
L’edificio delle Pie Venerini con il suo storico portone verde
di Antonio Bomba
Pie Venerini è addio momentaneo alla sede. Lo storico istituto dovrà chiudere per 2 anni le proprie classi di via Matteotti a causa di una ristrutturazione dell’intero plesso, resasi necessaria a seguito del sisma di novembre 2022.
Ciò comporterà non pochi problemi, ma a quanto pare, c’era davvero poco da fare. Gli alunni dell’attuale quarta classe faranno la quinta in dei locali che il comune ha trovato per loro sempre in città. A spostarsi sarà anche scuola d’infanzia, mentre gli alunni delle attuali prime seconde e terze dovranno per forza di cose iscriversi a un’altra scuola. E le eventuali prime? Verranno formate se e solo se il numero degli iscritti sarà sufficiente. Quando si riprenderà con gli insegnamenti in via Matteotti insomma, si ripartirà da zero o quasi.
A essere precisi la futura quinta classe, la scuola d’infanzia e l’eventuale prima classe saranno ospitate in via Redipuglia 39 in alcuni locali utilizzati nel corso degli anni da diverse associazioni prima e da una cooperativa che vi svolgeva il dopo scuola pomeridiano
Nel comunicato stampa inviato dalle Pie Venerini e dal consorzio ‘Il Picchio’ traspare tutta la tristezza per questo provvedimento comunque non rinviabile «Nel novembre del 2022, il terremoto ad Ancona ha aggravato la situazione dell’immobile. Una parte dell’edificio è stato dichiarato inagibile e, la parte restante, continua ancor oggi a presentare gravi problemi impiantistici, specialmente per quanto riguarda l’impianto idrico in alcune zone. Di fronte a questa situazione, il Consorzio Il Picchio, di concerto con la congregazione, con profondo dispiacere, ha preso la difficile ma necessaria decisione di avviare una ristrutturazione dell’immobile con un significativo investimento. Purtroppo, ciò comporterà, anche per questioni di sicurezza per i bambini, la chiusura dell’intero edificio e, di conseguenza, la sospensione di una parte dell’attività scolastica per due anni».

Lo scalone accanto all’ingresso delle Pie Venerini, transennato durante il sisma del 2022
Pertanto «Per quanto riguarda la scuola dell’infanzia e la quarta classe, vale a dire la quinta del prossimo anno, per assicurare la conclusione del ciclo, è stato trovato un sito alternativo sempre in centro in Via Redipuglia 39. Tutto ciò è stato reso possibile grazie all’impegno profuso dal Sindaco (Daniele Silvetti, ndr) e dall’Assessore alle Politiche educative Antonella Andreoli e dalla giunta. Tutti si sono prodigati con successo per trovare una sede alternativa, confortevole e ideale per accogliere i ragazzi e per svolgere al meglio l’attività».
Poi, quella che senza dubbio è la nota più dolente: «La sospensione delle attività comporterà inevitabilmente la necessità di chiedere alle famiglie, per quanto riguarda la scuola primaria dell’attuale prima, seconda e terza classe, il sacrificio di iscrivere i propri figli altrove per i prossimi due anni. Se invece i numeri lo consentiranno – è la speranza – si permetterà di formare già da quest’anno la prima classe primaria. In ogni caso il consorzio assicura fin d’ora che la scuola riprenderà il suo corso naturale al termine di questo periodo, offrendo alla città un’istituzione educativa rinnovata e migliorata, in un immobile sicuramente più confortevole e più sicuro».
Nessuna data di inizio lavori è stata sin qui comunicata ma è facile intuire come questi dovrebbero iniziare tra giugno e settembre, quando gli studenti saranno in vacanza.

Gli studenti lasciano le Pie Venerini per far ritorno a casa dopo la scossa
Per chi non lo sapesse, Le Pie Venerini operano ad Ancona dal 1737 e hanno la propria sede in via Matteotti dal 1887, quando ancora si chiamava via Farina. Il terremoto del 14 giugno 1972 colpì duramente le mura dell’istituto, ma non abbastanza da impedirgli di riaprire per l’anno scolastico 1972-1973. Insomma l’Istituto Scolastico Maestre Pie Venerini di Ancona vanta una storia pluricentenaria e gode di un elevato prestigio nella città. Eppure, nonostante ciò «nel 2019 la congregazione – è quanto riportato nel comunicato – aveva preso la decisione di chiudere l’istituto per diversi motivi: la mancanza di suore dovuta alla carenza di vocazioni, il ridotto numero di iscritti insufficiente per garantire una gestione economica sostenibile ed infine molti problemi legati all’immobile il cui costo di manutenzione era molto oneroso». Questo fino all’intervento del Consorzio ‘Il Picchio’.
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