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Il primo Calenda post Pd ad Ancona,
«Penso a una casa per riformisti»
E scherza: «Tessera n.2 alla Mancinelli»

IN PIAZZA – L'eurodeputato che ha lasciato la direzione dei dem sbattendo la porta dopo l'apparentamento con i 5 stelle spara a zero, dal parco di Posatora, su Matteo Salvini definendolo «bullo di cartapesta mezzo nudo al Papetee» e critica a più riprese i pentastellati. Domani sarà alla Festa dell'Unità di Pesaro, «Alessia Morani permettendo»

 

 

Calenda e Mancinelli a Posatora

 

di Martina Marinangeli (foto di Giusy Marinelli)

Una «casa per i riformisti» aperta agli iscritti al Pd, con la possibilità di «avere la doppia tessera e di lavorare insieme». Carlo Calenda, ancora in fase post-rottura, traccia la linea per il prossimo futuro e, stasera ad Ancona, ha confermato l’idea di dare vita ad una nuova forza politica, durante un dialogo pubblico su sviluppo e lavoro con la sindaca dorica Valeria Mancinelli a cui, scherzando (ma fino ad un certo punto), ha offerto «la tessera numero 2» del nascituro partito. Sul tavolo, inevitabilmente, la crisi di governo ed il Conte bis, con l’apparentamento Dem-5 stelle che lo ha spinto a lasciare il Pd sbattendo la porta.

Domani però, nonostante tutto, sarà alla Festa dell’unità di Pesaro «perché sono compagni di strada. Certo, Alessia Morani permettendo», ironizza riprendendo il botta e risposta al vetriolo con la deputata Dem, che lo ha accusato via Twitter di usare le iniziative di partito per lanciare la sua nuova forza politica. «Cara Alessia – ha cinguettato in mattinata Calenda – avevo disdetto la presenza a tutte le feste. Mi hanno chiesto di andare comunque. Ma se lo ritenete inopportuno non ho problemi a cancellare. Parto alle 16 per Ancona. Fatemelo sapere prima».
Ad ascoltare lo show dell’europarlamentare – che picchia duro sull’ex vicepremier Matteo Salvini, definendolo «bullo di cartapesta mezzo nudo al Papetee» e «irrilevante» – tra gli altri, l’imprenditore Adolfo Guzzini, «grande amico da tempo e domani vedrò per la prima volta la sua fabbrica», l’ex Rettore di Camerino Flavio Corradini che ha lanciato da qualche settimana la sua corsa alle primarie del centrosinistra per le Regionali ed è ormai un habitué degli appuntamenti della Mancinelli al parco di Posatora (il quarto ed ultimo, sabato con Giorgio Gori, sindaco di Bergamo), il consigliere regionale delegato alla Sanità, Federico Talè, e i bodyguard politiche della sindaca, Piergiorgio Carrescia ed Emanuele Lodolini.
Raccoglie applausi per i suoi interventi fiume, anche dalla Mancinelli stessa, che sulla possibilità di spostarsi dal Pd alla «casa dei riformisti» di cui parla Calenda, dribbla con un «non parlo dell’attualità politica, siamo qui per parlare del futuro».
Individua i problemi cardine nella questione sanitaria e negli investimenti produttivi, e dice di voler fare il «ministro della Pubblica Istruzione, il lavoro più importante del mondo». Torna poi al leitmotiv del governo nazionale, parlando di «scelta politicamente sbagliata quella di allearsi ai 5 stelle per paura che Salvini vincesse le elezioni: il problema è perché operaio e persona disagiata votino Salvini».

 

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