Enrico Orazi (al centro con cappellino e mascherina) esce dal negozio di via Rosati insieme ai carabinieri dopo la notifica del provvedimento
di Gianluca Ginella (Foto di Fabio Falcioni)
Omicidio di Rosina Carsetti, questa mattina il marito della 78enne uccisa, Enrico Orazi, è stato arrestato su esecuzione della misura cautelare chiesta dalla procura di Macerata e accolta dal tribunale del riesame di Ancona. In prima istanza il gip del tribunale di Macerata non aveva ritenuto di disporre misure cautelari anche per via dell’età di Orazi, che ha 78 anni. Per la procura però c’è rischio di inquinamento delle prove e sarebbe questo il punto che ha portato il Riesame ad accogliere il ricorso (la decisione era stata comunicata il 17 marzo ma non immediatamente eseguita perché poteva essere appellata in Cassazione). Orazi dovrà stare ai domiciliari. La figlia Arianna e il nipote Enea, anche loro, come Orazi, accusati di omicidio volontario di Rosina, erano stati arrestati lo scorso 12 febbraio (entrambi sono in carcere, lei a Villa Fastiggi di Pesaro, lui a Montacuto di Ancona). I carabinieri questa mattina intorno alle 11 hanno eseguito il provvedimento raggiungendo Orazi al negozio di autoricambi di proprietà della famiglia, in via Rosati, a Macerata. Orazi è stato poi portato alla caserma di via XX settembre, da lì andrà poi ai domiciliari.
Rosina Carsetti è stata uccisa il pomeriggio del 24 dicembre. Secondo la ricostruzione della procura si tratterebbe di un omicidio premeditato. Ad orchestrarlo sarebbe stata la figlia della 78enne mentre a uccidere l’anziana sarebbe stato il nipote Enea. Enrico avrebbe avuto invece un ruolo marginale. La donna è stata soffocata. In questi giorni sono in corso gli accertamenti dei Ris (ormai in via di conclusione) sul materiale che è stato sequestrato nel corso delle indagini. Alcuni reperti erano stati presi in esame perché Arianna, Enea e Enrico sostenevano che era entrato in casa un rapinatore che aveva legato la figlia di Rosina e il marito: tra questi ci sono dei cavi dell’aspirapolvere della Folletto. Ma dopo che sono emersi nuovi dettagli di indagine e intercettazioni in cui appare evidente che quel racconto era un bluff quei reperti non hanno più peso nell’indagine. Peso invece può avere il materiale biologico raccolto sotto le unghie della vittima. I reperti potrebbero “raccontare” quali siano stati esattamente i ruoli degli indagati nel delitto dando una ricostruzione dell’accaduto. Magari proprio quella (di cui al momento non sono emersi dettagli) che gli indagati hanno fornito ai loro legali, gli avvocati Andrea Netti e Valentina Romagnoli, dopo l’arresto.
(Ultimo aggiornamento alle 12,40)
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