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Quale futuro per l’Inrca della Montagnola?
«Può diventare un polo per gli anziani»

ANCONA - Nel 2024 i reparti del presidio ospedaliero dorico saranno trasferiti nel nuovo complesso in costruzione all'Aspio di Camerano. Ieri nell'incontro pubblico alla Mole Ida Simonella, candidata sindaco per le Primarie del centrosinistra, si è interrogata insieme ad esperti e pubblico su come riqualificare l’immobile e come destinarlo a nuove funzioni anche con sperimentazioni tagliate sui cittadini «come l'ipotesi di estendere a tutta la città il progetto del custode/infermiere di quartiere»

Il presidio ospedaliero dell’Inrca alla Montagnola, Ancona ((foto Giusy Marinelli)

 

Obiettivo puntato sull’Inrca della Montagnola. Perché tra due anni sarà pronto il nuovo ospedale dell’Aspio di Camerano dove saranno trasferiti i reparti del presidio di Ancona «e non si potrà lasciare vuoto quel contenitore», che secondo Ida Simonella, candidata sindaco alle primarie del 27 novembre prossimo,

Ida Simonella

«potrà e dovrà diventare un polo per gli anziani e a misura di anziano, in cui sperimentare nuove forme di supporto che garantiscano e restituiscano la qualità della vita, l’autosufficienza, se necessario assistita e, quindi, un ruolo attivo nella società, alle persone, autosufficienti e non».  La crisi delle materie prime ha creato inevitabili ritardi e allungato i tempi del crono-programma di consegna del nuovo ospedale Inrca,  inizialmente previsti per il 2023 e ora slittati al 2024. Ma in previsione del taglio del nastro per la nuova opera di edilzia sanitaria è necessario preparare la transizione per il complesso immobiliare di via della Montagnola.  Un luogo dunque, che preveda una organizzazione con forme flessibili, trasversali, aggiuntive e innovative di assistenza e supporto; un luogo che consenta di mantenere l’alta specializzazione dell’Inrca nello studio e ricerca sugli anziani; un luogo, infine, in cui possano continuare a nascere e a svilupparsi progetti e sperimentazioni tagliate sui cittadini, soprattutto sui più fragili, come l’ipotesi di estendere a tutta la città il progetto del custode/infermiere di quartiere: una figura di supporto ai bisogni immediati delle persone sole e che hanno bisogno.

Franco Pesaresi

«Creiamo un manifesto – ha detto Simonella ieri nell’incontro a tema organizzato alla Mole – e io me ne faccio promotrice. Condividiamolo con i comitati di partecipazione, con le associazioni, e prima di tutto con il personale dell’Inrca e che sia la base per fare un protocollo di intesa, un’intesa con i soggetti competenti, in primis la Regione. L’ex Umberto I – ha ricordato – era partito così, da un’intesa. Poi strada facendo si è affinato il contenuto delle azioni, ma quello era l’impegno da parte di tutti noi per agire concretamente all’interno di quel contenitore. Lo dobbiamo fare adesso, prima che l’Inrca della Montagnola diventi un contenitore vuoto perché poi non sarebbe più recuperabile».

Emma Capogrossi

Sono questi i temi centrali dell’incontro ‘Dalla riqualificazione dell’ex Umberto I al futuro dell’Inrca della Montagnola: Proposte e nuovi servizi’, organizzato ieri proprio da Ida Simonella. Di fronte a una platea di cento persone che ha costretto gli organizzatori a trasferire tutti i partecipanti in una sala più capiente rispetto a quella originariamente prescelta, Simonella ha aperto e analizzato temi importanti per il futuro sociale, sanitario e anche urbanistico di Ancona. Lo ha fatto con lo stile degli incontri che sta conducendo in queste settimane che precedono le primarie del centrosinistra del 27 novembre: temi strategici, raccontati, analizzati e delineati con scenari concreti di intervento da esperti dei diversi settori che insieme con Ida Simonella stanno mettendo a punto progetti concreti, basati sull’ascolto dei bisogni e sulla messa a disposizione di professionalità di altissimo e indubbio livello.

Andrea Vecchi

Tra questi, ieri pomeriggio alla Mole sono intervenuti Andrea Vecchi, presidente del Forum nazionale trapianti, Emma Capogrossi assessora ai servizi sociali e alla sanità del Comune di Ancona, la psicologa Silvia Valenza e Franco Pesaresi direttore Asp (Azienda Pubblica Servizi alla Persona) ambito Jesi, membro fondatore di Network Non autosufficienza (Nna), che è il principale centro di ricerca nazionale sugli anziani non autosufficienti, e componente della cabina di regia del “patto per un nuovo welfare per la non autosufficienza”, la macro-organizzazione nazionale che ha interloquito con il governo per la stesura della legge delega sulla non autosufficienza.  Una serie di stimoli interessanti e complessi è anche giunta dalla platea, con interventi qualificati che si sono soffermati sia sulle attuali criticità sia sulle indubbie potenzialità del “sistema Ancona” dove contenitori importanti come l’Inrca della Montagnole l’Ex Umberto I potranno giocare un ruolo fondamentale anche in termini propulsivi rispetto a questioni che non sono di diretta competenza del Comune.

Dall’incontro è emerso un quadro con numeri che spingono chiaramente verso un approccio proattivo al problema: gli anziani ad Ancona sono un quarto dell’intera popolazione e quasi 5 mila di loro non sono autosufficienti, mentre quasi 2 mila vivono soli. Sono le persone che chiedono assistenza e interventi pratici e immediati, ma anche progetti strutturali in cui l’innovazione deve calarsi in servizi concreti. I soldi – è stato sottolineato nel corso dell’incontro – oggi sono a disposizione, in particolare grazie alle risorse del Pnrr, il quadro legislativo ha posto recentemente premesse importanti, e ad Ancona si è consolidata una tradizione amministrativa di grande attenzione agli utlimi, di sperimentazione di soluzioni sempre più aderenti ai bisogni, che occorre continuare a strutturare all’interno dei processi di governance. Non mancano, a questo punto, gli spazi in cui concretizzare scenari virtuosi.« Ma – ha ribadito Simonella – bisogna mettere subito in campo conoscenze e competenze utili e qualificate. Essere subito operativi. Non lasciare il vuoto dove è urgente intervenire. Nel cammino di questi giorni sono orgogliosa di poter confrontare la mia esperienza e le mie competenze con quelle di tanti professionisti che non sostengono solo una persona, un candidato, ma condividono un progetto concreto, alto e responsabile per la città. Ogni incontro, dal tavolo dei relatori alla platea, è un passo in più per mettere a terra i progetti. Generosità, disponibilità ed entusiasmo non sono scontati in questi momenti difficili che stiamo attraversando, ma è un privilegio e una grande spinta sapere di poter contare su così tante persone. Ancona se lo merita».

La platea



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