di Francesca Pasquali
Che avrebbero dovuto rinunciare alla gita scolastica a Trento e Bolzano gli studenti di terza della scuola media “Silvio Pellico” di Camerano l’hanno saputo un paio di giorni fa. Se – neanche a dirlo – per i ragazzi la delusione è stata tanta, per i genitori ha fatto traboccare un vaso ormai colmo. Così, stamattina hanno preso carta e penna e scritto alla dirigente dell’Istituto comprensivo “Camerano – Giovanni Paolo II – Sirolo”, Flavia Maria Teresa Valentina Cannizzaro, e, per conoscenza, all’Ufficio scolastico regionale. Una lettera infuocata già nell’oggetto, «Mancanza di collaborazione e inefficienze», firmata dall’avvocata Rosella Pepa e condivisa da altri ventitré genitori. «Durante il presente anno scolastico – si legge nella missiva –, in diverse occasioni, alcuni genitori hanno tentato di interloquire con la dirigenza, purtroppo con scarsissimi risultati, stanti le risposte sempre elusive ai limiti dell’inconsistenza».
Segue, a detta dei genitori, un elenco delle “mancanze” della preside, alla guida dell’Ic dalla scorso settembre. La prima, appunto, è la gita di tre giorni negata agli studenti «senza un motivo, dopo che la destinazione era già stata fissata». L’elenco prosegue. A scuola non c’è lo sportello di ascolto. Gli studenti di seconda media «non hanno portato a termine il progetto “Save the Children”». E ancora: la preside «non ha tempestivamente adeguato l’aula di informatica, risultata per molto tempo inutilizzabile, non ha assunto iniziative quando sono state segnalate carenze didattiche ed educative e ha rifiutato di collaborare con le associazioni locali Avis e Croce Gialla che hanno proposto di organizzare attività di volontariato con i ragazzi».
I genitori si lamentano anche del sondaggio sulla settimana corta, proposto «senza dare informazioni sui risvolti didattici», e delle «circolari incomprensibili e “anticostituzionali”, rettificate, dopo formale contestazione». Ma, si diceva, quello che proprio non è andato giù alle famiglie degli studenti di terza media è stato l’annullamento della gita. Fatto che, per loro, «evidenzia la scarsa considerazione delle aspettative dei ragazzi, che vengono prima illusi e poi delusi», visto che «l’organizzazione di una gita scolastica di più giorni va pianificata per tempo, previa collaborazione e accordo con il Consiglio di istituto circa le finalità e le modalità».
«Tutto quanto sopra – si legge nella lettera – è indice di un’inadeguata gestione che, invece, avrebbe dovuto essere maggiormente attenta, proprio a motivo dei trascorsi anni scolastici in cui la didattica e la socializzazione sono state gravemente penalizzate, anzi, devastate dalla dad». «Ma la cosa veramente inaccettabile – prosegue la missiva – è la totale mancanza di dialogo. Quasi nessuno conosce la dirigente che incarica sempre qualcun altro di interloquire con chi espone i problemi e provvede ad avanzare proposte. Di conseguenza, non si hanno risposte e i problemi restano senza soluzione».
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