di Gianluca Ginella
«Non volevo uccidere, mi sono incontrato con lui perché ci dovevamo chiarire. L’ascia? È uno degli strumenti che mi servono per lavorare», così al gip il 49enne Velija Baku, arrestato martedì per tentato omicidio. Per l’uomo questa mattina si è svolta la convalida dell’arresto e il giudice Claudio Bonifazi ha disposto la conferma della custodia in carcere. Baku durante l’udienza, assistito dall’avvocato Giorgio Marchetti, ha negato tutto quanto gli viene contestato: per la procura martedì si sarebbe presentato all’azienda dove lavora un albanese che sarebbe il padre del figlio di cui è incinta la figlia di Baku, una ragazza di 19 anni. Con sé l’uomo aveva portato un’ascia, che è stata trovata nella sua auto e che aveva comprato poco prima, secondo la ricostruzione dei carabinieri (intervenuti martedì su richiesta della titolare della ditta dove lavora l’albanese). Sempre per la procura Baku avrebbe avuto l’intenzione di uccidere l’albanese. Cosa che oggi il 49enne ha negato con forza, dicendo che martedì era andato all’azienda, che si trova a Corridonia, in via Lotto, per «chiarire questa cosa. Ma non lo volevo uccidere. Lui mi aveva detto di non essere il padre del bambino e allora avevamo concordato di incontrarci per chiarire questa cosa». Nel corso dell’udienza è stato anche chiesto al 49enne perché avesse portato un’ascia e su questo ha spiegato che gli serve per il lavoro che fa, ha detto di essere un escavatorista. La procura ha chiesto la conferma della custodia cautelare in carcere e il giudice Bonifazi ha concordato. Baku rimane nel carcere di Montacuto di Ancona.
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