La famiglia Capurso, residente a Osimo ma originaria di Molfetta, composta da papà Marino, mamma Tiziana e dai loro tre figli, è stata ospite, ieri sera, della puntata di avvio della nuova stagione di ‘Porta a Porta’, lo storico programma di Rai Uno, condotto da Bruno Vespa.
I Capurso, fanno parte di ‘Famiglie Nuove delle Marche’, associazione che aderisce al Forum delle Associazioni Familiari delle Marche, è sono stati intervistati sul mondo della scuola nel confronto con il ministro Bianchi che si trovava in studio accanto al conduttore. La coppia ha tre figli: la primogenita Alessia ha 13 anni e frequenta il primo anno di liceo scienze applicate, Claudio ha 11 anni e frequenta la seconda media, mentre il più piccolo Valerio, 6 anni, proprio oggi inizierà a frequentare come ‘remigino’ la Primaria. Con la famiglia osimana e con il ministro all’Istruzione Vespa ha parlato della Dad e di quello che ha comportato per i nuclei familiari. Il papà ingegnere ha raccontato che per i primi tempi, prima che venisse introdotto lo smart working «abbiamo utilizzato le ferie per restare a casa con i nostri figli». Lo smart working entrato in vigore nella primavera del 2020 è stato definito dalla moglie Anna «il long working perché i tempi si allungano con i bambini a casa e le distrazioni sono tante». Altro problema da superare è stato quello della disponibilità di pc per far seguire le lezioni a tutti i figli contemporaneamente e della connessione wi fi.
Prima dei saluti Tiziana Capurso ha chiesto al ministro come la scuola «che per me è anche disciplina, attenzione all’altro, rispetto e inclusione, al di la delle problematiche della didattica possa affrontare la tematica dei femminicidi che mi preoccupa come madre, per contribuire a creare la forma mentis di questi futuri uomini». Il ministro ha risposto che il voler insistere per tornare alle lezioni in presenza è proprio perché la scuola deve essere capace di costruire «comunità rispettose, una scuola degli affetti. Bisogna educare i nostri bambini ad avere affetto e rispetto che chi ci è accanto. L’idea che possano crescere dei maschi che hanno paura di se stessi a tal punto di uccidere le proprie compagne mi fa male». E sul suicidio dei 3 ragazzi a Milano nel giorno del riavvio delle lezioni, il ministro Bianchi, nel sentirsi vicino come padre ai genitori dei 3 studenti, ha ribadito che si tratta «di una coincidenza grave, abbiamo vissuto un grande sbandamento, guardate questa famiglia di Osimo, ecco vorrei tanto che nel nostro Paese il senso della vita sia condiviso da tutta la famiglia. La scuola deve rimettere al centro i valori della vita. C’è da ricostruire una senso della vita in molte generazioni, tra giovani e anziani».
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