Maxi rissa fuori dal Miù,
la procura chiude l’inchiesta:
dieci indagati

IL PUNTO sulle indagini della bagarre avvenuta all'alba dello scorso 7 agosto, all'esterno del locale di Marotta. Caduta l'accusa di tentato omicidio per il 25enne albanese accusato di aver accoltellato un coetaneo di origine senegalese. Ora deve rispondere di lesioni gravi. Gli altri reati, contestati a vario titolo: rissa, danneggiamento, resistenza, lesioni a pubblico ufficiale. Due carabinieri erano rimasti feriti, all'auto erano stati spaccati i finestrini

Un momento della rissa fuori dal locale

 

Inchiesta chiusa: dieci indagati per la maxi rissa scatenatasi all’alba dello scorso 7 agosto fuori dalla discoteca Miù di Mondolfo. L’avviso della chiusura delle indagini preliminari è stata firmata nei giorni scorsi dalla procura di Pesaro. Nella lista degli indagati ci sono i quattro ragazzi arrestati inizialmente dai carabinieri e altre sei persone, individuate dagli investigatori in un secondo momento e mai intaccate da alcuna misura cautelare. La posizione più gravosa, quella di un 25enne albanese residente ad Ancona, è stata rimodulata. E’ stata infatti derubricata l’accusa di tentato omicidio in quella di lesioni gravi per aver – dice la procura – accoltellato all’addome un 25enne di origine senegalese, finito in codice rosso a Torrette e sottoposto a un intervento chirurgico. Il 25enne è l’unico dei quattro arrestati ad essere ancora sottoposto alla misura cautelare del carcere.

Gli altri, dopo un primo periodo passato in cella, hanno l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Sono un 25enne albanese (anche lui residente ad Ancona), un 33enne dominicano che vive a Jesi e un 23enne senegalese domiciliato a Tolentino. Ai quattro la procura contestati i reati di rissa, danneggiamento, resistenza  e lesioni a pubblico ufficiale. Nella bagarre, infatti, due carabinieri erano rimasti feriti (15 e 20 giorni di prognosi) e all’auto di servizio erano stati spaccati i finestrini. I “nuovi” indagati devono rispondere solo del reato di rissa. In questo gruppo ci sono ragazzi di età compresa tra i 18 e i 27 anni, quasi tutti residenti nella provincia di Ancona, tra il capoluogo, Morro d’Alba, Jesi e Castelfidardo. Due vivono a Roma. Stando alla procura, anche loro avrebbero partecipato, con ruoli differenti, alla rissa.

Ad avere originato il caos era stato il ferimento del 25enne senegalese residente a San Severino, colpito all’addome. La ferita sarebbe stata inferta dopo un battibecco avuto all’interno del locale e con protagonisti due differenti comitive: da una parte quella composta da italiani e dai due albanesi, dall’altra il gruppo dove c’erano prevalentemente ragazzi di origine africana. Quest’ultima frangia, dopo l’accoltellamento, sarebbe andata alla ricerca del 25enne albanese individuato come l’aggressore e in fuga al parcheggio a bordo di un’auto. Non era riuscito a scappare. L’inseguimento, sostiene la procura, era avvenuto con tanto di bottiglie rotte, mazze e spranghe di ferro. In soccorso del presunto accoltellatore era poi arrivato il suo connazionale che quella sera era al Miù per festeggiare il compleanno. Anche lui era stato aggredito. In mezzo, i due carabinieri del Norm di Fano, presi a calci, pugni e spinte. Un militare aveva riportato contusioni su tutto il corpo, il collega un trauma cranico. A ridosso di Ferragosto era poi stato arrestato, sempre per i fatti legati alla rissa, un minorenne di Falconara. E’ stato portato in comunità dai carabinieri. Dunque, in totale, gli indagati sono undici. Altre persone non sono state ancora identificate. A chi è arrivato l’atto di conclusione delle indagini, ora avrà venti giorni di tempo per farsi ascoltare dalla procura oppure presentare una memoria difensiva.

(fe.ser)

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