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Elica, la protesta si sposta a Roma:
il 19 ottobre lavoratori
in sciopero davanti al Mise

VERTENZA - Questa mattina intanto nuova mobilitazione negli stabilimenti di Mergo e Cerreto d'Esi per chiedere alle istituzioni atti concreti a sostegno del piano di reshoring - VIDEO

 

 

Nuova giornata di sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori di Elica, per chiedere alle istituzioni atti concreti a sostegno del piano di reshoring. Oggi, 1 ottobre, secondo quanto annunciato e programmato, le maestranze hanno incrociato le braccia per ogni turno di lavoro, negli stabilimenti di Cerreto d’Esi e di Mergo.

I lavori di Elica nella nuova mobilitazione di questa mattina: 3 ore di sciopero per ogni turno di lavoro

«Lo spostamento del tavolo del Mise al 19 ottobre, restituisce un tempo utile per individuare gli strumenti da mettere a sostegno della vertenza e togliere ogni alibi ad Elica. – commenta il Coordinamento sindacale di Fim, Fiom e Uilm – Il giorno 19 ottobre le lavoratrici ed i lavoratori di Elica saranno sotto il ministero per chiedere azioni concrete dopo le promesse fatte». La mobilitazione si sposta quindi a Roma proprio nel giorno del vertice che è convocato per le 10.30 e le rappresentanze sindacali si stanno organizzando per la trasferta con autobus e mezzi privati.

L’obiettivo è quello di arrivare al punto si svolta per risolvere una vertenza che va avanti da mesi. Nello scorso mese di marzo l’azienda, leader mondiale nella produzione di cappe aspiranti, ha annunciato con il nuovo piano strategico 2021-2023 409 esuberi, la delocalizzazione in Polonia del 70% delle produzioni italiane, la chiusura dello stabilimento di Cerreto d’Esi e il ridimensionamento di interi reparto del sito di Mergo. Piano sospeso da settimane su proposta della multinazionale per facilitare le trattative. «Dopo un lungo dialogo – mette in evidenza Pierpaolo Pullini (Fiom) – abbiamo quasi dimezzato gli esuberi, con la disponibilità dell’azienda, ma manca ancora un passaggio importante che significherebbe riportare in Italia produzioni dell’alto di gamma che darebbero occupazione a tanti lavoratori e permetterebbero di ricostruire un vero progetto industriale. Il lavoro deve essere riportato qua dalla Polonia e su questo punto chiediamo l’aiuto delle istituzioni».



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