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Picchetto dei lavoratori Elica
davanti allo stabilimento Fime (Foto)

CASTELFIDARDO - E' iniziato questa mattina alle 5.30 nella giornata di mobilitazione che coinvolge tutte le fabbriche della multinazionale di Fabriano. Visita del sindaco uscente Roberto Ascani con la consigliera regionale Simona Lupini dell'on. Alessia Morani, del candidato sindaco dem Marco Tiranti con i consiglieri regionali Manuela Bora e Antonio Mastrovincenzo, e del coordinamento cittadino di FdI

Il picchetto dei lavoratori Elica stamattina davanti alla Fime di Castelfidardo, azienda del gruppo

 

 

E’ iniziato alle 5.30 di questa mattina il picchetto e il presidio di sindacati e lavoratori davanti alla Fime di Castelfidardo, azienda del gruppo Elica, ma la mobilitazione interesserà con uno sciopero di 8 ore anche gli altri stabilimenti della multinazionale di Fabriano. «Alle ore 6, in rappresentanza del circolo Fratelli d’Italia Castelfidardo siamo andati a portare la nostra solidarietà, umana personale e politica, a tutti i dipendenti del gruppo Elica che si stanno mobilitando contro il piano di ristrutturazione aziendale e il processo di delocalizzazione, che prevede di fatto la chiusura dello stabilimento di Mergo e la perdita del lavoro per più di 400 persone. – scrive il coordinamento di FdI Castelfidardo – Crediamo sia chiaro a tutti che questi processi non siano un problema per le sole persone coinvolte ma per tutto il tessuto economico e sociale non solo di Fabriano, Castelfidardo o della provincia di Ancona, ma di tutta la regione. Sono anni che che assistiamo allo sgretolamento progressivo del nostro tessuto industriale, ma se all’inizio questi processi erano dovuti alla mancanza di lavoro e di commesse perché certe produzioni non erano sostenibili economicamente, oggi iniziamo a delocalizzare completamente anche impianti che producono utili e hanno lavoro. Siamo sicuri che il presidente Francesco Acquaroli , la giunta e tutto il consiglio regionale stiano facendo il possibile per porre un rimedio e convincere la proprietà a ritirare il piano, ma è altrettanto evidente che i problemi siano ben più complessi e dipendano dall’assoluta mancanza di regole e leggi uguali per tutti all’interno della Comunità Europea. Dobbiamo lottare per salvare il lavoro».

Il sindaco di Castekfidardo, Roberto Ascani, al presidio dei lavoratori Elica davanti allo stabilmnento Fime

Nel corso della mattinata anche il sindaco uscente di Castelfidardo, Roberto Ascani (M5S), ha fatto visita al presidio del lavoratori per portare la solidarietà della città.«Siamo al fianco dei lavoratori del gruppo Elica per scongiurare la delocalizzazione e difendere l’industria del nostro territorio. – ha scritto sui social media – Dobbiamo far sentire la voce di tante famiglie che si vedono private del proprio futuro. Qui c’è la conoscenza e il saper fare che non può essere sostituito». A sostegno della mobilitazione, si schiera nuovamente Simona Lupini, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle. «Fime occupa 260 dipendenti, oltre a 50 lavoratori dell’indotto: lo stabilimento realizza motori elettrici, e nelle maestranze c’è il timore che anche questa produzione possa essere spostata in Polonia: come per quelle in pericolo a Cerreto d’Esi, si tratta di produzioni di valore, che devono assolutamente essere tutelate» sottolinea. La consigliera invita a mantenere alta la pressione: «Imprese come Elica sono cresciute grazie alle grandi capacità e ai sacrifici fatti nel tempo dai lavoratori: è fondamentale tutelare l’occupazione e le produzioni di valore su tutto il territorio regionale, da Cerreto a Castelfidardo. Su questo, saranno fondamentali sia la mobilitazione dei lavoratori, e delle loro comunità, sia l’azione istituzionale, con l’impegno importante della viceministra Alessandra Todde: non dobbiamo accettare una delocalizzazione che serve solo ad incrementare i profitti». L’appello finale è di prospettiva. «Dobbiamo passare dalla reazione alla prevenzione delle crisi – evidenzia Simona Lupini – le Marche perdono da anni terreno a livello economico. E’ fondamentale agganciare i fondi per la politica di coesione e gli incentivi fiscali ora previsti per le Regioni meridionali, e studiare come diversificare e riqualificare le nostre produzioni industriali: dobbiamo portare il Governo e la Regione sul territorio, a confrontarsi con le energie e a immaginare un nuovo sviluppo».

