«Perugia-Cesena, scontri tra tifoserie:
ha evitato il peggio
il XIV Reparto Mobile di Senigallia»

SICUREZZA – Il Siulp segnala come l’intrusione dei tifosi cesenati nel settore dei perugini con bombe carta, cinte e bastoni durante l’incontro di calcio ha messo a rischio la sicurezza dei 16 operatori impiegati, a fronte dei 20 previsti per la corretta applicazione dei moduli operativi ministeriali

Il reparto mobile di Senigallia (foto d’archivio)

 

«La partita Perugia – Cesena dello scorso 23 dicembre, poteva avere un epilogo molto negativo in termini di sicurezza degli operatori del XIV Reparto Mobile di Senigallia, li chiamati a prestare servizio». Il commento arriva dal segretario generale provinciale del Siulp, Alessandro Bufarini. «I 16 operatori impiegati in tale delicato evento, a fronte dei 20 previsti per la corretta applicazione dei moduli operativi ministeriali, hanno messo a serio rischio la sicurezza dei poliziotti che sono stati chiamati ad intervenire negli scontri tra le due tifoserie, – ricorda il segretario del maggiore sindacato di Polizia – in cui gli operatori di Senigallia sono stati impiegati nel sedare l’intrusione dei tifosi cesenati nel settore dei perugini che tra bombe carta e tifosi travisati con cinte e bastoni, hanno evitato il peggio e limitato gli scontri. In altri settori sono stati utilizzati anche i lacrimogeni per disperdere i facinorosi. Solo la professionalità dimostrata dai colleghi ha evitato il peggio, sia per gli stessi che per i cittadini. La situazione però è grave, la sottovalutazione dell’impiego delle squadre da 8, inspiegabilmente, continua, come ritengo si continui a mettere a serio rischio l’incolumità dei colleghi con tale gestione».

Alessandro Bufarini

«Ogni diminuzione di una unità della squadra – fa osservare Bufarini – è una forte ipoteca per la sicurezza dei colleghi. Avevamo manifestato il nostro dissenso sulla gestione del personale lo scorso novembre, tra cui proprio per la questione delle squadre “depotenziate” con un numero non adeguato di operatori. A Perugia, la preoccupazione per l’incolumità dei colleghi stava per concretizzarsi. Il Siulp non vuole la solidarietà successiva ma una gestione oculata preventiva. I poliziotti sono già il primo bersaglio delle violenze di piazza e non hanno certamente bisogno che l’amministrazione li esponga a potenziali pericoli che minano l’operatività e la conseguente sicurezza delle squadre impiegate nei servizi di ordine pubblico, quando il numero di operatori che compongono le stesse è insufficiente a sviluppare i moduli previsti dal Ministero» conclude il segretario generale provinciale del Siulp che continuerà a segnalare al Ministero tramite la Segreteria nazionale «tutte le criticità dell’impiego dei colleghi dei Reparti Mobili nei servizi di ordine pubblico, dovute ad una gestione non condivisibile del lavoro»

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