Piazza Boccolino gremita di pubblico, ieri sera ad Osimo. per ascoltare Stefano Mancuso, fondatore e direttore del Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale dell’Università di Firenze. Lo scienziato e divulgatore di fama internazionale, ospite della rassegna culturale ‘Non a sola voce’, ha incentrato il suo dialogo con la platea sui cambiamenti climatici causati dall’aumento delle emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera. Tra numeri, statistiche, riferimenti storici e analisi oggettiva dei disastri ambientali che riempiono le cronache del quotidiano, il botanico ha posto l’accento sulle possibili soluzioni che potrebbero salvare il pianeta dalla catastrofe, preventivata entro i prossimi 50-70 anni se l’uomo non deciderà per un cambio di passo.
Le piante sono vitali perché l’85,5% della biomassa terrestre è rappresentato dal mondo vegetale, gli animali sono solo lo 0,3% degli abitanti del globo. Dopo il disboscamento di tante foreste primarie, a partire da quelle europee negli ultimi 200 anni, intanto sarebbe necessario «piantare mille miliardi di alberi» ha suggerito lo studioso, partendo non solo dagli spazi urbani. L’80 percento delle superfici libere sulla Terra sono, infatti, occupate e destinate oggi all’allevamento di animali per la produzione di cibo, responsabili della emissione di una vasta quantità di gas serra, «ma che forniscono solo il 20% delle calorie della nostra dieta». Un invito a mangiare meno carne per la sostenibilità del sistema.
Devono indurre a una riflessione anche le ipotesi relative alle proiezioni sul surriscaldamento globale. Citando lo studio del Politecnico di Zurigo sull’Understanding climate change from a global analysis of city analogues, lo scienziato ha stimato che nel 2050 Madrid e Genova avranno un clima simile a quello dell’attuale Marrakesh, Monaco registrerà quello che oggi c’è a Roma che, tra meno di 30 anni, si avvicinerà al clima di Antalya, in Turchia. A Londra sarà simile a quello odierno di Barcellona e a Parigi a quello attuale di Istanbul, per non parlare delle città della Sicilia che saranno oppresse dal clima dell’attuale fascia subsahariana. «Solo che le nostre città non sono state costruite per queste temperature» ha evidenziato. Cifre da «eco-ansia», come le ha definite lo stesso Mancuso, che non possono non far maturare una coscienza sul problema più grande, in questo frangente, da risolvere per l’umanità.
(m.p.c.)
Stefano Mancuso e la crisi ecologica spiegata con le voci de ‘La tribù degli alberi’
Si studiano, si somigliano, si aiutano: il botanico Stefano Mancuso racconta ‘La tribù degli alberi’
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