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Adriatico Mediterraneo 2022 ospita
lo spettacolo di Erri De Luca
e premia la cantante Amira Medunjanin

ANCONA -Due grandi esclusive per la XVI edizione, in programma dal 31 agosto al 4 settembre: 'Le rose di Sarajevo' dello scrittore-poeta per la regia di Cosimo Damiano Damato, con Giovanni Seneca e Anissa Gouizi ed il concerto della artista bosniaca, ambasciatrice nel mondo della musica Sevdah, alla quale quest'anno andrà il premio del festival - VIDEO

 

 

Grandi ospiti, un Festival ancora più diffuso in città, che toccherà nuovi luoghi, e un’importante anteprima. Sono gli ingredienti principali della XVI edizione di Adriatico Mediterraneo, dal 31 agosto al 4 settembre ad Ancona. La Bosnia-Erzegovina tra passato e presente, con le ferite mai dimenticate della guerra e la voglia di futuro, sarà la protagonista di AdMed 2022, a trent’anni dall’assedio di Sarajevo e in concomitanza con la presidenza di turno del Paese della Macroregione Adriatico Ionica, istituzione da sempre legata a doppio filo alla manifestazione. La kermesse è dunque un invito a conoscere questo Paese, simbolo del conflitto nei territori della ex Jugoslavia, ma che con gli anni ha saputo scrivere nuove pagine della sua storia. Un invito che si percepisce già dalla nuova immagine del Festival, curata dallo studio Bpr Associati e creata da Aurora Andreani, che si è ispirata alla storia delle donne bosniache, che «durante l’occupazione ottomana, per paura, erano solite tatuarsi simboli sacri. Usanza che è scomparsa – ha spiegato Andreani –, ma che molti giovani stanno recuperando. E poi il vento tra i capelli, sotto il copricapo della tradizione, come segno di di novità». Come un invito a conoscere cosa è stato e cosa succede ora in Bosnia è il potente spettacolo, un’esclusiva per Adriatico Mediterraneo, che aprirà la XVI edizione del Festival, Le rose di Sarajevo, scritto e con Erri De Luca, per la regia di Cosimo Damiano Damato e con Giovanni Seneca e Anissa Gouizi. Ma anche grazie alla voce di Amira Medunjanin, cantante bosniaca, ambasciatrice nel mondo della musica Sevdah, alla quale andrà il Premio Adriatico Mediterraneo 2022.

«È un anno delicato per la regione balcanica, ce lo dimostrano le tensioni di domenica scorsa in Kosovo, segno che è necessario continuare a porre attenzione in quell’area – ha affermato l’ambasciatore Fabio Pigliapoco, capo del Segretariato permanente dell’Iniziativa Adriatico Ionica, tra i partner del Festival –. È evidente che i valori contenuti nella Carta di Ancona (il documento firmato nel 1999 a conclusione della guerra dei Balcani come dichiarazione di intenti per la cooperazione e la costruzione della pace, ndr) sono ancora attuali e devono essere costantemente perseguiti. Questo ci spinge anche a sostenere con convinzione il Festival Adriatico Mediterraneo che interpreta e rende concreti quei principi. Il nostro legame con il Festival è indissolubile e quest’anno lo seguiremo con occhio ed orecchio ancora più attenti». Anche nel 2022 Adriatico Mediterraneo Festival, fedele alla sua tradizione ed alla sua stessa essenza, sarà il momento di incontro e fusione tra i linguaggi artistici delle comunità adriatiche e mediterranee, occasione di riflessione sui temi della cooperazione internazionale e dei diritti umani, con numerosi appuntamenti in diversi luoghi della città. Alla Mole, luogo per antonomasia della kermesse, e al Passetto, si aggiungono quest’anno i nuovi luoghi di piazza del Plebiscito per gli incontri di approfondimento, e la Pinacoteca civica, “Francesco Podesti”. «Adriatico Mediterraneo, nel panorama delle attività di spettacolo dal vivo di Ancona mantiene un suo specifico ruolo di relazione con il panorama internazionale ed in particolare con un’area molto vicina a noi, ma che continuiamo a conoscere poco – ha dichiarato Paolo Marasca, assessore alla Cultura del Comune di Ancona, cofinanziatore del Festival –. Sentiamo fortissima la necessità di fare stare assieme le popolazioni, in particolare i giovani, di questi Paesi per disegnare il presente ed il futuro di questo territorio comune che è l’Adriatico e della sua cultura».

