“Rise up”, a confronto
con una campionessa, un monaco coach
e uno sport-mental coach

LA PASTORALE dello Sport della diocesi Ancona-Osimo organizza una due-giorni tra Ancona e Filottrano sul tema ‘Quale Chiamata nello sport? con l'azzurra della sciabola Chiara Mormile, il monaco camaldolese padre Natale Brescianini e il tecnico Luciano Sabbatini

da sin. in senso orario: Chiara Mormile, padre Natale Brescianini e Luciano Sabbatini

 

Una campionessa, un monaco coach e uno sport-mental coach in dialogo per una triangolazione di esperienze vissute nei rispettivi settori. Seguendo il filone intrapreso in occasione della giornata mondiale della gioventù di Lisbona, la Pastorale dello Sport della diocesi Ancona-Osimo formula con “Rise up” l’invito ad una due-giorni sul tema ‘Quale Chiamata nello sport?’ Sabato prossimo 9 settembre alle 17 presso la Sala Coni del PalaPrometeo di Ancona sarà don Alessio Orazi, direttore della pastorale giovanile, ad introdurre Chiara Mormile, campionessa di scherma del gruppo sportivo dell’esercito ed atleta della Nazionale di sciabola che offrirà ai giovani la sua esperienza, testimoniando come la fede possa essere di supporto alla prestazione in un ambito estremamente competitivo.

Domenica 10 alle 16.30, all’Hotel Sette Colli di Filottrano, il momento formativo animato da padre Natale Brescianini, monaco camaldolese da anni impegnato nella realizzazione di percorsi formativi di coaching che si rifanno alla regola ‘ora et labora’ di San Benedetto cercando nella dimensione spirituale il baricentro che consente di mantenere l’equilibrio nel vortice dei nostri tempi. Al suo fianco, Luciano Sabbatini, tecnico e mental coach (fra gli altri del campione olimpico Gianmarco Tamberi) che ha accolto da un anno l’incarico di direttore dell’Ufficio per la Pastorale dello Sport. Ad arricchire di contenuti il dibattito, la stessa Chiara Mormile e l’arcivescovo Mons. Angelo Spina che concluderà l’evento con un “take home message” di cui far tesoro nella quotidianità.

Un’occasione preziosa anche per riflettere sul ruolo dei genitori nell’azione di sostegno efficace verso i figli che praticano sport a ogni livello. «L’obiettivo è di promuovere una visione dello sport che non si limiti all’aspetto tecnico ed agonistico, ma lo renda un ambiente sia di apprendimento che di accrescimento a 360 gradi della persona, coniugando i valori propri dello sport come l’impegno, il sacrificio, la passione e lo stare insieme con una dimensione più intima e profonda», spiega in una nota Luciano Sabbatini.

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