Ci sono molti modi per aiutare chi vive in condizioni di povertà e disagio, dalle donazioni al volontariato, dal sostegno alle fondazioni benefiche all’aiuto al singolo individuo. La Condotta Slow Food Ancona e Conero, che da anni porta avanti un progetto con i bambini delle scuole anconetane di orto scolastico “Orto in Condotta”, ne ha pensato uno che ha coinvolto proprio gli studenti. «Quest’anno per la prima volta – evidenzia in un nota Roberto Rubegni, fiduciario della Condotta – è stato deciso di donare il raccolto, frutto della coltivazione dell’orto realizzato negli spazi verdi scolastici dai ragazzi, alla Caritas, avendo così modo di affrontare attraverso il cibo anche il tema dell’aiuto ai più deboli e realizzare così una piccola forma di volontariato».I bambini e i ragazzi coinvolti dal progetto provengono dalla scuola dell’infanzia, primaria e secondaria.
La donazione di insalata, cicoria e spinaci all’Emporio della solidarietà Caritas è stata decisa dagli studenti della scuola secondaria di primo grado ‘Michelangelo Buonarroti’ che con questo atto hanno deciso di rinunciare alla soddisfazione di gustare il frutto del loro lavoro per donarlo a chi ha più bisogno. L’Orto in Condotta è la concretizzazione di uno degli obiettivi di Slow Food: cambiare in modo responsabile le abitudini quotidiane delle persone cercando di avvicinare ai concetto del buono, pulito e giusto i giovani, che sono piccoli consumatori. Nel momento che si avvicinano alla terra e coltivano frutta e verdure sono educati alla stagionalità, ai metodi di coltivazione biologica, al rispetto della natura e delle creature viventi, ad incuriosirsi, ad assaggiare ciò che coltivano. Per Slow Food l’orto è uno strumento per far divenire il piccolo consumatore un coproduttore, cioè un cittadino consapevole che le sue scelte di acquisto hanno delle ripercussioni sul mondo che lo circonda. «Ci piace pensare – conclude Rubegni – che gli stimoli educativi di questo tipo possano insegnare qualcosa ai bambini ma anche alla comunità a cui loro appartengono coinvolgendo, più o meno direttamente, anche i grandi a consumare in maniera sempre più responsabile».
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