Sono proseguite anche nel 2024 le attività dei carabinieri del Tpc (Nucleo Tutela Patrimonio Culturale) di Ancona, tese al recupero dei beni culturali rubati.
Fondamentale strumento di supporto e di analisi per le attività svolte si è dimostrata, ancora una volta, la Banca Dati dei Beni Culturali Illecitamente Sottratti, la più grande banca dati di opere d’arte da ricercare al mondo, gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.
L’ attività preventiva ha visto il controllo il 76 aree archeologiche; 135 aree paesaggistiche; 141 esercizi antiquariali e 46 nei mercati e fiere.
Dall’analisi dei dati, si è registrato una stabilizzazione dei furti di beni culturali: 13 furti nel 2023 e altrettanti lo scorso anno.
Risultato che è certamente anche frutto della quotidiana collaborazione instaurata dai carabinieri con i funzionari delle soprintendenze, responsabili delle strutture museali, archivi e biblioteche, degli Uffici Beni Culturali delle Diocesi e sindaci.
Le attività di contrasto hanno consentito il recupero di 17.705 beni antiquariali, archivistici, librari, paleontologici e archeologici, per un valore stimato vicino al milione di euro.
Le persone denunciate sono state 193 (di cui 33 per reati in danno del paesaggio).
Tra le attività repressive condotte si ricordano la restituzione all’Ente Olivieri di Pesaro di una moneta in argento di epoca romana (I-II sec. d.C.), conosciuta come “contorniato di Traiano”. Il prezioso bene numismatico era stato trafugato tra il 27 e il 28 febbraio 1978 dal museo dell’omonimo Ente. L’attività dei carabinieri Tpc, che ha consentito il recupero del prezioso bene archeologico, ha tratto origine da un’informazione fornita nel 2016 dall’allora Direttore dell’Ente Olivieri – Biblioteca e Musei Oliveriani, da cui emergeva che il dirigente della “Numismatist Classical Group” di Lancaster (Usa) aveva ricevuto, per la vendita in asta, una moneta “contorniato di Traiano” che, dalle prime ricerche, risultava appartenere proprio alla collezione censita del museo pesarese.
Gli accertamenti effettuati dal Nucleo Tpc di Ancona, anche mediante l’ausilio di studiosi esperti nella materia, permettevano di appurare che la moneta pubblicata per l’asta fosse effettivamente quella registrata nell’inventario del Museo Oliveriano. Asportata nel febbraio del 1978, l’immagine della moneta era stata inserita come bene da ricercare nella “Banca dati dei Beni Culturali illecitamente sottratti”, il più grande archivio informatizzato a livello investigativo gestito in via esclusiva dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.
La procura di Pesaro, ricevuta la comunicazione sulla localizzazione del bene provento di furto e sui riscontri investigativi, emetteva nel 2017 una richiesta di assistenza giudiziaria internazionale in materia penale, inviata tramite i canali ministeriali alla competente Autorità giudiziaria di Philadelphia (Usa), con richiesta di sequestro della moneta. Nel 2018 la magistratura statunitense eseguiva il provvedimento richiesto dalla Procura italiana e, in considerazione della buona fede del possessore che non opponeva alcuna pretesa alla restituzione della moneta, nel dicembre 2024 il “contorniato di Traiano” rientrava nel territorio marchigiano e poi restituito alla città di Pesaro.
Il ritorno di un bene di notevole importanza culturale rappresenta per il museo del capoluogo pesarese un evento celebrativo di rilievo, potendo così da oggi condividere con la comunità l’esposizione al pubblico di un manufatto pregiato.
A Sirolo, la restituzione al sindaco Filippo Moschella del dipinto olio su tela (cm 193 x 96), raffigurante “Compianto del Cristo morto” trafugato il 2 marzo 1999 dall’interno della chiesa del cimitero di Sirolo.
L’indagine, coordinata dalla procura di Ancona, trae origine dalla segnalazione di un cittadino che, prima di entrare in possesso del dipinto oggi recuperato, insospettito, si è rivolto ai carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Ancona, affinché ne accertassero la provenienza. Le attività di verifica consentivano di identificare il dipinto quale quello oggetto di furto denunciato il 3 marzo 1999 dall’allora custode della chiesa (di proprietà comunale) del cimitero di Sirolo. Il dipinto venne quindi sequestrato e restituito al Comune su disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Ancora una volta di fondamentale importanza si è rivelata la consultazione della “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, la più grande del mondo, con oltre 8 milioni di files relativi a beni da ricercare, gestita in via esclusiva dal Comando carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.
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