterogeneo materiale d’epoca è invece delocalizzato separatamente in vari uffici del Regionale di Torrette. Percorsi pochi metri, sotto il pavimento dell’ingresso principale in largo Cappelli del fu ospedale civile, giace dimenticata la sua prima pietra, contenente una pergamena con dedica e firma degli allora sovrani Vittorio Emanuele III ed Elena, giunti appositamente ad Ancona il 24 giugno 1906 per la cerimonia d’avvio del cantiere. Lungo le pareti delle due rampe di scale che si aprono ad “elle”, ecco le lapidi in pietra, un paio plurisecolari, con scritte in latino, una più piccola con vertice trapezoidale, del 1640, e una più grande di forma orizzontale e testo molto lungo collocata nel 1646. Entrambe dedicate a Costantino Maurodini, mercante greco di Costantinopoli morto ad Ancona nel 1589, il quale lasciò un’eredità alla Confraternita della Misericordia e Morte; le rendite di quel lascito consentirono alla Confraternita di erigere tra il 1645 e il 1676 l’ospedale della Santissima Trinità, che si fuse col precedente, dedicato a Sant’Anna, fondato nel 1567 dal condottiero, anche lui di Costantinopoli, Alessio Lascaris.
Il complesso ospedaliero e per poveri di S.Anna – S.S. Trinità, sorto nel convento poi ristrutturato che da decenni ospita la sede dei laboratori scientifici e di ricerca dell’Inrca, dietro i pochi resti, in via Birarelli della chiesa di Sant’Anna de’ Greci (distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale) può essere considerato il primo antenato storico dell’Umberto I. Le targhe del greco Maurodini furono traslate nei primi decenni del XXIX secolo in un ospedale religioso più grande ed efficiente, approntato nel 1817, in un altro convento, quello di San Francesco alle Scale, retto dall’ordine dei Fatebenefratelli di Ancona. Nello stesso ospedale fu spostata la targa di Giuseppe Berardi (anche questa presente nell’androne dell’ex Umberto I), cui va il merito di aver donato un lascito nel 1802 ad un altro piccolo nosocomio, riservato alle inferme. Sempre “leggendo” le pareti dell’atrio dell’ex Umberto I, la storia ci riporta all’ospedale conventuale di San Francecso alle Scale: due lapidi omaggiano padre Benedetto Vernò, priore del citato ordine dei Fatebenefratelli (dal 1837 al 1850), fondatore di un reparto per i malati di mente, inaugurato nel 1840 col nome di Ospizio di San Giovanni di Dio; un’altra è un tributo al marchese Giovanni Ruffini, che “nel luglio del 1822 fece erede del ricco suo patrimonio questo ospedale (quello di San Francesco alle Scale, ndr.)”.
Tutte i reperti fini qui citati furono trasferiti dal convento-ospedale di San Francesco alla Scale al neo-inaugurato Umberto I. Nella cui parete nell’atrio che guarda alle rampe di scale, occhieggia la nicchia che contiene, circoscrivendolo, il busto del dott. Domenico Pacetti (datata 1927), avvocato, sindaco di Ancona e deputato che si spese moltissimo per l’edificazione dell’ospedale civile ultimata il 20 novembre 2011. Tralasciando per brevità, la descrizione di altre lapidi più recenti, va sottolineato – come ci ha confermato il capocantiere che guida la riconversione, sempre ad usi sanitari, dei due plessi dell’ex Umberto I – che tutti i reperti fino ad ora citati sono tutelati e vincolati dalla Soprintendenza per il loro interesse storico. Un interesse storico che prosegue, lo ripetiamo, al Regionale di Torrette, gestito dall’azienda Ospedali Riuniti di Ancona. Qui, in varie direzioni e reparti, si possono scoprire altre testimonianze del glorioso passato dell’Umberto I: un dipinto ottocentesco che ritrae il priore Benedetto Vernò; la campana della chiesetta degli anni ’20 presente all’Umberto I e poi demolita; un grande tavolo e altri mobili d’inizio ‘900; materiale strumentale radiologico d’epoca; una credenza da farmacia con contenitori e vasi in ceramica per medicinali. Infine, all’Archivio di Stato di Ancona, nel 1995, è stato depositato l’intero archivio documentale della storia dell’Umberto I e del periodo precedente la sua nascita. Le carte attengono in larga parte alla gestione amministrativa e contabile dell’ospedale (79 cartelle e 53 registri). Di particolare valore le copie settecentesche dei lasciti testamentari di Alessio Lascari e del Maurodini alla base della fondazione degli ospedali di Sant’Anna e della SS.Trinità. Diversi documenti riguardano la confraternita del S.S. Sacramento. Tutto il patrimonio citato fin qui, assieme alle fotografie e ad altri documenti di una mostra organizzata nel 2011, a nostro avviso andrebbe per il più possibile recuperato e riunito per fondare un vero e proprio museo dell’ex Umberto I. Voci ufficiose, provenienti dalle alte sfere dirigenziali dell’Azienda Ospedali Riuniti (AOU) di Ancona, fanno ben sperare sulla volontà della creazione di questa importante sede espositiva, magari all’interno del complesso dell’ospedale regionale di Torrette. Una speranza, un sos, rivolta naturalmente anche all’Asur.


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