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Regionali, partita a scacchi senza il re

MARCHE 2020 - Sia il centrosinistra che il centrodestra non trovano l'intesa sul candidato presidente in vista delle elezioni di settembre. Da una parte la figura ormai troppo ingombrante del governatore uscente Luca Ceriscioli, dall'altra i contrasti del tavolo nazionale sul risiko Regioni ricadono su Acquaroli. E riemergono altri tre nomi

Cesetti

L’assessore regionale Fabrizio Cesetti

 

di Luca Patrassi

Se un esponente del Pd del calibro di Fabrizio Cesetti avverte la necessità politica di rendere noto in questi giorni che “se si vuol vincere il candidato deve essere Ceriscioli”, significa che la discussione sulla ricandidatura o meno del governatore della Regione Marche non è tramontata. Vero è che Cesetti è un assessore regionale, e dunque la laudatio potrebbe essere un regalino di fine mandato, ma è vero anche che Cesetti rappresenta anche il pensiero della federazione di Fermo per il peso indiscusso che ha. Cesetti si è espresso pubblicamente, ma lo stesso pensiero percorre le menti di altri due assessori di peso come l’ascolana Anna Casini e il maceratese Angelo Sciapichetti ed anche per questi due il ruolo di amministratore regionale si abbina al peso nelle federazioni pd di riferimento. Il tutto per dire che già ci sarebbero tre federazioni dem pronte a sostenere l’ipotesi Ceriscioli. Restano fuori Ancona, che ha il suo leader nella sindaca di Ancona Valeria Mancinelli e che è anche la provincia di riferimento dell’attuale candidato indicato dalla direzione regionale dem per la guida della Regione, il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi, e Pesaro con il sindaco Matteo Ricci, apparso un pochettino in difficoltà ultimamente con la vicenda Covid 19 e lo slogan #nopanico che non è passato alla storia. Bene, lunedì torna a riunirsi la maggioranza di centrosinistra per discutere il tema delle candidature e sarà interessante anche vedere come svilupperà il dibattito. Dibattito nel quale si è inserita involontariamente anche la Lega con il sondaggio che vedrebbe in vantaggio Ceriscioli. Il governatore uscente Luca Ceriscioli continua a ripetere che non si ricandiderà. A meno che alla fine, ma molto alla fine, non glielo chiedano gli “amici” dem pesaresi. Fuori gioco, sul Ceriscioli bis, Italia Viva e Articolo 1 alle prese con questioni organizzative, distanti apparentemente dalla possibilità di mettere veti credibili sulle candidature in partenza dai democrat.

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Massimo Bacci, sindaco di Jesi

IN CASA DEL CENTRODESTRA altissima tensione dopo la rottura totale al tavolo nazionale con contrasti emersi per quasi tutte le candidature alla guida delle Regioni chiamate al voto. La Lega, non per una questione personale visto che ha detto parimenti no ad altre candidature in altre Regioni, ha detto di non essere d’accordo sulla candidatura indicata da Fdi da Francesco Acquaroli. Il parlamentare del partito della Meloni preferisce non alzare il livello dello scontro ed anzi rassicura sulla solidità della coalizione e sul fatto che si arriverà a una candidatura condivisa nel rispetto degli impegni presi. Acquaroli dunque resta il protagonista della proposta della Meloni per le Marche mentre dalla Lega sarebbero ri-emersi diversi altri nomi iniziando da quello del sindaco di Civitanova Fabrizio Ciarapica che aggrega anche una civica formata da amministratori di diverse province. Il fronte anconetano fa trapelare il nome, per i moderati, del sindaco di Jesi Massimo Bacci, mentre da Ascoli si sente anche una voce legata all’ex sindaco Guido Castelli. Per il centrodestra per ora segnali pochi e confusi in attesa del nuovo vertice romano.

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