
Fabrizio Ciarapica, Francesco Acquaroli e Sandro Parcaroli
di Luca Patrassi
Il concetto che il governatore della Regione Marche Francesco Acquaroli tiene ad esprimere è chiaro e sintetico: «L’obiettivo è quello di vedere tutti insieme unitariamente nella gestione pubblica del servizio idrico». Parole e idee chiare ed esplicite quelle del governatore rivolte a quanti – in primis i sindaci – si stanno occupando, con grande fatica, del gestore unico per il servizio idrico integrato nell’Aato 3. Il problema è che da troppo tempo è in corso una battaglia maceratese che, a non voler pensare male e dunque che qualcuno in realtà stia facendo di tutto per affidare la gestione ai privati, vede contrapposti due gruppi di partito, di potere ed aziendali che si rifanno alle due proposte presentate dal sindaco di Macerata Sandro Parcaroli e da quello di Civitanova Fabrizio Ciarapica con la benedizione del presidente dell’Aato 3 Alessandro Gentilucci. Con Parcaroli, e dunque con Macerata, ci sono tra gli altri Tolentino, San Severino, Osimo, Recanati, Castelfidardo, Cingoli, Filottrano, Numana e Sirolo mentre con Ciarapica, e Civitanova, ci sono Morrovalle, Montecosaro, Corridonia, Pieve Torina, Camerino e alcuni altri paesi dell’area montana. Per sintetizzare molto in chiave politica si può aggiungere che la divisione è tra Lega e Fratelli d’Italia visto il peso dei meloniani in molti dei Comuni che sostengono il piano del primo cittadino di Civitanova (il presidente dell’Atac tra l’altro è Massimo Belvederesi, coordinatore provinciale di FdI).

La protesta dei sindacati della scorsa settimana
Il direttore dell’Aato 3 Massimo Principi nelle su relazioni in assemblea ha sintetizzato efficacemente le criticità (e i punti di forza) di entrambe le proposte.
Il progetto Parcaroli, sostenuto dalla maggioranza dei sindaci dell’Aato e da quasi tutte le società di gestione, vede l’utilizzo di una società già esistente nella quale far entrare come soci tutti i Comuni e e società di gestione per poi arrivare, con gli anni, a un soggetto unico anche nei rapporti con gli utenti. Progetto che – secondo il direttore Principi – potrebbe essere contestato per via della presenza nell’azionariato di Astea di un socio privato e per via del fatto che non si tratterebbe di un gestore unico. L’altro progetto , quello Ciarapica, vede la formazione di una società interamente in mano ai Comuni che riceverebbero per il tramite di una procedura di incorporazioni e di fusioni i beni in mano ora alle varie società. Elementi di criticità ravvisati in questo secondo progetto è che le società di gestione non lo hanno sottoscritto e che i tempi indicati per la realizzazione risultano di difficile rispetto entro la data ultima per evitare il ricorso alla gara. La Regione, e a parole anche tutti gli altri protagonisti di una vicenda che va avanti da anni senza risultati apprezzabili, vuole assolutamente la gestione pubblica del servizio idrico. Oggi era in programma l’ennesima riunione tra i tecnici ma ancora una volta è risultata interlocutoria con avvocati e commercialisti che torneranno ad incontrarsi per arrivare appunto a una soluzione che sia condivisa. Da remoto hanno partecipato anche i primi cittadini e i rappresentanti delle forze sindacali. Ma se l’obiettivo dell’acqua pubblica è unico, è credibile che non si trovi l’intesa sul mezzo?
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