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Applausi per Nicola Piovani:
«La musica è pericolosa e bella
come gli amori adolescenziali»

JESI - Sul palcoscenico di Piazza Federico, ieri sera il premio Oscar per la colonna sonora del film “La Vita è bella”i ha voluto ricordare le parole di Fellini, chiudendo il concerto proprio con le note della musica del capolavoro di Roberto Benigni

Nicola Piovani (foto Stefano Binci)

 

Dopo l’Orchestra di Piazza Vittorio e Fiorella Mannoia, l’anteprima del XXII Pergolesi Spontini Festival ha portato a Jesi, in Piazza Federico II, il compositore Nicola Piovani, vincitore del Premio Oscar per la colonna sonora del film “La Vita è bella” di Roberto Benigni. Sul palcoscenico di Piazza Federico mercoledì 3 agosto, Piovani è stato protagonista del concerto “La musica è pericolosa – Concertato” , un viaggio musicale nel quale ha raccontato al pubblico i percorsi che l’hanno portato a fiancheggiare il lavoro di artisti quali Fabrizio André, Vincenzo Cerami, Roberto Fellini, Federico Fellini, Luigi Magni, Marco Bellocchio, Mario Monicelli, e di tanti registi spagnoli, francesi, olandesi, per teatro, cinema, televisione, alternando l’esecuzione di brani teatralmente inediti a nuove versioni di brani più noti, riarrangiati per l’occasione. Sul palcoscenico, con Nicola Piovani alla direzione e al pianoforte, erano Marina Cesari al sax e clarinetto, Pasquale Filastò al violoncello e alla chitarra, Pietro Pompei alla batteria/percussioni, Carmine Iuvone al contrabbasso, Sergio Colicchio tastiere. Produzione Fondazione Musica per Roma.

La musica è pericolosa”, come disse una volta Federico Fellini a Piovani. È pericolosa come lo sono le cose belle quando hanno a che fare con le emozioni forti, come negli amori adolescenziali. «Anche se, secondo me – ha detto Piovani – gli amori sono tutti adolescenziali». Così nel suo racconto a Jesi, il pianista romano ha ricordato per primo la sua amicizia con Fellini, che piangeva sempre quando ascoltava una melodia. Quindi, lui al piano e con i suoi musicisti, ha eseguito brani dalle colonne sonore de “L’intervista” e “Ginger e Fred” di Fellini, “Il marchese del grillo” di Mario Monicelli, e “Il traditore” di Marco Bellocchio. Quindi, microfono in mano, ha narrato della forza dirompente della musica, di cui parlano miti antichi come quello del canto di Orfeo, e del canto delle sirene che osarono sfidare le Muse, Da questi miti è nato uno dei due brani di nuovo ascolto della serata, “Partenope”, seguito poi da una sua rivisitazione dei “Children’s Corner” di Claude Debussy, la composizione “Golliwog’s cake walk”.

Alternando aneddoti e musica, ha raccontato del suo lavoro al fianco di Marcello Mastroianni, eseguendo dal vivo con il canto registrato dell’attore il suo arrangiamento di “Caminito” da “De eso no se habla”, film argentino del 1993. Ha narrato del suono delle campane del convento delle suore che furono il motore creativo del “Bombarolo” di De André. Della gioia infantile che esplodeva in Piovani quando sentiva da lontano arrivare la banda del paese da cui ha tratto ispirazione per comporre la marcetta che accompagna l’ingresso in scena di Roberto Benigni in teatro e in tv.

Fu Benigni – ha raccontato Piovani – a chiedergli una canzone sentimentale per concludere uno spettacolo comico, “una melodia semplice, di quelle che ti sembra di aver già sentito, che dica solo ‘quanto t’amo!’“, e che è diventata una delle canzoni di maggior successo di Piovani-Benigni su versi di Cerami, “Quanto t’ho amato”, pure suonata sul palco jesino. Il concerto si è chiuso con le note de “La vita è bella”, e con il ringraziamento del compositore agli spettatori:«La musica è questo: musicisti in carne e ossa che suonano a un pubblico in carne e ossa». Dopo l’anteprima, il festival riparte nella sua consueta collocazione di fine estate, a partire da sabato 3 settembre al Teatro Pergolesi di Jesi ore 21, con lo spettacolo tra musica e racconto “Il silenzio in cima al mondo (i voli di Zoff nel cielo di Spagna ‘82)”, con Pamela Villoresi, ricorda quella che fu definita “la partita più bella del secolo scorso”, nei Mondiali di calcio 1982 di cui ricorrono i 40 anni. Il testo è di Giuseppe Manfridi, musiche di Cristian Carrara e Marco Attura, nuova la produzione in co-produzione con Associazione Mittelfest di Cividale del Friuli.

 

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