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Anello Civitanova-Fabriano,
ferrovia ‘Due mari’ e Valpotenza:
«Tre miliardi il ‘costo del non fare’»

ANCONA - E' quello che emerge, secondo l'assessore regionale Francesco Baldelli, dallo studio di Uniontrasporti presentato oggi a Palazzo Li Madou su iniziativa della Camera di Commercio delle Marche e dell’assessorato regionale alle Infrastrutture. Focus sui tre progetti attesi da 20 anni

L’anello ferroviario delle Marche, in particolare il completamento della Fabriano-Pergola-Urbino in connessione con Fano, con la linea Civitanova-Fabriano e con la Ascoli-Porto d’Ascoli-Civitanova; le infrastrutture viarie della Valpotenza, a cominciare dal casello sull’A14; la ferrovia Ascoli-Rieti cosiddetta dei ‘Dei due Mari’. Sono le tre infrastrutture selezionate nella nostra regione, i cui progetti sono stati presentati ad Ancona, a Palazzo Li Madou, nel corso di un incontro dal titolo: “Le infrastrutture e lo sviluppo economico nelle Marche”, con lo studio di Uniontrasporti su iniziativa della Camera di Commercio delle Marche e dell’assessorato alle Infrastrutture della Regione Marche, sull’impatto economico, sociale ed ambientale. Al convegno hanno partecipato il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, il presidente della Camera di Commercio delle Marche Gino Sabatini, l’assessore alle Infrastrutture Francesco Baldelli, il direttore di Uniontrasporti Antonello Fontanili. I lavori sono stati coordinati dal segretario generale della Cciaa delle Marche Fabrizio Schiavoni alla presenza di autorità e dei rappresentanti delle categorie economiche, dei sindacati e degli ordini professionali.

«L’obiettivo è dare risposte chiare e inequivocabili – ha sottolineato il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli – per una progettualità che sappia connetterci sia tra territori provinciali che regionali ma soprattutto con le infrastrutture di grande portata come l’autostrada, la ferrovia, l’aeroporto e il porto. L’intermodalità e la continuità territoriale sono per noi obiettivi importanti che stiamo cercando di raggiungere nonostante le numerose problematiche di natura burocratica. Oggi è necessario avere tutte queste infrastrutture per poter essere competitivi come territorio sia in termini di impresa che di turismo inteso come volano trasversale per molti settori (cultura, enogastronomia, artigianato, manifattura, ecc). Abbiamo un ritardo accumulato negli anni molto importante, ma c’è anche una progettualità che sta correndo molto velocemente. Siamo fiduciosi che si possano superare questi gap in un periodo breve: certamente la volontà va condivisa con le Regioni limitrofe e mi pare che ci sia la disponibilità di tutti. Naturalmente a questo si deve aggiungere il sostegno del governo centrale perché certe infrastrutture non possono prescindere da investimenti importanti che la Regione da sola non può sostenere».

«Ammonta ad oltre 3 miliardi di euro il ‘costo del non fare’ queste tre infrastrutture nelle Marche – ha spiegato l’assessore Baldelli -. Un costo messo nero su bianco da un’indagine che ha messo sotto la lente, non solo l’impatto socioeconomico di tre opere selezionate, ma anche il peso effettivo della loro mancata realizzazione negli ultimi 25 anni. Sono oltre 12 anni che la Regione Marche non investe sulla progettazione. La giunta Acquaroli ha messo sul tavolo in meno di due anni un totale di 12 milioni di euro circa a cui si aggiungono i 2,5 milioni per il Fattore Q della progettazione di spazi urbani di 111 comuni classificati nei territori interni, iniziativa in partnership con gli Ordini degli Architetti e degli Ingegneri. Siamo convinti che chi non progetta non può avere una visione, e chi non ha visione non può avere futuro. Si può misurare concretamente il valore socioeconomico delle infrastrutture e determinare quanto sia costata all’intera collettività regionale la loro non realizzazione, soprattutto a causa della mancata visione del passato. Il costo del non fare pesa sul mancato sviluppo delle Marche, una regione che è passata negli anni trascorsi da sviluppata a ‘in transizione’».

«Le difficoltà oggettive – ha continuato Sabatini – di spostarsi in tempi ragionevoli sul territorio e dal territorio verso destinazioni nazionali e internazionali, la carenza di intermodalità per il trasporto delle merci e, allo stesso tempo, il forte dissesto idrogeologico, mortificano le potenzialità di una regione che può vantare innumerevoli risorse produttive. In tale contesto, il sistema camerale marchigiano intende svolgere un ruolo di raccordo tra il sistema economico che rappresenta e gli interlocutori preposti alla programmazione, alla progettazione, al finanziamento, alla realizzazione e al monitoraggio dell’infrastrutturazione del territorio, in stretta sinergia e collaborazione con l’operato della Regione Marche».«La giornata di oggi – ha concluso Fontanili che nel corso della mattinata ha presentato le prime evidenza delle analisi intraprese – non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza per una collaborazione fattiva di tutti i soggetti coinvolti a sostegno di quel tessuto imprenditoriale che nonostante tutte le difficoltà non si arrende mai».

 

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