Casa Hermes, da casa di riposo
diventa anche residenza protetta

LORETO – C’è l’ok della Regione che ha autorizzato la trasformazione di 23 posti per gli anziani ospiti

Casa Hermes

 

Un passo avanti per un riconoscimento che consente a Casa Hermes di dare una risposta ancora più adeguata e puntuale ai propri ospiti. La struttura lauretana è stata infatti autorizzata dalla Regione Marche alla trasformazione di 23 posti letto da casa di riposo a Residenza protetta: questo il risultato della domanda avanzata dalla Fondazione Opere Laiche che è stata accolta dopo la visita ispettiva tenutasi il 24 ottobre. Si è trattato di una richiesta inoltrata proprio per adeguare Casa Hermes alle crescenti esigenze della popolazione anziana.

“La scelta della Fondazione – spiega in una nota il presidente Federico Guazzaroni – è dovuta alla volontà di dare una risposta alla crescente richiesta di servizi per gli anziani e alla necessità di offrire un ambiente sicuro e adatto alle esigenze specifiche delle persone non autosufficienti, con esiti di patologie fisiche, psichiche, sensoriali, o miste stabilizzate, non curabili a domicilio e che non necessitano di prestazioni sanitarie complesse».

«Il passaggio a residenza protetta – chiarisce Guazzaroni – rende omogeneo il servizio offerto, visto che Casa Hermes, dopo questo passaggio, potrà offrire una capienza di 100 posti letti tutti di residenza protetta. Questo cambiamento riflette la volontà di innalzare il setting assistenziale nella consapevolezza della necessità di migliorare la qualità della vita degli anziani e garantire loro un ambiente confortevole, sicuro e stimolante. Questo riconoscimento è un segnale del lavoro svolto in Casa Hermes nel fornire soluzioni per la sfida legata all’invecchiamento della popolazione. La trasformazione avvenuta – conclude Guazzaroni – è un passo avanti nella risposta alle esigenze in continua evoluzione degli anziani nel nostro territorio. Offrendo un ambiente confortevole e adatto alle loro necessità, la Casa Hermes dimostra il suo impegno per migliorare la qualità della vita promuovendo un invecchiamento attivo e salutare».

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