Il via al Festival il 31 agosto, con però un’importante anteprima il 17 agosto, in collaborazione con il Museo Omero e Sensi d’estate alla Mole, dove andrà in scena Le musiche del Mare con Giovanni Seneca e l’Orchestra Sinfonica G. Rossini di Pesaro. Non solo protagonista sul palco come musicista, Giovanni Seneca, direttore artistico del Festival, ha costruito un cartellone ricco di appuntamenti, con nomi conosciutissimi nel panorama internazionale e due grandi esclusive nate proprio per il Festival, lo spettacolo con Erri De Luca ed il concerto di Amira Medunjanin. «De Luca parlerà di Izet Sarajlić, il poeta più rappresentativo della Bosnia, testimone della tragedia di quel Paese, ma parlerà anche di cosa accade ora in quei luoghi in uno spettacolo creato proprio per AdMed – ha illustrato Giovanni Seneca –. Io e Anissa Gouizi faremo da contrappunto musicale. Amira è una vera e propria star della musica Sevdah. Ha il merito di aver ripreso le canzoni di questa tradizione e di averle riproposte in chiave moderna. È anche per questo suo impegno culturale che riceverà il Premio Adriatico Mediterraneo 2022. Alle nostre ormai note albe al Passetto avremo poi il meglio della World Music italiana». Tra i sostenitori del Festival Adriatico Mediterraneo anche la Regione Marche, il cui saluto è arrivato in un video messaggio dell’assessore alla Cultura, Giorgia Latini. Tra i partner anche l’Associazione italiana di cultura classica, che ha organizzato tre incontri all’interno del programma del Festival, come ricordato dalla presidente, la professoressa Mara Tirelli.

IL PROGRAMMA DEL FESTIVAL – L’anteprima del Festival il 17 agosto: il concerto Le musiche del mare in collaborazione con il Museo Omero e Sensi d’Estate I diversi tipi di chitarra (classica, battente e flamenca) del Maestro Giovanni Seneca dialogano con gli archi dell’Orchestra Sinfonica “G. Rossini” di Pesaro, in un concerto che propone all’ascolto brani con riferimenti che provengono da diverse aree geografiche bagnate dal Mediterraneo: dai Balcani al Sud Italia passando per la Grecia. Il classicismo, il folclore e la modernità si incontrano, intrecciandosi a vicenda, in un affascinante itinerario poetico alla ricerca dell’anima popolare della musica, fra cangianti contrasti di stili, citazioni, atmosfere e suggestioni differenti. Mercoledì 17 agosto alle 21.30 alla Mole in collaborazione con Museo Omero.

