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I toni scuri e accattivanti del trip hop
col “Primo tempo” di Barabba

MUSICA - Continua il racconto di Cronache Ancona alla scoperta di gruppi e cantanti del nostro territorio. Quello tra gli jesini Jonathan Iencinella, Riccardo Franconi e Nicola Amici è un sodalizio ventennale maturato molto nella scena underground italiana. A gennaio scorso la band ha autoprodotto e registrato al Peyote Vibes il suo cd d’esordio “Primo tempo”

Il Barabba Trio

di Giampaolo Milzi

C’è uno strano tizio che si aggira idealmente tra i centri urbani e le campagne della Vallesina. Strano perché segnato nell’anima da troppe ferite, perché tormentato dai suoi demoni e fantasmi interiori, così come dall’incapacità non solo di empatizzare, ma di avere rapporti soddisfacenti con gli altri, di amare e di essere amato.

Il Brabba Trion in sala prove

Il soggetto in questione, Barabba, è cinico, disilluso, segnato da un destino di dolore che, anche in prospettiva, non lascia spazio alla speranza; un soggetto anormale perché fa fatica a confrontarsi con la normalità. E Barabba è anche il nome che gli jesini Jonathan Iencinella, Riccardo Franconi e Nicola Amici hanno scelto nel 2019 per il loro trio musicale, che nel gennaio scorso ha autoprodotto e registrato al Peyote Vibes di Jesi il cd d’esordio “Primo tempo”. Si tratta di un disco dove parole e sonorità creano un’atmosfera cupa, dark, sofferta come lo stesso personaggio Barabba. Il tappeto di decibel è un trip hop originale, anch’esso cupo, illuminato da qualche raro raggio di soul. «Un trip hop aggiornato all’era del trap e del cantautorato indie, poco avvezzo ad indulgere nei clichè di un genere, tra sinistre pulsazioni downtempo e soluzioni ritmiche prese con disinvoltura dal linguaggio urban e dalle evoluzioni di certa black music», spiega Amici, autore di un sound elaborato assieme a Franconi con l’uso di sintetizzatori e campionamenti al computer. Colpisce e intriga molto il tono caldo, profondo, solenne, a tratti quassi sussurrato della voce di Iencinella. Che ha firmato tutti i testi delle sei tracce dell’album, tranne “Quei due”, cantata da Giovanni Succi dei Bachi da Pietra e scritta da Marco Drago. Succi e Drago hanno contribuito da “esterni” allo stile calamitante e molto emotivo di “Primo tempo”, assieme a Serena Abrami, Caterina Trucchia, Paco Sangrado e Tommaso Uncini.

Da dove nasce l’idea di denominare “Primo tempo” questo vostro lavoro? Amici: «’Primo tempo’ allude ad una introduzione all’universo Barabba e alla sua poetica, facendo riferimento a una certa narrativa cinematografica delle storie che racconta e presagendo a un Secondo tempo, cioè al prossimo cd che vorremmo pubblicare verso la fine di quest’anno». “Primo tempo” comprende tutti brani inediti: nuovi di zecca il già citato “Quei due” e “Momo”; “Bianco Natale”, “Un altro” e “Bastare a me stesso” erano già usciti come singoli tra dicembre 2020 e settembre 2021; anche “L’ultima mano” è fruibile in versione single dal 24 marzo scorso, valorizzata da un video presente su Youtube e ben diretto dal regista Mattia Fiumani, che può essere considerato un po’ un manifesto del progetto Barabba.

Tutte le tracce di “Primo tempo” denotano un virtuoso e affatto scontato uso soft dell’elettronica che fa da tappeto ad una narrazione estrosa, dai toni scuri ma accattivanti, esente da lieti fini ma, ad un orecchio attento, foriera di una ironia da catturare nel profondo. Insomma, un ottimo esordio discografico, per il quale c’erano tutte le premesse. Perché . I tre hanno militato in formazioni di estrazione prevalentemente alt-rock come Guinea Pig, Lebowski, Jesus Franco & the Drogas, Lazzaro e Le Ossa e Kaouenn. Dal 2005 al 2013 hanno condiviso l’esperienza dei Butcher Mind Collapse, scandita da due dischi tra i più interessanti del genere noice a livello nazionale. “Primo tempo” è ascoltabile sulle piattaforme web Spotify e Deezer. Per acquistarlo in formato digitale, ma anche come compact disc in tiratura limitata, digitare “Io sono Barabba” su Bandcamp.

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