Insieme ad una delegazione della sua coalizione questa mattina anche il candidato sindaco di Castelfidardo in rappresentanza del centrosinistra, Marco Tiranti (Pd), ha partecipato allo sciopero sindacale per i dipendenti del gruppo Elica. «Il tema della delocalizzazione quando si parla di aziende e compagnie così grandi (che a differenza delle piccole imprese beneficiano di fondi e aiuti finanziari dallo Stato) non può essere di interesse solo locale o regionale, ma è necessario che da noi partano richieste e proposte per mobilitare l’azione del governo nazionale. – scrive Tiranti – Amministrazioni locali e regione devono unirsi in questa battaglia, oltre ogni tipo di fede politica. Oggi inoltre era presente l’onorevole Alessia Morani del Pd, con la quale ci impegneremo a partecipare a un tavolo di confronto con i sindacati dei lavoratori ed esponenti politici per far arrivare fino a Roma la nostra voce e le nostre proposte. Il tema del lavoro va affrontato capendo quante sfaccettature ci siano al suo interno. Per una comunità locale come la nostra è importante dire che non tutte le imprese si comportano in questo modo: le piccole-medio imprese che negli anni hanno affrontato molte crisi economiche hanno sempre ritenuto che il valore del lavoro andasse promosso QUI, nel nostro territorio, combattendo contro i licenziamenti e mostrando la voglia di ripartire. Sosterremo sempre la forza delle piccole imprese, che pur non beneficiando di risorse nazionali credono come me nel valore delle risorse umane del territorio».

Stamattina, a Castelfidardo, hanno partecipato al presidio dei lavoratori della Elica, organizzato dalle organizzazioni sindacali di categoria Fiom, Fim e Uilm, anche i consiglieri regionali del Pd Manuela Bora e Antonio Mastrovincenzo insieme ad Alessia Morani. «Abbiamo, ancora una volta, ribadito la nostra solidarietà ai lavoratori, assicurando il nostro impegno in Parlamento e in Consiglio Regionale a sostegno delle loro legittime richieste.- sottolineano i tre rappresentanti del Partito Democratico – L’inaccettabile Piano di delocalizzazione annunciato dalla azienda va ritirato immediatamente. Auspichiamo una convocazione in tempi brevi del tavolo al Mise, e chiediamo con forza al presidente Acquaroli e alla sua Giunta di prendere posizione in modo netto a favore delle istanze dei lavoratori: in questa situazione, l’equidistanza non è tollerabile. Su proposta del candidato unitario a sindaco del centrosinistra di Castelfidardo, Marco Tiranti, abbiamo invitato le organizzazioni sindacali ad un incontro per predisporre una proposta di provvedimento nazionale che abbia come finalità quella di contrastare ogni forma di delocalizzazione con finalità speculativa».

Giacomo Circelli con i lavoratori Elica

Con Tiranti era presente anche una delegazione di Uniti e Attivi per Castelfidardo guidata da Giacomo Circelli. «Ci muoveremo in tutti i modi possibili, ad iniziare dal nostro consigliere comunale Lorenzo Catraro che si attiverà per verificare quanto il sindaco attuale e l’amministrazione stiano facendo per sostenere la lotta degli operai. – ha aggiunto Circelli – La lista Uniti Attivi, ha dichiarato Circelli, si batte con lo slogan: “Castelfidardo città delle opportunità”, e noi dobbiamo essere sin da subito un’opportunità per le persone e le famiglie. Cercare soluzioni e trovare opportunità è e sarà sempre il nostro obiettivo, ha continuato Circelli, che si è intrattenuto con l’onorevole Alessia Morani e la Consigliera Regionale Manuela Bora, concordando pienamente che la delocalizzazione deve essere scongiurata in tutti i modi possibili a partire dall’impegno di ogni singolo cittadino di Castelfidardo».

Intanto è fissato per lunedì prossimo 31 maggio il nuovo vertice in regione sulla vertenza Elica con i sindacati di categoria. Dopo l’incontro con il governatore Acquaroli con i vertici aziendali è trapelato che la multinazionale non è intenzionata a cambiare i suoi piani sulla delocalizzazione della produzione in Polonia e sugli esuberi ma potrebbe valutare soluzioni più ponderate e mirate come prepensionamenti, dimissioni volontarie retribuite. Una contrattazione che dovrebbe però essere mediata dal Mise anche per l’attivazione degli ammortizzatori sociali (ad esempio il prolungamento della cassa integrazione prima dei due anni di Naspi).

 

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