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La tela seicentesca di Claudio Ridolfi
restituita all’arcivescovo Spina

ANCONA - I Frati Missionari del Preziosissimo Sangue portarono via l’opera, credendola di loro proprietà, nel 2003, quando lasciarono la chiesa dorica di San Gaspare del Bufalo alla volta di Rimini. I carabinieri del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale l'hanno recuperata e domani la riconsegneranno alla Diocesi di Ancona-Osimo

La tela della “Madonna portata in volo da un coro di putti” di Gaspare Ridolfi

 

 

Quattro secoli fa il pittore Claudio Ridolfi (Verona 1570 – Corinaldo 1644) non immaginava che la sua “Madonna portata in volo da un coro di putti” avrebbe avuto vicende così travagliate, sulle quali ha fatto luce il Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Ancona, in collaborazione con i colleghi del Comando Provinciale di Ancona e Rimini. Il dipinto, delle dimensioni di 190×125 cm, sarà restituito domani, 17 ottobre, alle ore 16, presso la Chiesa di San Gaspare del Bufalo di Ancona a monsignor Angelo Spina, arcivescovo della Diocesi di Ancona-Osimo. Nel corso della cerimonia di restituzione, il sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Ancona, dottor Rosario Lioniello, titolare delle indagini, terrà una conferenza stampa per illustrare l’operazione, alla presenza del tenente colonnello Emanuele Fanara , comandante del Reparto Operativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Ancona, del tenente colonnello Carmelo Grasso, comandante del locale Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale e della dottoressa Francesca Farina storica dell’arte della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Ancona.

I Frati Missionari del Preziosissimo Sangue portarono via l’opera, credendola di loro proprietà, nel 2003, quando lasciarono la Chiesa di San Gaspare del Bufalo alla volta di Rimini. Le indagini condotte dai Carabinieri del reparto specializzato dell’Arma, con la collaborazione dei colleghi di Ancona e Rimini , dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Ancona-Osimo e della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche, hanno appurato che l’opera era parte degli arredi donati in comodato d’uso dalla Diocesi di Ancona ai Frati quando si insediarono nella chiesa. Anche la documentazione archivistica ottocentesca depositata presso l’Archivio di Stato ha confermato la proprietà della Curia. I Carabinieri del Nucleo Tpc di Ancona, il 2 luglio scorso, hanno così sequestrato l’opera presso il Santuario della Misericordia di Rimini. Dopo diciassette anni il dipinto tornerà nel luogo da cui fu illecitamente rimosso e dove i fedeli ancora lo ricordano e hanno sempre pregato per la sua restituzione.

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