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La proposta de ‘Il Pungitopo’:
«Riaprire dopo 80 anni
il convento di San Francesco»

ANCONA - Il circolo ambientalista ha presentato al Comune un progetto “low cost” per rendere fruibile alle visite l'imponente complesso, danneggiato durante la seconda guerra mondiale e da allora interdetto

Il convento di San Francesco ad Ancona

 

Riaprire un importante monumento dopo 80 anni e dopo tanti progetti rimasti sulla carta? Si può fare. E’ quello che sostiene il Pungitopo con la proposta “low cost” presentata formalmente nei giorni scorsi al Comune di Ancona per la riapertura al pubblico dei resti del convento di San Francesco alle Scale. Nel documento, corredato di planimetria, foto e stime dei costi, il presidio dorico di Legambiente propone all’Amministrazione di raggiungere l’obiettivo della riapertura al pubblico dell’imponente convento, danneggiato pesantemente durante l’ultima guerra e da allora interdetto. «Il complesso, molto vasto e dotato di due chiostri, conserva ancor oggi, nonostante i danni bellici e i decenni di abbandono, la maestosità e l’imponenza che lo caratterizzava. È però completamente nascosto dietro muri e recinzioni e se ne è persa ormai persino la memoria.- si legge in una nota del circolo naturalistico Il Pungitopo Aps – Dopo tanti progetti ammirevoli ma faraonici, proponiamo un’idea concreta e a costo molto contenuto per restituire alla città uno dei suoi monumenti più pregiati, nella certezza che recuperarne la memoria collettiva sia inoltre un incentivo per il suo restauro».

Il complesso, di origine tardo-medievale, si estende sul triangolo delimitato dalla chiesa di San Francesco alle Scale, da via Orsini e da via Fanti. Una porzione dell’area è stata occupata negli anni Cinquanta dalle scuole Tommaseo. Fino al 1943, il convento costituiva il polo culturale di Ancona, ospitandone la biblioteca, il museo archeologico e la pinacoteca, dislocati poi negli altri palazzi del centro storico. I disastrosi bombardamenti sferrati dagli alleati durante la Seconda Guerra Mondiale hanno pesantemente danneggiato gli edifici che, nell’emergenza postbellica prima e postsismica poi, non sono mai stati recuperati né l’area più aperta al pubblico. «Nei decenni si sono susseguiti numerosi pregevoli progetti di completo recupero, purtroppo mai realizzati a causa dei costi ingenti. – prosegue il comunicato – Per questo, il Pungitopo propone un recupero prima di tutto della memoria collettiva del luogo, che funga da stimolo al recupero edilizio, magari da realizzare per stralci e senza prevedere la completa ricostruzione degli immobili, ma consentendone la visione e una fruizione, seppur molto parziale, dei luoghi. L’Amministrazione comunale ha manifestato interesse per il recupero del convento di San Francesco prima sottoscrivendo un protocollo d’intesa con la Soprintendenza nel 2016 e infine, poche settimane fa, confermandone la messa in sicurezza nel piano triennale delle opere pubbliche. Ora il Circolo attende un riscontro da parte del Comune».

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