Esprime preoccupazione per il contesto in cui si è consumata la tragedia tra le mura del penitenziario a Montacuto di Ancona e, a nome di tutto il Consiglio direttivo, il presidente della Camera Penale di Ancona, l’avvocato Francesca Petruzzo, manifesta cordoglio alla famiglia del detenuto di 23 anni che ha deciso di togliersi la vita. «Apprendiamo con estremo dolore, ma non certo con sorpresa, dell’avvenuto suicidio di un giovane ragazzo di 23 anni all’interno della struttura penitenziaria di Montacuto. – scrive in un comunicato – Dalle notizie apparse sulla stampa locale si apprende che il suicidio del giovane detenuto era un evento preannunciato dal medesimo. Ciò è ancora più triste e doloroso ma, si ripete, non sorprendente. Il sistema carcerario, gravato da una carenza di personale tra le fila della Polizia Penitenziaria di cui non si vede una soluzione a breve termine, subisce anche l’annoso problema di una altrettanto grave carenza di personale medico altamente preparato per il contesto in cui deve operare e, soprattutto, di figure altamente specializzate quali psichiatri e psicologi che devono essere sempre presenti all’interno delle carceri e conoscere le peculiarità del sistema carcerario» sottolinea l’avvocato Petruzzo.
Mette inoltre in evidenza come «non sorprende, purtroppo, che un giovane ragazzo, per come trapela dalla stampa, gravato di problemi psichiatrici/psicologici decida di togliersi la vita perché collocato in isolamento. Come non sorprende che persone ammalate, i cosiddetti “psichiatrici”, giungano a porre in essere questo gesto estremo. Queste persone, infatti, non possono e non debbono essere lasciate in carcere dove è, di fatto, impossibile gestire personalità così fragili e deboli. – aggiunge la presidente della Camera Penale – Questo non è solo un problema legato alla mancata concessione di misure alternate alla detenzione, come pure si è letto sulla stampa, ma un problema legato alla mancanza di una diagnosi psichiatrica adeguata e alla assenza di personale medico specializzato che possa opportunamente affrontare queste situazioni che risultano pericolose non solo per il malato ma per tutta la popolazione carceraria e per lo stesso personale della Polizia Penitenziaria».
Il presidente Petruzzo, osserva inoltre come «non sorprende più, anche se il dolore per il fallimento della una intera società cosiddetta civile è inalterato, che un ragazzo così giovane decida di togliersi la vita se le strutture penitenziarie sono sovraffollate oltre l’inverosimile. Come Camera Penale, oltre ad esprimere le più sentite condoglianze alla famiglia del ragazzo, ribadiamo la necessità che si faccia luce sulla vicenda che la magistratura appuri l’esistenza o meno di responsabilità nella causazione dell’evento. Il suicidio di un giovane ragazzo, anche se detenuto, non va mai sottovalutato e se ci sono responsabili vanno individuati e non ci stancheremo mai di difendere e tutelare la voce di chi rimane solo di fronte a tragedie immani come la perdita volontaria di una vita» conclude la nota.
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