PREMIO ADRIATICO MEDITERRANEO 2022 A AMIRA MEDUNJANIN – Cantante bosniaca, Amira Medunjanin è ambasciatrice nel mondo della musica Sevdah, musica popolare suonata principalmente in Bosnia, ma anche in alcune parti della Serbia meridionale e della Macedonia. A lei va il Premio Adriatico Mediterraneo 2022, che le verrà consegnato il 1 settembre. Erri De Luca, Giovanni Seneca, Cosimo Damiano Damato, Anissa Gouiz, Amira Medunjanin, Veja, Maria Mazzotta e tAman: i protagonisti di AdMed2022, in collaborazione con Amat. Cinque spettacoli alla Corte della Mole (ore 21.30) all’insegna della qualità e del talento degli artisti sul palco: sono le serate di Adriatico Mediterraneo 2022 nel cuore del Lazzaretto. Mercoledì 31 agosto, uno degli eventi più attesi del Festival: il recital in esclusiva per Adriatico Mediterraneo di e con Erri De Luca, Le rose di Sarajevo. A vent’anni dalla scomparsa del poeta Izet Sarajlić, il cantore di Sarajevo testimone della tragedia della Bosnia, che più di tutti i poeti del Novecento è riuscito a raccontare la grande ferita della guerra, Erri De Luca suo amico e fratello di poesia, Cosimo Damiano Damato e l’ensemble Minuscola Orchestra Balcanica di Giovanni Seneca con Anissa Gouizi gli rendono omaggio con questo spettacolo di musica e parole. Amira Medunjanin salirà sul palco della Mole giovedì 1 settembre. Nata a Sarajevo, Amira è sempre stata affascinata dalla tradizione orale della Bosnia ed Erzegovina e della più ampia regione balcanica. Questo l’ha portata a dedicarsi alla creazione di una voce unica all’interno di sevdah per esplorare appieno la sua capacità espressiva. Soprannominata “Bosnia’s Billie Holiday” dal giornalista musicale e autore Garth Cartwright, il confronto riflette il modo in cui Amira capovolge sevdah, trovando nuovi contesti e forme all’interno di una tradizione vecchia di centinaia di anni.

Venerdì 2 settembre sarà la volta della band croata Veja. La ricerca nell’ambito della musica popolare istriana e sull’esecuzione di questa secondo arrangiamenti moderni con strumenti tradizionali è il fulcro del lavoro della formazione. Il progetto musicale è iniziato nel 2007, l’idea era quella di creare un gruppo che suonasse canzoni e melodie tradizionali, ma in uno stile moderno e riarrangiato, usando cornamuse istriane, fisarmonica, basso e djembe. Sabato 3 settembre a riempire di note la Corte sarà Maria Mazzotta con il suo Amoreamaro, l’album d’esordio solista, pubblicato nel marzo 2020, grazie al quale l’artista ha realizzato più di 80 concerti in oltre 20 Paesi europei. Un’intensa e appassionata riflessione, da un punto di vista femminile, sui vari volti dell’amore: da quello grande, disperato e tenerissimo a quello malato, possessivo e abusato. Sul palco con Maria Mazzotta, oltre al fisarmonicista Antonino De Luca in tour con lei per presentare in duo l’album Amoreamaro, ci saranno anche Cristiano Della Monica alle percussioni ed Ernesto Nobili alle chitarre, straordinari musicisti e producer con cui Mazzotta sta lavorando ad un nuovo progetto. Gran finale, domenica 4 settembre, affidato a tAman ovvero “musica con la giusta quantità di amore”. Il sangue balcanico scorre attraverso questi maestri musicisti (cinque gli elementi che compongono la band) trasmutando le malinconiche melodie bosniache e macedoni in qualcosa di ottimista, ritmicamente selvaggio e irresistibile. In tAman si fonde pathos balcanico e passione urbana, si rielaborano audacemente i tradizionali desideri romantici di sevdalinke e le canzoni popolari bosniache. I membri del gruppo Maida Džinić, Jelena Ždrale, Jelena, Marjan Stanić, Nino de Gleria e Luka Ropretsi si sono incontrati per la prima volta nei centri per rifugiati di Lubiana nel 1995.

I CONCERTI AL PASSETTO: LA MUSICA ALL’ALBA DI ADRIATICO MEDITERRANEO – Non sarebbe Adriatico Mediterraneo Festival senza i concerti al sorgere del sole. Cinque gli appuntamenti alla scalinata del Monumento ai Caduti alle 6. Si parte mercoledì 31 agosto con Davide Ambrogio in Evocazioni e Invocazioni. Classe 1990, Davide Ambrogio è un cantante e polistrumentista calabrese che costruisce intorno alla voce uno spettacolo immersivo attraverso l’utilizzo di lira, chitarra con matite, tamburo a cornice, zumpettana, zampogna e live electronics. È capace di tradurre un’espressione vocale legata alla tradizione orale Aspromontana in elementi sonori contemporanei. Ciascun brano è legato a una specifica funzione, dalla ninna nanna al canto di protesta, dal lamento allo scongiuro.

