“Questo non è amore”:
riflessioni per la giornata mondiale
contro la violenza sulle donne

ANCONA - Alla Mole, gli studenti hanno incontrato le istituzioni

Un momento dell’incontro alla Mole

Non è amore se c’è violenza. Spiegarlo ai ragazzi con i toni e le parole giuste, alleggerendo il contesto quando il peso della riflessione diventa troppo forte, come nel momento in cui viene ricordata Giulia, la ragazza veneta uccisa dall’ex fidanzato, facendo rumore tutti assieme per dire basta alla violenza contro le donne.
E’ quanto si sono impegnate a fare stamane le istituzioni durante un incontro alla Mole, dal titolo “Questo non è amore”, con gli studenti delle scuole superiori, organizzato dalla Commissione Regionale per le Pari Opportunità tra uomo e donna, Comune di Ancona- assessorato Pari Opportunità, questura di Ancona e Ufficio Scolastico regionale, nell’ambito delle iniziative per la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

Ad animare l’incontro, tra un intervento istituzionale e l’altro: la presidente della Commissione Pari Opportunità, Maria Lina Vitturini; l’ assessore comunale, Orlanda Latini; il prefetto Darco Pellos; il questore Cesare Capocasa e la vice questore Marina Pepe; l’attore Stefano Masciarelli e il musicista Guido Trivellini che con simpatia e abilità hanno motivato e coinvolto il pubblico. Toccante la testimonianza di un pugile italiano, in passato autore di maltrattamenti, e di Don Aldo Buonaiuti, prete di strada che ha speso la sua vita a sostegno delle vittime della prostituzione e dei ragazzi e famiglie nel disagio.
«Riconoscere e respingere comportamenti e azioni non in linea con una relazione affettiva è possibile per le ragazze, senza timore e senza vergogna, così come chiedere aiuto con l’aiuto degli adulti alle forze dell’ordine, sempre a disposizione dei cittadini», è stato ripetuto all’uditorio più volte. Nell’ ottica di una alleanza e una solidarietà “maschi e femmine” con pari diritti e pari dignità che proprio dalla scuola può prendere le mosse.

Un momento corale di riflessione, bilancio e ripartenza, all’insegna della necessità di “fare rete” e costruire insieme una società libera dalla violenza di genere, dai condizionamenti delle discriminazioni, con un’attenzione particolare rivolta alle nuove generazioni, che si affacciano oggi alla vita affettiva, per la costruzione di relazioni corrette, scevre da pregiudizi e volontà di predominio.
Nel corso dell’incontro i ragazzi hanno potuto affrontare insieme a tutti gli intervenuti un tema così importante e sofferto, con l’intervento del Vice Questore dr.ssa Marina Pepe, dell’Ufficio Polizia Anticrimine della Questura, per comprendere il concetto di violenza, nelle sue diverse esplicazioni, fisica, psicologica, sessuale ed economica, i fattori di rischio nelle relazioni affettive, gli strumenti di Prevenzione (Ammonimento del Questore per violenza domestica ex art. 3 D.L. n. 93/2013 ed atti persecutori ex art. 8 D.L. 11/ 2009- e sorveglianza speciale D.L. 159/2011), per rompere la catena dei soprusi e reagire al tentativo di controllo e sopraffazione che accompagna le relazioni tossiche, ma soprattutto per intervenire prima che gli eventi e le situazioni degenerino.
Un richiamo è stato fatto alla stipula del protocollo “Zeus”, firmato lo scorso novembre, in rappresentanza dei Sindaci della Regione ed il Questore dr. Cesare Capocasa, per la Questura di Ancona e al protocollo “#SicurezzaVera”, firmato con la Confcommercio e la Fipe per formare e sensibilizzare gli esercenti pubblici a rendersi strumenti di cultura di genere e contro la violenza sulle donne, diretto quindi a rendere gli esercizi pubblici presidi di sicurezza.
Il protocollo Zeus, come sottolineato dal Questore di Ancona, rappresenta: «Un modello d’azione innovativo che amplia l’efficacia dell’Ammonimento del Questore, consentendo di invitare i soggetti colpiti dal provvedimento a sottoporsi ad un programma di recupero, con supporto psicologico e di prevenzione, appositamente organizzato dai servizi presenti sul territorio. I risultati dimostrano che gli interventi preventivi rivolti agli autori delle violenze sono complementari alle misure adottate a sostegno delle vittime».
Con questa iniziativa la Polizia di Stato rinnova il proprio impegno a sensibilizzare, in modo semplice e lineare, le vittime di violenza e non solo, nella convinzione che l’esperienza di vita rappresenti uno stimolo a chiedere aiuto e a denunciare.

