Polemiche, indignazione e tanti messaggi di solidarietà per il sindaco di Jesi, Lorenzo Fiordelmondo dopo la pubblicazione sui social, ieri, di una vignetta satirica che prende a bersaglio sua moglie. La consigliera di maggioranza Agnese Santarelli è stata disegnata seduta di spalle su un trono con la scritta “LazZarina… a Jesi comanda lei”. «Quella ritratta in vignetta è Agnese.- scrive in un post il primo cittadino dem di Jesi, condividendo l’immagine diffusa sul web – L’autore, che è anche Presidente di un Comitato di Quartiere fa vignette su di lei, non da oggi, per attaccare me. In questa esperienza da Sindaco sono disponibile a mettermi molto alle spalle ma sta roba qui no, sia chiaro. “Si delinea sempre di più chi comanda in casa ed a palazzo,non è così anche da voi?”#unadonnaalcomando #sicara”. Un messaggio costruito con slogan ed hashtag degni dei peggiori stereotipi di genere e che utilizzano in modo inaccettabile la nostra vita familiare e personale. Con tanto di logo del Comune di Jesi posto nell’immagine, non si sa a quale titolo. Difficile dire qualcosa, se non che schifezze del genere questa città credo non le abbia mai viste. È necessario un argine diffuso. Per Jesi e per chiunque qui viva e decida di dedicarsi alla politica ed alle istituzioni» chiosa Fiordelmondo.
Non si è fatta attendere neanche la reazione della consigliera di ‘Jesi in Comune’ e componente della Direzione nazionale e della segreteria regionale di Sinistra Italiana, Agnese Santarelli. La moglie del sindaco osserva sempre in un post come «”di tutte le cose che le donne possono fare nel mondo, parlare è ancora considerata la più sovversiva“. Non è la prima volta che un esponente di una delle liste civiche di opposizione, nonché presidente di un comitato di quartiere, utilizza pseudo vignette sessiste per attaccare me e, in quanto “moglie del sindaco”, arrivare ad attaccare lui. Fino ad ora lo ha fatto nel silenzio generale e con il plauso di chi non riesce a confrontarsi nel merito delle questioni e deve scendere per forza sul terreno personale, con fake news ed insulti.
Ora però si è superato il limite.- evidenzia – Lo ha fatto lui e, per quanto mi riguarda, anche tutt3 coloro che hanno espresso condivisione con like e commenti, giustificando quelle espressioni e facendo il lavoro del patriarcato. Sotto ne pubblico alcuni: da chi ricopre ruoli politici in questa città (perché presidente di un’altra lista civica di opposizione e già presidente del consiglio comunale) a certi “imprenditori” che hanno già dimostrato di cosa sono fatti… Essere determinate e assertive, consapevoli delle proprie posizioni, della propria storia personale e politica, della correttezza con cui ci si è sempre mosse, non ci rende immuni dalla violenza. E fa male. – commenta Agnese Santarelli – E non vale solo per me, vale sempre, vale per tutte! Perché è un atteggiamento diffuso, strisciante, subdolo, che non tollera le donne che hanno scelto di non stare zitte e buone, cioè di essere libere. Ringrazio davvero tutte le persone che mi hanno fatto sentire la loro sincera solidarietà e vicinanza. Perché solo insieme, con un percorso collettivo e di comunità, si possono riparare queste ferite» conclude.
Pollice verso anche dalla ‘Casa delle Donne’ di Jesi, che commenta: «Questa roba orribile, di certo non è satira, è un atto violento, un esempio limpido di quanto le donne paghino per la parola, l’espressione di un pensiero, per l’intraprendenza,…in altre parole per la libertà. Quanta violenza c’è in quest’atteggiamento costante ed estremamente pervasivo di rimozione della soggettività femminile. Questa è una modalità violenta di ridurre le donne al silenzio. Non solo è irritante, ma non è accettabile. È violenza. E noi la condanniamo fermamente. La combattiamo fermamente».
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