AreaSud sarà il buongiorno giovedì 1 settembre a suon di tarantelle, ma anche di canti rituali, favole e serenate che raccontano con il suono e la lingua nativa, un pezzo di storia dei musicisti stessi, della gente comune che li ha preceduti. Il quartetto AreaSud – formato da Maurizio Cuzzocrea (chitarra battente, marranzano, tamburello, voce), Franco Barbanera (friscalettu, zampogna a chiave, gaita galiziana, flauti), Marco Carnemolla (basso, voce) e Mario Gulisano (tamburelli, bodhràn, marranzano, voce) – esegue musiche tradizionali principalmente legate alle culture siciliane e calabresi, senza risultare mai strettamente filologico, ma lasciando ampio spazio all’interpretazione personale e quindi a quel processo di permanente composizione e ri-creazione che è caratteristico della musica di tradizione orale.

Venerdì 2 settembre sarà la volta del duo Favro-Mlinar in concerto. Kristina Mlinar, cantante e violinista classica da Banja Luka (Bosnia ed Erzegovina) e Piercarlo Favro, chitarrista improvvisatore da Trieste, reinterpretano alcune tra le sevdalinke più celebri della tradizione bosniaca, combinando le rispettive culture, le proprie influenze e i diversi stili di interpretazione, ponendosi così in un rapporto unico rispetto agli stilemi del linguaggio musicale tradizionale. La chitarra di Claudio Farinone e la fisarmonica di Fausto Beccalossi saranno le protagoniste dell’alba di sabato 3 settembre. In questo singolare duo confluiscono due approcci creativi diversi, due mondi timbrici e tessuti armonici che nell’incontrarsi danno vita a un nuovo spazio stilistico. Il loro concerto è simile ad un album di ritagli fatto di tracce uditive scaturite dall’immaginario musicale dei due attori. Una sorta di scrapbook dove ognuno dei due protagonisti conserva ed osserva gli appunti sonori caratterizzanti la propria storia di musicista, condividendoli con l’altro. I due musicisti si muovono travalicando generi di appartenenza, confini, modalità esecutive. La musica del duo non è né classica né jazz, non è totalmente scritta e nemmeno completamente improvvisata.

Si parte per un Viaggio in Armenia domenica 4 settembre con la performance di Laurent Boutros. Lo spettacolo trasporta nella suggestiva cultura musicale popolare caucasica attraverso l’esecuzione strumentale chitarristica. Un viaggio attraverso i continenti fra Occidente e Oriente con le loro diversità culturali. Composizioni originali di Laurent Boutros (chitarra classica) ispirato dalle musiche popolari d’Armenia e altri paesi Caucasici.

LA NOVITÀ: I CONCERTI IN NOTTURNA ALLA PINACOTECA – La Galleria civica “Francesco Podesti” apre le porte di notte per due appuntamenti imperdibili. Venerdì 2 settembre alle 23.15 con Alessandro D’Alessandro solo in Canzoni per organetto ‘preparato’ ed elettronica. Organettista, produttore e compositore, Alessandro D’Alessandro ha portato uno strumento tipico della tradizione popolare come l’organetto a dialogare con altri stili, ritmi ed armonie, ampliandone notevolmente le capacità espressive. Per AdMed si presenta come solista, con la trasposizione di alcuni classici nel linguaggio di un organetto che, nelle sue mani, sembra assumere «il respiro di un’orchestra». Si replica, sempre alle 23.15, sabato 3 settembre con Sita di Alessia Tondo. Dall’infanzia nel gruppo Mera Menhir alla popolarità internazionale con il Canzoniere Grecanico Salentino, Alessia Tondo è una delle voci più belle e significative del panorama pugliese. È stata lanciata dai Sud Sound System, a soli tredici anni è diventata voce solista dell’Orchestra della Notte della Taranta. Sita è il suo primo lavoro da solista con il quale decide di dare la propria “visione” della musica popolare. Un lavoro prezioso, intimo ma al tempo stesso universale, magico e profondo. Sita in dialetto salentino significa melograno, frutto che in tutta l’area del Mediterraneo è simbolo di buon augurio. E così l’album Sita svela un volto misterico e terapeutico della musica popolare come una forma di esorcismo contro i cattivi pensieri, un rito di guarigione catartico che si compie ogni volta attraverso le parole e la sua musica.