La Polizia di Stato rappresenta, in questo senso, uno snodo fondamentale di una rete composta da istituzioni, enti locali, centri antiviolenza e di recupero dei maltrattanti, associazioni di volontariato che si impegnano ogni giorno per affermare un’autentica parità di genere, contro stereotipi e pregiudizi.
Con l’opuscolo “…questo non è amore”, elaborato dalla Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, e distribuito nel corso dell’iniziativa, si vuole offrire alla cittadinanza un servizio di informazione, sensibilizzazione ed aiuto sui temi del contrasto alla violenza di genere, anche per l’emersione del “sommerso”, con l’obiettivo di aiutare le donne a difendersi da violenze fisiche, psicologiche, verbali ed economiche.
Spesso il primo passo è il più difficile: la paura di essere giudicate, la vergogna di raccontare dettagli della propria vita privata, il timore di rimanere sole. A volte però basta solo una spalla a cui appoggiarsi, qualcuno con cui parlare, una rete di sostegno indispensabile per iniziare un nuovo percorso di vita libero dalla violenza e dal dolore.

La campagna “…Questo non è amore” non si ferma al 25 novembre, poiché è fondamentale come ribadito dal Questore dr. Cesare Capocasa, che l’azione di prevenzione e di informazione sia portata avanti costantemente, tutto l’anno; ed infatti la Questura di Ancona, dall’inizio dell’anno scolastico è impegnata ad andare nelle scuole di ogni ordine e grado, per richiamare l’attenzione su questi temi, mettendo a disposizione le proprie competenze per diffondere la cultura di genere, basata sul rispetto e sul consenso.

In un periodo storico caratterizzato da una grande rapidità di comunicazione e digitalizzazione, la Polizia di Stato ha adattato il suo approccio operativo attualizzandolo con nuovi strumenti tecnologici, come l’app YouPol, che tuttavia non sostituisce – per i casi gravi – la chiamata al Numero di Emergenza Unico Europeo, soprattutto nei casi di pericolo imminente- 24 ore su 24 e per 365 giorni all’anno, questo numero è sempre attivo, però YouPol può aiutare le vittime e i testimoni di atti di violenza domestica a chiedere aiuto, volendo anche conservando l’anonimato.

I dati della questura dorica

Ricordiamo, tra le tante situazioni, l’arresto operato dalle Volanti nel mese di marzo 2023 allorquando gli operatori delle Volanti sono stati inviati dalla centrale operativa presso l’abitazione del nucleo familiare, allertati da una serie di telefonate giunte al numero di emergenza, che provenivano da un numero telefonico identificabile, in cui il chiamante non parlava, ma si udivano in lontananza rumori, pianti, urla ecc. L’espediente utilizzato dalla vittima ha consentito l’intervento tempestivo dei poliziotti, che giunti all’indirizzo dell’intestataria del telefono, hanno udito fin dal pianerottolo le urla provenienti dall’appartamento della richiedente.
Come da protocollo operativo l’equipaggio delle volanti, che interveniva presso l’abitazione dei conviventi, mentre era ancora in atto la lite tra le parti, metteva innanzitutto in sicurezza la Donna, che veniva accompagnata presso l’ospedale di Torrette, per le cure del caso e dimessa con 25 giorni di prognosi per le percosse ricevute, per poi ricostruire nel dettaglio la vicenda.
Il quadro indiziario che emergeva dai riscontri operati dal personale di Polizia sul posto, insieme alla querela formalizzata dalla vittima, appariva compatibile con la sussistenza di condotte violente, assillanti e maltrattanti da parte dell’uomo nei riguardi della convivente, costretta a subire la gelosia del compagno e a non reagire, per il timore di condotte più gravi nei confronti della stessa e dei figli conviventi con la coppia.
Al termine dell’udienza di convalida, il Tribunale accogliendo le richieste della Procura, dispose per l’arrestato la custodia cautelare nel carcere di Montacuto.
Successivamente il responsabile è stato condannato e sottoposto a misura della Sorveglianza Speciale, proposta dal Questore, su istruttoria dell’Ufficio Misure di Prevenzione della Polizia Anticrimine, accolta dal Tribunale di Ancona.
Il Questore di Ancona “invita le donne a vincere la paura, rompendo l’isolamento e la vergogna e ribadisce alle vittime di denunciare sempre – Aiutateci ad aiutarvi”

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