«Esprimo innanzitutto vicinanza al personale sanitario ed ai colleghi dell’Arma dei carabinieri per l’aggressione subita al pronto soccorso dell’ospedale regionale di Torrette ad opera di un ragazzo, poi tratto in arresto per lesioni e resistenza, nella nottata del 18 febbraio scorso».
Lo afferma in una nota Alessandro Bufarini, segretario generale del Siulp (Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia) Ancona.
«L’ennesimo episodio di aggressione allo Stato – continua il sindacalista – che evidenzia il difficile contesto in cui, sempre più spesso, si trovano ad operare le forze di polizia o chi svolge un servizio di pubblica necessità o di pubblica utilità come i medici, i sanitari, i professori, i tassisti, e gli autisti dei mezzi pubblici o tutti coloro che sono addetti ai controlli come, ad esempio, i capitreno».
Bufarini aggiunge che si tratta dell’«ennesima tragedia sfiorata di un nulla, perpetrata durante la normale attività lavorativa al servizio dei cittadini. Quell’ormai diffuso senso di impunità soprattutto nell’atteggiamento dei più giovani, sta lentamente affievolendo quella cultura del rispetto dell’individuo e delle regole e di chi le fa rispettare (una volta si diceva il rispetto per la “divisa”) su cui si basa la nostra democrazia ed il vivere civile e che, necessariamente, devono essere parte dei valori trasmessi dalla famiglia e dall’istruzione scolastica».
I recenti fatti sia a livello regionale che nazionale «testimoniano che oramai anche il nostro territorio è interessato da tali criticità e che servono più risorse su “strada”. Per tale motivo – sottolinea -, non possono passare in “silenzio” le 17 aggressioni subite dal personale deputato al controllo del territorio della questura di Ancona che pur non avendo avuto una rilevanza mediatica, nel 2024, hanno inciso negativamente, per un totale di circa 180 giorni di prognosi, sulla salute dei colleghi, sui cittadini privandoli della professionalità di tali operatori, e sull’Amministrazione che si è vista depauperare di importanti risorse per garantire la sicurezza, la prevenzione ed il controllo del territorio».
Sono dati parziali che possono «solo peggiorare perché non comprendono quelli dei Commissariati, delle Specialità e delle altre forze di polizia che effettuano controllo del territorio come i carabinieri e, quindi, ancor più preoccupanti. Una realtà su strada fatta di spavalderia, prepotenza, violenza senza limiti e per cui è necessario porre rimedio urgentemente».
Il Siulp chiede quindi che «lo Stato non molli la presa. C’è urgente bisogno di pene immediate e certe. C’è urgente bisogno di regolamentare i reati che creano allarme sociale e dargli una risposta che preveda il carcere per coloro i quali aggrediscono chi rappresenta lo Stato e le persone più deboli. C’è urgente bisogno che i cittadini percepiscano di essere tutelati dallo Stato prima che inizino a pensare di farsi giustizia da soli. I delinquenti devono avere la consapevolezza che lo Stato c’è ed è pronto a sanzionarli, con celerità e con pene inequivocabili. E si deve garantire alla collettività che tali pene vadano a punire chi ha commesso il reato, e al contempo, rasserenare chi lo ha subito oltre che rassicurare chi potrebbe ancora subirlo. Il tempo dei dibattiti è finito, perché al popolo in divisa e ai cittadini servono fatti concreti da parte della Politica. Non vorremo ritrovarci, però, nel paradosso di una politica che tarda a decidere perché sarebbero gli stessi operatori su strada a farne sempre le spese: donne e uomini in uniforme insieme ai cittadini più deboli. Utile – conclude – sarebbe per poter adottare quanto prima le bodycam su tutte le uniformi. Giacché una cosa è parlare di aggressioni e ben altra vedere con i propri occhi cosa debbono subire i poliziotti nella realtà odierna».
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