
di Laura Boccanera
«Un provvedimento vergognoso che mette in dubbio tutto il sistema di green pass e tamponi. L’emergenza c’era anche 10 giorni fa, un provvedimento del genere a pochi giorni dal Capodanno mette in crisi un settore e un intero indotto compreso quello degli hotel».

Daniele Maria Angelini del Donoma
A dirlo è Daniele Maria Angelini, titolare del Donoma di Civitanova che commenta così il decreto festività che ha trasformato in pochi minuti la speranza di riuscire a salvare il Capodanno nella più temuta delle possibilità, la chiusura totale. Si attende ora di capire quando il provvedimento entrerà in vigore. Di sicuro c’è che la nuova restrizione per le discoteche durerà fino al 31 gennaio. Nella bozza del decreto Festività infatti non è indicata la data esatta di quando il provvedimento diventerà effettivo e si rimanda alla dicitura “dalla data di entrata in vigore del presente decreto fino al 31 gennaio 2022”. Tra gli addetti ai lavori si spera pertanto di riuscire a salvare alcune serate come quella di Natale o del 28 dicembre e di capire se magari sarà possibile effettuare cenoni, ma non serate danzanti. «Dovremo restituire i soldi a chi ha prenotato il tavolo – commenta Angelini – Che l’emergenza c’era si sapeva anche 10 giorni fa, è da irresponsabili cambiare a pochi giorni dagli eventi, sembra essere tornati all’epoca del governo Conte. Anche perché è una scelta che fa cadere tutto il sistema di prevenzione, che significa quindi che terza dose, super green pass e tamponi non sono efficaci? Avevamo prenotazioni da Foggia, da Lucera, dall’Umbria, dalla Campania per Capodanno, tutte persone che avrebbero pernottato negli hotel. Farci chiudere così all’improvviso significa mettere in crisi un settore e investimenti già fatti. Oltretutto non mi pare di aver sentito mai fino ad oggi di focolai nelle discoteche, possibile che siamo noi le uniche attività ad essere pericolose?»

Alexio Lattanzi, socio del Brahma
Rammarico anche da parte di Alexio Lattanzi del Brahma, l’altra discoteca civitanovese: «Aspettiamo di vedere nero su bianco le misure e le restrizioni, certo è che siamo tornati a due anni fa quando le discoteche erano viste come le cause del diffondersi della pandemia a vedere dalla bozza uscita ieri. Se dopo 20 mesi di chiusura eravamo davvero noi gli untori il Covid si sarebbe dovuto estinguere. Abbiamo fatto spese ed investimenti, programmato serate, per il 31 abbiamo 300 prenotati per cena, cosa dobbiamo dire a queste persone? Un decreto del genere che arriva a ridosso della data è vergognoso. Anche perché qualora davvero venisse confermato tutto cosa pensano i nostri governanti che i giovani staranno buoni a casa aspettando mezzanotte con una tisana? Si apre la strada all’abusivismo e alle feste private nelle case dove davvero non ci sarà alcun controllo. Noi avremmo controllato i green pass e fatto tutto a norma di legge».
Chi invece non viene toccato dal provvedimento dal momento che l’attività è un ristorante e non una discoteca è La Serra di Aldo Ascani che esprime comunque solidarietà alla categoria: «Per noi è come tornare a questa estate. Faremo il Capodanno con il cenone e l’intrattenimento musicale, ma niente balli. Prevale comunque la psicosi, prima si istituisce il green pass per lasciare aperte le attività e poi invece non basta più per alcune categorie».
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