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Centro Fontemagna, nidi, centri estivi:
«Osimo è pronta a ripartire»

FASE 2 – Il Comune ha inviato una proposta alla Regione per la riattivazione dei servizi socio-assistenziali e socio-educativi da inserire nel Piano Territoriale regionale. La sicurezza di utenti e personale sarà prioritaria spiega il vicesindaco Paola Andreoni

Paola Andreoni

 

«E’ stata inviata alla Regione, dopo numerosi incontri promossi dall’ Assessorato ai servizi sociali con l’Azienda Asso e la funzionaria responsabile del Dipartimento dei servizi sociali del Comune di Osimo, una proposta per la riattivazione dei servizi socio-assistenziali e socio-educativi da inserire nel Piano Territoriale della Regione stessa». Il progetto è del vice sindaco di Osimo, Paola Andreoni.«Per l’effettiva riattivazione dei servizi ad integrazione socio-sanitaria è necessario aspettare che la Regione Marche approvi specifici protocolli sanitari. -spiega – Il riavvio comporterà una particolare attenzione e un impegno sia dal punto di vista organizzativo che economico richiesto, questo, principalmente dal rispetto delle disposizioni per la prevenzione del contagio e la tutela della salute degli utenti e degli operatori».

Le schede relative alle ipotesi ed alle modalità di riattivazione inviate alla Regione riguardano il Cser Disabili Fontemagna, I nidi d’Infazia 0-3 anni, centri estivi 3-6 anni e centri estivi 6-12 anni.« Tra le misure previste al fine di garantire la sicurezza ci sono il rapporto educatore/utente, la definizione di spazi, gli orari, i gruppi e soprattutto le norme di sicurezza e i dispositivi di protezione individuale. – aggiunge l’Andreoni che detiene la delega ai Servizi sociali – Intendiamo porre la massima attenzione in questa fase di riapertura dei servizi, al fine di procedere prudenzialmente tenendo conto delle disposizioni per la prevenzione del contagio, la tutela della salute degli utenti e degli operatori, di rimodulare i servizi di concerto con l’ Ente Gestore ( Asso Azienda Speciale), con i Servizi Sanitari Territoriali e con le famiglie degli utenti».

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