IL FOCUS SULLA BOSNIA – Saranno tre gli incontri di approfondimento sulla Bosnia tra passato e presente, tra le vecchie ferite della guerra e la voglia di futuro (h 19). Si inizia giovedì 1 settembre nell’insolita cornice per AdMed di piazza del Plebiscito con l’incontro con Michael L. Giffoni, diplomatico ed ex ambasciatore d’Italia in Kosovo che dialogherà con lo storico, Sergio Sparapani. Venerdì 2 settembre, Paesaggi d’ombre. Bosnia tra viaggio e nuova migrazione. Il poeta Loris Ferri in dialogo con Lucrezia Michelotti, Luca Palombi, soci e volontari dell’associazione Lutva. Dal cuore dell’esperienza dell’associazione Lutva, attraverso un nuovo modo di intendere il viaggiare, viene presentata l’anima dei luoghi vivi, degli incontri più inattesi e delle ferite umane, fino al racconto del progetto internazionale Refest, sulle nuove rotte della migrazione, da cui prende vita il libro: Cinema Sarajevo di Loris Ferri (Ensemble 2022). Domenica 4 settembre si chiude il ciclo di incontri con La Bosnia di ieri e di oggi, la lezione di quella guerra. Dialogo tra Andrea Angeli, già funzionario Onu-Nato, Miranda Sidran, ambasciatrice e Francesco Curzi, giornalista.

IL POTERE E L’IMPORTANZA DELLA PAROLA – Appuntamenti ormai fissi del Festival, gli incontri a cura dell’Associazione italiana di cultura classica, tutti i pomeriggi a Spazio Cinema alla Mole. Primo appuntamento giovedì 1 settembre alle 18.30 con Facciamoci una risata! Di cosa ride la commedia greca antica, con Luigi Bravi presidente Accademia Raffaello. Usualmente relegata all’ombra della grande poesia tragica, la commedia greca antica è sempre stata considerata qualcosa di “inferiore”, ma a un’analisi attenta la commedia di Aristofane rivela una modalità molto raffinata del ridere dei Greci antichi. Una rassegna di passi e situazioni renderà ragione del ridere di quegli uomini solo in apparenza lontano dagli uomini di oggi. Venerdì 2 settembre sempre alle 18.30 incontro con il professor Ivano Dionigi Le parole sono importanti. La parola come bene più prezioso, la qualità più nobile, il sigillo più intimo. A una persona, a un gruppo, a una popolazione si possono togliere averi, lavoro, affetti: ma non la parola. La mancanza o la mutilazione della parola negano l’identità, escludono dalla comunità, confinano alla solitudine e riducono allo stato animale. Infine sabato 3 settembre alle 18.30 La coscienza del moscerino, incontro con il professor Giorgio Vallortigara. Docente di Neuroscienze all’Università di Trento, autore di libri divulgativi e di più di 300 articoli scientifici, Vallortigara intende mostrare come le forme basilari della vita mentale non necessitino di grandi cervelli, come i più invece ritengono.

BIGLIETTERIA E PREZZI – I biglietti per i concerti alla Corte della Mole (10 euro) sono già in vendita su www.vivaticket.com e saranno disponibili anche nelle serate dei concerti.

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