
Mario Pianesi e Loredana Volpi
Da riduzione in schiavitù a violenza privata. E’ per quest’ultimo reato che ha patteggiato questa mattina davanti al gup di Ancona Paola Moscaroli il guru della macrobiotica Mario Pianesi, ideatore delle cinque diete Ma.Pi e della catena UPM, gruppo che ha dato vita a ristoranti aperti in mezza Italia. Pianesi, travolto da una mega inchiesta nel 2018 condotta dalla Squadra Mobile dorica e coordinata dal pm Paolo Gubinelli, ha patteggiato un anno e otto mesi, pena sospesa. La moglie Lorena Volpi, per la stessa contestazione, un anno e due. Per entrambi la pena è sospesa. Violenza privata è stata di fatto una riqualificazione di riduzione in schiavitù, reato che aveva sorretto l’inchiesta nata dalla pioggia di denunce sporte dagli ex seguaci della cosiddetta “filosofia pianesiana”. Sostenevano imposizioni e condizionamenti indotti (direttamente o indirettamente) da Pianesi nel loro stile di vita, basati essenzialmente sull’idea salvifica della macrobiotica e sul rifiuto della medicina tradizionale. Nell’inchiesta, inizialmente, erano finiti anche due ex esponenti dell’associazione. I reati in un primo momento ipotizzati a vario titolo andavano dalla riduzione in schiavitù, all’associazione a delinquere passando per fattispecie fiscali.

Mario Pianesi
Ebbene, per tali accuse è arrivata la richiesta di archiviazione da parte del pm. Si è frapposto, con l’opposizione, l’avvocato Francesco Alagna dell’Osservatorio Nazionale Antiviolenza Psicologica di Firenze. Rappresenta una trentina di presunte vittime della “psicosetta macrobiotica”, come ribattezzata dagli inquirenti l’associazione coordinata da Pianesi. Su di lui è anche caduta l’ipotesi che, probabilmente, pesava di più: l’omicidio volontario, riferibile alla morte dalla prima moglie, Gabriella Monti, deceduta nel settembre del 2001 al Lancisi di Ancona per una patologia cardiaca. La procura, nell’avviso di garanzia recapitato circa due anni fa a Pianesi, sosteneva una correlazione tra la morte della donna e una serie di presunte negligenze del marito. Secondo la ricostruzione accusatoria, infatti, era stata la somma derivata da una rigida alimentazione macrobiotica e il rifiuto della medicina tradizionale a far precipitare il quadro clinico della Monti. A spazzare ogni dubbio, e a far archiviare il caso, è stata una perizia medica ordinata dal gip anconetano Sonia Piermartini e redatta dal medico legale Christian D’Ovidio. La relazione aveva sostenuto, in sostanza, la mancanza di una correlazione tra lo stile di vita della donna e il peggioramento delle sue condizioni di salute. Per quanto riguarda la violenza privata di cui si è discusso questa mattina in tribunale: la procura contestava episodi di costrizioni e condizionamenti (verosimilmente in parte elargiti «anche in buona fede») derivati dalla filosofia del “movimento pianesiano” e finalizzati a incidere nello stile di vita delle persone e nel loro benessere psicofisico. Tra le altre cose, Pianesi, avrebbe diffuso (anche in questo caso, in parte, in buona fede) l’idea della macrobiotica come via salvifica dell’umanità. Pianesi e Volpi hanno sempre rigettato ogni contestazione, sostenendo l’insussistenza del quadro accusatorio. Il patteggiamento è stato voluto per evitare un processo lungo e sfiancante. La difesa era rappresentata dagli avvocati Gaetano Insolera e Andrea Soliani.
(fe.ser)
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