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Condannato ad Atene il papà di Sassoferrato:
«Processo kafkiano, presenterò appello»

EMILIO VINCIONI ieri è comparso davanti al tribunale greco dopo l'arresto dell'1 febbraio per parziale versamento dell'assegno di mantenimento all'ex coniuge. Pena sospesa con i benefici di legge. A maggio inizierà ad Ancona il processo per sottrazione internazionale di minore e l'associazione Penelope Marche si costituità parte civile. Intanto un eurodeputato del M5S chiede chiarimenti sulla vicenda alla Commissione europea

Emilio Vincioni ieri all’aeroporto di Atene

 

Racconta di essere stato protagonista di un «processo kafkiano, vittima, insieme a mia figlia, di aberrazioni disumane poste in essere ormai da 4 anni». Poi spiega di essere stato condannato al minimo della pena con i benefici di legge dopo la denuncia dell’ex moglie ateniese che lo accusava di non aver pagato l’intera quota mensile dell’assegno di mantenimento, 400 euro invece di 550. «Questa storia mi ha depauperato anche sotto il profilo economico» ammette, annunciando che impugnerà in appello la sentenza dei giudici greci. Quella di ieri, per Emilio Vincioni, il papà sassoferratese che combatte da 4 anni  per vedere riconosciuti i suoi diritti di padre, «è stata una giornata allucinante» per sua stessa ammissione. Arrestato e trattenuto per l’intera notte negli uffici della polizia tra l’1 ed il 2 febbraio ad Atene, dove vive la sua bambina con l’ex coniuge e dove era andato a consegnare i regali di compleanno alla piccola, nelle more del giudizio l’uomo era rientrato a casa, nelle Marche. Ieri mattina si è imbarcato sul volo Roma-Atene per poter partecipare all’udienza per direttissima del processo, rinviata lo scorso 3 febbraio in assenza della denunciante. «Terminata l’udienza sono dovuto correre all’aeroporto rischiando anche di perdere l’aereo – racconta il bancario di Sassoferrato – quindi ho chiesto molto velocemente alla traduttrice, che mi sono dovuto pagare personalmente perché lo stato greco non sembrerebbe in grado di garantire un servizio qualificato in questo senso. Dovrebbero avermi concesso tutte le attenuanti possibili ed inflitto il minimo della pena che ovviamente è sospesa. Comunque ho intenzione di contestare e appellare la sentenza, a parere dei miei legali illegittima». Non aggiunge altro perchè l’amarezza cresce.

Giorgia Isidori, presidente di Penelope Marche

La battaglia legale a maggio si sposterà nell’aula del tribunale di Ancona. Vincioni ha denunciato l’ex moglie per sottrazione internazionale di minore. La donna, dopo essersi sposata nel 2013 ed essere andata a vivere a Sassoferrato, nel 2016 aveva scelto di partorire ad Atene. Dopo la nascita della bimba (di cittadinanza italiana) ha preferito non rientrare nell’abitazione di residenza, in Italia. E’ così iniziata una guerra legale  che è rimbalzata anche nelle aule di giustizia europee. Nella sua richiesta di tutela dei diritti genitoriali, Vincioni è sostenuto dall’associazione Penelope Marche. «Più di una volta Emilio ha ribadito che la sua bambina continua ad essere ‘orfana di padre vivente’ e che lui stesso si sente più turista che papà per tutta la complicata vicenda che sta vivendo – spiega la presidente di Penelope Marche, Giorgia Isidori – Riesce ad abbracciare la bambina solo poche volte l’anno e soltanto in Grecia. Per questo motivo la nostra associazione  si costituirà parte civile alla prima udienza del processo penale per sottrazione di minore, che si svolgerà ad Ancona tra qualche mese».

L’eurodeputato del M5S, Ignazio Corrao

Nel frattempo due parlamentari marchigiani della Lega, Luca Paolini e Giorgia Latini, hanno presentato sul caso  un’interrogazione al ministro Bonafede mentre il Movimento 5 Stelle Europa, tramite il deputato palermitano Ignazio Corrao ha sottoposto alla Commissione europea l’urgenza di definire con chiarezza il concetto di ‘residenza abituale del neonato’. «Dopo anni di battaglie, Vincioni è andato in Grecia per festeggiare il compleanno della figlia e, una volta atterrato, è stato arrestato e costretto a subire umiliazioni e situazioni paradossali. – ricorda il documento  dell’eurodeputato pentastellato – Il regolamento 2201/2003 prevede il ritorno del minore illecitamente trasferito o trattenuto all’estero nel Paese in cui questi aveva la residenza abituale prima del trasferimento o mancato ritorno. Purtroppo però i tribunali (compresa la Corte di Giustizia europea, nel 2018 ndr.) non hanno ritenuto che l’Italia sia stato il luogo di ‘residenza abituale’ della bambina benché lì si trovassero le residenze sia anagrafiche che effettive di entrambi i genitori. Questa interpretazione rappresenta un pericolosissimo scudo a beneficio della sottrazione di minore. Il risultato è che Emilio Vincioni non ha vissuto i primi anni di vita di sua figlia perché la madre greca ha deciso di non tornare più in Italia. Il caso è inquietante perché ad oggi esiste la possibilità di rendere legali tutte le sottrazioni operate attraverso il legittimo desiderio di partorire nel proprio Paese di origine anziché in quello di residenza».

Finisce in Parlamento il caso del papà di Sassoferrato

Va in Grecia per il compleanno della figlia, la polizia lo arresta per inadempienza nell’assegno di mantenimento

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