Ancora in flessione la popolazione di Ancona che da qualche anno sta registrando, con dati macroscopici, il fenomeno della ‘fuga’ dei giovani, l’emigrazione della popolazione giovanile di età 25-45 anni, oltre ad un evidente calo dei nuovi nati italiani, come nel resto d’Italia. La popolazione residente con cittadinanza italiana, nella fascia di età 25-45 anni «si sta riducendo dai primi anni 2000 ad oggi di circa 12.000 unità e, per conseguenza, anche i cittadini italiani nella fascia di età 0-25 scendono perchè «i figli di queste coppie nascono altrove» si legge nella relazione del Documento unico di programmazione 2025-2028 che andrà al voto del Consiglio comunale il 255 novembre prossimo. La conseguenza più evidente è il calo complessivo dei residenti giovani italiani, dai primi anni 2000 ad oggi, registrato in città di oltre 15.000 unità.
«Il fenomeno si avvia a partire dai primi anni ‘70; – si legge nella relazione del Dup – da allora ad oggi la popolazione italiana nella fascia di età tra i 0 e 45 anni si riduce di circa 33.000 unità. Dagli anni ‘50 ad oggi, peraltro, si rilevano variazioni di fertilità nella popolazione italiana residente che solo nei primi anni ‘70 possono parzialmente motivare tale fenomeno; dagli anni 90 in avanti, la ragione di tale dinamica appare, invece, riconducibile in modo sostanzialmente esclusivo ad un processo di costante emigrazione».
Il secondo fenomeno demografico riguarda l’immigrazione, in particolare, da paesi extracomunitari che per Ancona dinamica sembra svilupparsi in misura anomala rispetto ai valori medi del resto d’Italia, risultando superiore di oltre il 50%. «Il flusso migratorio prende consistenza, sul finire degli anni ’90, in cui la popolazione non italiana era circa il 3% del totale, e si rafforza negli anni 2000, dove i cittadini stranieri si attestano quasi al 15% nel gennaio 2024. – spiega un passaggio del up – In tale contesto si ritiene utile considerare, per avere un quadro complessivo maggiormente completo, anche di coloro i quali in questo periodo di riferimento hanno acquisito la cittadinanza italiana, ovvero oltre 7.300 residenti». La comunità del Bangladesh è diventata la principale comunità straniera residente in città, superando la comunità rumena e la comunità albanese (in flessione numerica). In crescita le provenienze da Nigeria e Pakistan. Il tutto si incastona nei dati del calo demografico che ha preso l’avvio tra gli anni 70 e 90 del secolo scorso, «in perfetta corrispondenza che con l’aumento dell’accesso della popolazione femminile al lavoro» scrive nero su bianco la relazione, e dell’allungamento della vita della popolazione che è più longeva.
Buono invece il quadro relativo ai livelli di istruzione, per i quali «si osserva un’inequivocabile percorso di crescente scolarizzazione della popolazione residente, che porta il numero di laureati a livelli superiori rispetto a quelli nazionali; in particolare, questo percorso è realizzato dalla popolazione femminile»si evidenzia nel Dup.
Anche i livelli di occupazione ad Ancona sono leggermente migliori rispetto a quelli nazionali ed allineati a quelli della regione. «Quelli sul tasso di disoccupazione, in crescita e superiori a quelli delle Marche sono conseguenza della crescita, in valori assoluti, della percentuale di popolazione attiva». I settori più sviluppati sono quelli della pubblica amministrazione, del credito e assicurazioni, riducendosi quelli delle comunicazioni e trasporti e dell’agricoltura. «Il settore che vede una maggiore occupazione femminile è quello della pubblica amministrazione, mentre, quello meno attrattivo per la medesima popolazione è quello dell’industria» rimarca la relazione.
A fronte di una occupazione crescente, però, il reddito individuale disponibile, negli anni, si è ridotto. L’analisi prende a riferimento sia il “prodotto interno lordo”, sia i redditi dichiarati dai singoli cittadini. «Il primo dato è rinvenibile disaggregato sino a livello di provincia, ma non a livello comunale. – si fa osservare nel Dup – A livello comunale, possiamo/dobbiamo prendere a riferimento per valutare la ricchezza prodotta, non il Pil (non disponibile) ma i redditi imponibili (i valori sono normalizzati tenuto conto della variazione degli indici dei prezzi al 2022). Quanto sopra premesso, dai dati raccolti si evince un trend dell’economia locale allineato a quello nazionale e regionale sino al 2020 per poi discostarsi in termini peggiorativi, il tutto in contesto dal quale peraltro non si evince una particolare crescita nell’arco degli ultimi venti anni».
Andando a vedere le fonti di reddito si evince come oltre l’80% dei redditi abbia origine da lavoro dipendente e pensioni, dove il valore medio delle retribuzioni da lavoro dipendente (22.011 euro annui) risulta inferiore a quello medio derivante dalle pensioni (23.616 euro annui); i redditi da impresa si attestano a circa 30.000 euro annui (29.626 euro) evidenziando un tessuto economico imprenditoriale di piccole imprese, mentre solo i lavoratori autonomi si differenziano significativamente dai restanti percettori di reddito (64.601 euro annui). Circa la distribuzione del reddito, infine, nell’arco degli ultimi 20 anni, c’è stato da un lato uno spostamento della distribuzione di frequenza delle fasce di reddito, da quelle più basse verso quelle medio alte (valori nominali non normalizzati all’inflazione) definendo una minore differenziazione sociale; nel contempo, vediamo una riduzione del reddito medio effettivo realizzato nell’ambito delle singole fasce di reddito (valori normalizzati all’inflazione 2022) in misura tale da determinare un minor reddito reale disponibile.
Stamattina nella seduta della VII Commissione consiliare il vice sindaco Giovanni Zinni ha riassunto quelli che sono gli obiettivi strategici ed operativi assunti nel Dup, per riprodurre le condizioni che rendano attrattiva la città, in particolare, per le giovani coppie e più in generale per le giovani generazioni, attraverso opportunità di lavoro e abitative più attrattive.
Durante il dibattito non sono mancati momenti di frizione tra Zinni ed i consiglieri d’opposizione del Pd Susanna e Dini e Giacomo Petrelli che chiedevano spiegazioni su alcuni obiettivi fissati per il porto di Ancona, ad esempio sulla questione dell’interruzione dell’iter della banchina delle grandi navi al Molo Clementino. «L’amministrazione ha deciso di non intraprendere tutte le azioni politiche amministrative per interrompere perché quando c’è stato da votare la delibera di revoca, maggioranza e sindaco si sono astenuti. Perchè non è incluso questo passaggio nel report del Dup?». Il vice sindaco ha ribattuto che il Dup «non è un archivio storico e non deve contenere la narrazione delle sedute del Consiglio comunale. Quel modo di votare è in linea con la linea politica del Dup. E’ troppo difficile da capire?». «E certo se uno non la pensa come lei vuol dire che siamo tutti stupidi… classico pensiero che c’era tanti anni fa… mi faccia star zitto. Questo è un documento di programmazione strettamente attinente all’indirizzo politico amministrativo. Non deve esserci scritto anche quello che non si è fatto?» ha domandato Petrelli. Il Dup è stato licenziato dalla Commissione solo con i 4 voti favorevoli della maggioranza.
(Redazione CA)
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