Nasce un sodalizio marchigiano
per l’agroecologia

ANCONA - Ieri nella sede Csv Marche il convegno promosso da Legambiente e Arca , nell’ambito del progetto Cap…Sus, per discutere tra istituzioni della rappresentatività delle Marche nel settore, come primo biodistretto in Europa a garanzia del rapporto tra tradizione, innovazione e tutela ambientale

Un momento del convegno

 

Organizzato da Legambiente, nell’ambito del progetto Cap…Sus, The Common Agricultural Policy toward sustainability, si è svolto ieri, il 23 giugno, presso la sede del Csv Marche della Montagnola di Ancona il convegno per l’agroecologia, avente come tema la sostenibilità dell’agricoltura e dell’agroalimentare, dal campo alla tavola. Bruno Garbini, presidente di Arca Arl Benefit, con il Progetto Arca, Agricoltura per la Rigenerazione Controllata dell’Ambiente, che mette al centro il ruolo dell’agricoltore quale custode e garante della salute collettiva, territoriale e ambientale in collaborazione con un fruitore dei cibi consapevole e partecipe della filiera agroalimentare, ha portato la sua testimonianza. Tra gli altri interventi ci sono stati, oltre a Garbini e Massimo Fileni, quelli di Marco Ciarulli presidente Legambiente Marche, di Angelo Gentili responsabile agricoltura Legambiente e Mirco Carloni vicepresidente Regione Marche. Presenti anche i rappresentanti delle organizzazioni sindacali Cia e Caa Coldiretti, di Marche, dell’Università Politecnica delle Marche, dell’azienda Oro della Terra, di UnipolSai e Coordinatrice Progetto Life Ada.

Un tavolo di lavoro – fa sapere una nota ufficiale dell’evento – che dunque ha coinvolto le componenti agricole e produttive, associazionistiche e di categoria, universitarie di ricerca scientifica e politico istituzionali. Minimo comun denominatore l’importanza delle recente legge sul biologico e della rappresentatività delle Marche in ambito agroecologico in quanto tra l’altro primo biodistretto in Europa, dunque una sede naturale per discutere di un’agricoltura che abbia come tema portante il nuovo e necessario rapporto tra tradizione, innovazione e tutela ambientale. Tutti d’accordo nel tratteggiare uno scenario concreto e già in atto in merito all’impegno della componente politica regionale in questa direzione, al ruolo delle Università nella sperimentazione di modelli che quantifichino e certifichino un processo di economia circolare realmente sostenibile, al lavoro degli agricoltori e produttori e relative Associazioni di Categoria che vanno sostenuti e coinvolti nella filiera sino al mercato finale e non solo sino a quello delle commodities.

«I vantaggi di una corretta gestione dell’agricoltura oggi coinvolge in modo olistico la componente socio economica, il lavoro dei giovani, la redditività e il valore a sistema, la produzione autonoma di energia, il presidio del territorio contro l’abbandono, l’armonia del rapporto uomo natura, la salute collettiva. – conclude il comunicato di Arca Srl Benefit – L’agricoltura marchigiana può fare molto per la qualità dell’ambiente e per qualità della vita di tutta la comunità e deve essere riconosciuta per questo ruolo che in passato funzionava,pensando al modello di economia circolare reale dell’ antica casa colonica mezzadrile che applicava le rotazioni colturali, tutelava la biodiversità, governava il territorio, garantiva la fertilità del suolo, combatteva l’erosione e la desertificazione, diversificava le produzioni, perpetrava le tradizioni e portava varietà e bellezza paesaggistica con i fossati, i boschetti, le siepi e i laghetti contro l’appiattimento della monocoltura».

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