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Guerra e rincari energetici,
spese moltiplicate
anche per la filiera agricola

SENIGALLIA – La Coldiretti Marche ha fatto il punto alla Rotonda sulle ripercussioni economiche e geopolitiche prodotte dal conflitto tra Russia e Ucraina

Maria Letizia Gardoni e Alberto Frau

 

Come si coniuga la transizione ecologica con gli scenari economici scaturiti dalla guerra in Ucraina? Se lo sono chiesti i giovani di Coldiretti riuniti nei giorni scorsi alla Rotonda di Senigallia per NewCamp Inform Tour, iniziativa dedicata alla nuova Politica agricola comunitaria, alle prospettive per il settore e alle possibilità di sviluppo che arrivano dall’agricoltura biologica. Che nelle Marche significa Distretto Biologico, «un’opportunità di promuoverci e di farci conoscere – spiega in una nota dell’associazione di categoria Giovanni Girolomoni, presidente del Consorzio e tra i relatori dell’incontro – In questo settore c’è tanta concorrenza ma noi dobbiamo far sapere che il nostro biologico è il migliore: siamo partiti da lontano, non è una moda recente e abbiamo grandi realtà agroalimentari e piccole aziende unite da forte attaccamento al territorio e alla filiera».

Nel corso dell’evento Stefano Ciliberti, docente dell’Università di Perugia, ha illustrato quello che sarà la nuova Pac. I rischi, per gli agricoltori, sono legati ai rincari dei beni energetici e alle incognite legate alle ripercussioni economiche e geopolitiche del conflitto tra Russia e Ucraina. Mentre nelle campagne si registrano aumenti di costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi, al +129% per il gasolio con incrementi dei costi correnti di oltre 15.700 euro ma con punte oltre 47mila euro per le stalle da latte e picchi fino a 99mila euro per gli allevamenti di polli, secondo lo studio del Crea, non va meglio lungo la filiera dove il vetro costa il 30% in più e dove si registrano rincari del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti.

Il convegno bio di Coldiretti a Senigallia

«Si torna a parlare di sovranità alimentare – commenta anche Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – ma dobbiamo ragionare anche in ottica di sostenibilità stando comunque attenti a quegli estremismi che vorrebbero il cibo prodotti in laboratorio e non sui campi. Gli investimenti nel campo della biologia sintetica stanno crescendo molto negli ultimi anni e i nomi più impegnati sono soprattutto noti per essere protagonisti del settore hi-tech e della nuova finanza mondiale, da Bill Gates (fondatore di Microsoft) ad Eric Schmidt (cofondatore di Google), da Peter Thiel (co-fondatore di PayPal) a Marc Andreessen (fondatore di Netscape), da Jerry Yang (co-fondatore di Yahoo!) a Vinod Khosla (Sun Microsystems). Noi agricoltori abbiamo la responsabilità di comunicare il nostro lavoro indicando la giusta via di mezzo tra l’allevamento intensivo e la “carne” sintetica. Dobbiamo parlare di allevamenti estensivi, di benessere animale, di biologico: dobbiamo essere i primi comunicatori del nostro lavoro». Secondo Alba Alessandri, delegata Giovani Impresa Marche, l’Italia ha leggi e controlli che permettono anche all’agricoltura convenzionale di essere molto più green degli altri stati. «Di certo – dice – non possiamo tornare indietro a quella che era l’agricoltura del passato e dobbiamo essere capaci di proporre il nostro modello di agricoltura».

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