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I ‘Neri per Scelta’,
tre sacerdoti col pallino del pop rock

MUSICA - Continua il viaggio di Cronache Ancona nel mondo delle band marchigiane emergenti. A Senigallia don Stefano Basili (chitarra), don Davide Barazzoni (basso) e don Mario Camborata (batteria) formano un trio originalissimo. Il loro repertorio spazia da Mannoia e Bertè fino ad arrivare ai popolarissimi Maneskin, passando per i Pink Floyd e per «canzoni religiose che riarrangiamo in chiave rock»

I ‘Neri per Scelta’

 

di Giampaolo Milzi

Quelle che li hanno reso davvero speciali e piuttosto famosi non sono certo le benedizioni “canoniche” impartite ai fedeli durante le funzioni religiose… perché loro ci provano un gran gusto e ci sanno fare a benedire il pubblico di concerti veri e propri con raffiche di decibel il più delle volte elettrici e coinvolgenti. Insomma, per chi non li conoscesse, ecco a voi i Neri per Scelta, tre sacerdoti col pallino del pop rock, servito con gran perizia, sempre nel nome del Signore s’intende, durante feste ed eventi pubblici di vario tipo, serate in circoli cattolici e laici ed in altre “location”. A Senigallia e dintorni allargati – l’area geografica delle loro parrocchie di riferimento – sono ormai una vera attrazione. E quando Stefano Basili, 50 anni (chitarra), Davide Barazzoni, 39 anni (basso) e Mario Camborata, 57 anni (batteria), ci danno sotto coi loro strumenti come dei satanassi, pardon, come degli angelici cavalieri, gli ascoltatori e i fans rispondono alla grandissima.

La storia di questo trio originalissimo (che negli anni ha cambiato più volte formazione) inizia nel lontano 2000, quando, in occasione dell’ordinazione di un seminarista a Castelleone Di Suasa è scattata l’idea del primo concerto in un auditorium. Un live che non è stato un colpo di fulmine, perché tutti i componenti della band, fin da giovanissimi, hanno diviso la loro esistenza tra seminario, chiesa e sala prove. Quella della parrocchia di Cesanella, dove si alternano con giovani band laicamente rockettare. «Vero, fin da ragazzi ci siamo innamorati della musica e abbiamo iniziato a suonare – confessa Don Stefano, che le chitarre ormai le colleziona – Io, ad esempio, ho iniziato con un gruppo di liscio, poi mi sono convertito allo studio del jazz, infine mi sono dato al rock». Cavolo, ma il rock non è stato sempre, o almeno in moti casi, considerato la musica del diavolo, della ribellione a tutti i costi? Basta pensare a gruppi famosissimi come i Led Zeppelin, per non parlare dei Black Sabbath… «Ma no, è sbagliato etichettare così certi gruppi, non bisogna fare di tutta un’erba un fascio. Nel mondo della musica non ci sono né diavoli né santi, ci sono artisti, a volte dalle esistenze sofferte, ma appunto artisti, anche capaci di testi poetici, io poi ci sono cresciuto a pane e Led Zeppelin». E ancora, ecco che Don Stefano se ne vien fuori con un aneddoto: «Sapete che cosa ha risposto Carlos Santana ad un giornalista che gli chiedeva quale fosse la fonte della sua ispirazione creativa? Tutto ciò che compongo viene da Dio e a Dio ritorna”. Ciò precisato, spiegano Don Stefano e i suoi due confratelli di palcoscenico, «noi siamo Neri per Scelta, perché nero è il nostro look di preti e nel senso che per noi suonare resta anche una testimonianza vocazionale».

Quanto al repertorio, tutto di cover, grande spazio al cantautorato italiano, a star come la Mannoia e la Bertè, fino ad arrivare ai popolarissimi Maneskin, passando per i Pink Floyd e per «canzoni religiose che riarrangiamo in chiave rock». E poi la grande passione per i Beatles. Quella che ha recentemente spinto Paolo Molinelli, fondatore e presidente dell’associazione “BeatleSenigallia” ad ingaggiarli per una mini tournèe nelle scuole della “città spiaggia di velluto”, che prevede tre appuntamenti: il 22 marzo al liceo “Medi” (ore 9-11) in aula magna con un concerto per gli studenti; il 26 marzo, nella stessa aula magna (ore 21) con una esibizione per genitori e professori; il 29 mattina, sempre a beneficio degli studenti, all’Istituto comprensivo Gandiglio. Nei per Scelta e non solo… «Di tanto in tanto facciamo parte con altri musicisti professionisti del super gruppo O.P.S., che conta una decina di elementi, e con questa sigla sei anni fa abbiamo prodotto un Cd di cover» puntualizza padre Stefano. Ma davvero non vi è mai capitato che qualcuno vi abbia sfottuto, preso in giro? «No, mai, dal nostro vescovo al ragazzino delle medie superiori è arrivato sempre e solo compiaciuto interesse. Con questo nostro gruppo abbiamo capito che la musica non solo è un veicolo per interpretare in senso buono le provocazioni che spesso i testi delle canzoni contengono, oltre che per sfatare certi pregiudizi sui preti. Ma soprattutto un mezzo per virtuose, pacifiche, stimolanti occasioni di aggregazione sociale amichevole, solidale, nel rispetto reciproco, oltre le differenze» (per contatti: Don Stefano Basili, tel. 328/4535348).

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