Nuovo Cpr, Bora:
«Saltamartini dice no
a Falconara ma non al progetto»

ANCONA - La consigliera del Partito Democatico dopo la discussione in aula si domanda «in quale  luogo della regione vorrebbe fosse realizzato il Centro di permanenza temporanea?»

Manuela Bora

 

«Prendiamo atto che, buon ultima, la giunta regionale si accoda all’opposizione, ai partiti e alle associazioni, nonché al Comune di Falconara, nel dichiararsi contraria alla realizzazione di un nuovo Centro di permanenza temporanea a Falconara. Ma poiché tale contrarietà si limita solo al sito e non al progetto in sé, sarebbe stato più onesto e trasparente, da parte del vicepresidente Saltamartini, far conoscere al consiglio regionale se è intenzione della giunta regionale proporre al governo nazionale un luogo alternativo alla zona delle ex caserme dell’Aeronautica di Falconara. Invece, come sempre, Saltamartini preferisce agire nell’ombra, continuando a tenere all’oscuro i cittadini marchigiani circa la futura ubicazione di una struttura anacronistica e sbagliata sotto ogni punto di vista – politico, logistico e sociale – che certamente non risolve i problemi legati all’immigrazione irregolare, ma rischia semmai di creare nuove tensioni e disagi per il territorio. A tal proposito, annuncio già da ora che nei prossimi giorni presenterò una nuova interrogazione alla giunta per chiarire questo ulteriore aspetto». A dirlo è la consigliera regionale del Partito Democatico Manuela Bora dopo la discussione dell’argomento in consiglio regionale.

«Da parte nostra – conclude Bora – ribadiamo la totale contrarietà alla realizzazione del Cpr, ovunque si intenda localizzarlo. Questi centri, infatti, concepiti come strumenti di gestione dell’immigrazione irregolare, si sono dimostrati inefficaci e spesso teatro di gravi violazioni dei diritti umani. Solo tre mesi fa, il Consiglio d’Europa ha denunciato maltrattamenti e l’uso di psicofarmaci nei Cpr italiani, evidenziando come queste strutture siano luoghi di detenzione per persone che non hanno commesso alcun reato, ma che subiscono condizioni degradanti e disumane».

 

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